Uncle From Another World: quando hai letteralmente uno Zio dell’altro mondo – recensione

Lo zio di cui abbiamo bisogno ma che non ci meritiamo

Come molti di voi avranno sicuramente notato, Netflix e Anime non sono sempre un binomio di qualità. La N californiana ci ha abituati a tempistiche di rilascio altalenanti, tra ritardi e rinvii di varia natura, ma anche a politiche di distribuzione non sempre di adeguata valorizzazione dei prodotti in arrivo.
Forse, è questo il caso di una serie che nel paese del Sol Levante ha raccolto consensi da capogiro mentre in Italia passa in sordina tra le numerose proposte estive, oscurata probabilmente dalle basse premesse dei prodotti animati originali. Ormai al rilascio del suo quarto episodio, non sono molti gli stimatori di Uncle From Another World, adattamento dell’omonimo manga dell’editrice Kadokawa Shoten che dal 2018 ha già pubblicato ben sette volumi sulla rivista Comic Walker. E questo è un male.

Giusto un po’ di tempo fa parlavamo di emarginazione con questo omaggio a Eddie Munson di Stranger Things, tema abbastanza ricorrente in ambito nerd e focus, a mio modo di vedere, anche di questa stravagante avventura. Ma non è tutto, perché la genialità di questo cartone è tutta da scoprire nei sottotesti della trama.

uncle from another world

Uncle From Another World, la sinossi

Yosuke, lo zio di cui parla il titolo dell’opera, è un ragazzo, pardon, un signore che si rianima da un coma durato ben 17 anni (in cui era finito per essere stato investito da un camion). Al suo risveglio, purtroppo, la sola presenza dell’allora nipotino Takafumi che gli spiega come mai non ci sia nessun altro parente ad accoglierlo nuovamente nel mondo dei vivi.

La famiglia di Yosuke, infatti, si è sfaldata proprio a causa dell’incidente che lo aveva costretto al sonno forzato. Sua sorella desidera evitare il contatto per chissà quale motivo ed è proprio così che un vecchio adoratore di videogiochi e in particolare di quelli SEGA, viene emarginato nella sua già consapevolissima emarginazione da Otaku che si rispetti.

Per quanto possa somigliare alla sinossi di un anime drammatico, lasciatemi dire che le aspettative vengono del tutte stravolte quando lo zio inizia a raccontare di aver vissuto in un’altra dimensione, dove ha persino imparato a usare la magia. La prima reazione del giovane nipote è quella di constatare la pazzia clinica del proprio parente ma ecco che qualche istante dopo, Yosuke pronuncia una formula e il bicchiere d’acqua che era sul comodino inizia a fluttuare nell’aria. E’ tutto vero.

La recensione

E’ così che Uncle From Another World si configura come serie parodistica nonché genialmente (o forse dovrei dire umoristicamente) costruita sulla demolizione dei canoni narrativi legati al genere isekai (se non sapete cosa siano, scrollate in basso per leggere il paragrafo dedicato). Infatti, una volta a casa di Takafumi, lo Zio inizia a raccontare le sue peripezie nell’altro mondo, luogo che sembra del tutto simile a quelli rappresentati nelle opere fantasy di questa categoria. Ma di nuovo, le previsioni dello spettatore vengono sovvertite perché l’esperienza vissuta dallo zio non risulta esattamente idilliaca.

Nella dimensione del coma, Yosuke viene letteralmente perseguitato dai suoi abitanti perché ritenuto una tipologia di mostro (una variante di orco per essere più precisi) dato che l’aspetto medio della popolazione umana ha standard elevatissimi rispetto alla sua “mediocrità”. Per questo motivo, i ricordi dello zio sono per la maggior parte storie di fuga e sopravvivenza al limite dell’ilarità. In tutto ciò, nonostante riesca anche a farsi qualche amico/a, lo zio non viene mai rispettato o ringraziato sul serio per le sue buone azioni, quanto più evitato e temuto come rappresentasse una qualche sorta di sventurato scherzo della natura. La beffa nella beffa.

yosuke uncle from another world
In effetti, non è esattamente una bella presenza…

E’ così che Uncle From Another World scherza con sé stesso nella sua incredibile capacità auto-ironizzante, proponendo però una serie di temi che si affacciano sullo sfondo sociale odierno (soprattutto di quello giapponese). La storia, infatti, non si sviluppa solo a ridosso dei racconti extra-dimensionali; Takafumi deve convivere con uno zio capace di stregonerie talvolta anche molto potenti ma deve soprattutto fare i conti con un individuo impreparato ad almeno 2 decenni di sviluppo tecnologico e di conseguenza, anche sociale.

Paradossalmente, è più a contatto con il mondo attuale che lo Zio ci porterà ad assistere i momenti più alti di queste prime puntate, nonché ad alcune delle gag più memorabili, scoprendo che non c’è poi tutta questa differenza tra i bellissimi abitanti di Granbahamal e il nostrano popolo del web, in grado di trasformarlo in una sorta di Youtuber da baraccone.

Uncle From Another World sta sicuramente agli Isekai come One Punch Man sta agli Shonen da un punto di vista della parodia, e tuttavia riesce sempre a rinnovarsi nelle sue meccaniche, facendo leva sul mondo otaku i cui riferimenti non sono neanche troppo velati. Insomma, un’esperienza tutta da scoprire, soprattutto scavando sotto la sua superficie, ma che non merita di sicuro la scarsa condivisione che sta riscontrando.

E voi, cosa diavolo ci fate ancora qui? Appropinquatevi subito su Netflix!

zio dell'altro mondo
Una delle Tsundere più apprezzate degli ultimi tempi è presente in questo anime, avvertiti!

Paragrafo bonus: cos’è un Isekai

Isekai è una parola che significa “mondo differente”, si tratta di un sottogenere light novel spesso di ambientazione fantasy. Il concetto di questo genere è quello di un protagonista, una persona normale, che viene trasportata, intrappolata o evocata in un altro universo. Di solito, questo universo esiste in un libro o un videogioco ma a volte può essere anche di origine sconosciuta.

Le caratteristiche principali di queste storie ruotano attorno alla figura del protagonista che nella maggior parte dei casi può essere un hikikomori o un neet, talvolta anche una persona del tutto ordinaria senza nessuna specialità particolare. Nel nuovo mondo, il protagonista è capace di sfruttare e farsi strada con la sua conoscenza dei videogiochi o di qualsiasi interesse che una persona socialmente isolata potrebbe aver credibilmente sviluppato durante la sua vita terrena. O ancora, potrebbe disporre di incredibili poteri a cui solo lui/lei può accedere. Insomma, stiamo parlando di un prescelto, troppe volte un/a Mary Sue venerato/a e talvolta conteso/a dal genere sessuale opposto. Qualche esempio di Isekai: Sword Art Online, .hack, Digimon, Accel World.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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