Stavolta parleremo di un film di recente uscita, Underwater, che benché non appartenga alla mitologia del Solitario di Providence, si è dimostrato un apprezzabile fonte di intrattenimento per tutti coloro che amano l’horror adrenalinico e non disdegnano qualche citazione lovecraftiana.
Underwater è un film del 2020 diretto da William Eubank, scritto da Brian Duffield e Adam Cozad e prodotto da Chernin Entertainment per 20th Century Fox, che vede nel ruolo della protagonista Kristen Stewart e Vincent Cassel nel ruolo del comprimario capitano Lucien.
Il film ha incassato 39 milioni di dollari nel mondo e costituisce l’ultimo film rilasciato dalla 20th Century Fox prima del cambio del nome in 20th Century Studios dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney.
Underwater: la trama
In questo film, da quanto possiamo capire, l’umanità ha sviluppato una tecnologia tale da permetterle di perforare il fondo dell’oceano a una profondità impensabile per i nostri standard odierni, e di costruire imponenti basi sottomarine alimentate da fonti di energia nucleari.
Profondità marine che, come Lovecraft ci insegna, celano orrori dimenticati che l’uomo mai e poi mai dovrebbe destare, pena la propria distruzione o il compromettere la sanità mentale.
Durante gli scavi a miglia e miglia di profondità della Fossa delle Marianne, una squadra di operai della Tian Industries rimane isolata a causa di un terremoto, che ha provocato seri danni all’integrità della stazione Kepler 822 a causa della pressione colossale.
La giovane Norah Price, grazie alle sue competenze di ingegnere meccanico, prende in mano la situazione e guida il gruppo verso le capsule di emergenza, che però sono state utilizzate.
Trovano però il capitano, che ha rifiutato di abbandonare la stazione e i suoi occupanti, il quale infonde loro coraggio e li esorta a dirigersi verso la stazione Roebuck 641 a un miglio di distanza.
Percorso che dovranno affrontare letteralmente sul fondo dell’oceano all’interno di ingombranti tute di profondità. Schiacciati dalla profondità abissale che rischia di ucciderli alla prima complicazione e limitati dalla ridotta visibilità delle acque torbide, la traversata si dimostra da subito un vero e proprio inferno, che costa immediatamente la vita a uno di loro, Rodrigo, a causa di un casco difettoso.
Mentre si muovono notano la presenza di strane alghe e rilevano un segnale proveniente da una capsula di salvataggio. Nei pressi di un cadavere trovano e uccidono un aggressivo parassita acquatico di una specie sconosciuta che, suppongono, potrebbe essersi adattato a vivere nei pressi di qualche fonte di energia termale e che potrebbe essere stato destato dagli scavi nel fondale.
Mentre passano per una galleria uno dei personaggi, Paul, viene ucciso da un feroce mostro acquatico umanoide che lo strappa letteralmente via dalla tuta.
Mentre camminano la stazione Kepler esplode e rischiano di essere seppelliti dai detriti: Smith si ritrova con un respiratore danneggiato ma i suoi compagni decidono di portarlo con loro, rendendo ancora più difficile la traversata.
Sempre più stressati e terrorizzati, i quattro sopravvissuti vengono aggrediti di nuovo dalla creatura degli abissi che per poco non riesce a rapire Smith, per ripiegare poi su Lucien, iniziando a salire repentinamente. Per salvare la Price dall’incombente cambio di pressione Lucien si toglie il casco implodendo.
Norah si ritrova separata dagli altri due sopravvissuti ma riesce a raggiungere la Stazione Shepard dove può prendere aria e organizzarsi. Lì scopre che Lucien vi lavorava, facendole sorgere dei sospetti sul legame tra queste creature e gli scavi della compagnia.
Mentre riprende la marcia ritrova i suoi due compagni e li guida verso la stazione Roebuck, ma il tempo è ormai agli sgoccioli siccome la loro aria sta per finire.
Quando giungono all’ingresso della stazione e credono di essere salvi, scoprono con sgomento che l’ingresso è infestato da una massa caotica di creature che si espandono sotto forma di tentacoli, rendendo difficilissimo il passare senza suscitare la loro attenzione.
Uno dei mostri umanoidi infatti si accorge di loro e cerca di uccidere Norah, ma questa prontamente gli fa esplodere un razzo segnalatore nelle viscere e riesce a condurre i compagni in un ambiente dove possono riprendere aria.
Ma l’orrore è ben lungi dal finire. Sul fondale oceanico si muove quello che sembra essere un mostro colossale dal volto costellato di tentacoli, che evidentemente comanda le creature che hanno cacciato i personaggi fino ad ora.
Il gruppo tenta di tornare verso la superficie con le capsule di emergenza della Roebuck, ma una di esse è danneggiata. Norah costringe con la forza i due colleghi a risalire in superficie facendo credere di avere qualche possibilità di riparare il suo guscio di salvataggio.
Quando le capsule iniziano a risalire verso la superficie i mostri al comando dell’essere titanico si gettano al loro inseguimento. Norah capisce che i suoi amici non hanno alcuna possibilità di salvarsi, perciò manomette il nocciolo di reazione atomico che alimenta la struttura, provocando un’esplosione nucleare che spazza via sia lei che l’intera base sottomarina, oltre che il mostro gigantesco e le creature al suo servizio.
Grazie al suo sacrificio i due compagni di Norah si salvano. Le indagini successive però vengono parzialmente messe a tacere dalle Tian Industries e, da quanto apprendiamo dai titoli di giornali, gli scavi nelle profondità abissali presto riprenderanno.
I Miti di Cthulu nel film
La morale del film, come espressa da uno dei personaggi, è chiara. L’uomo ha scavato troppo e troppo in profondità, prendendo ciò che non gli spettava e depredando anche gli ultimi ambienti naturali che finora erano rimasti al sicuro della sua esperienza.
Come nelle opere lovecraftiane si capisce che l’ansia dell’uomo di apprendere troppo lo porterà inevitabilmente a distruggere le proprie certezze e a perdere la propria sanità mentale, qui la bramosia dell’essere umano di conquistare – in questo caso le risorse dell’oceano – ha portato a risvegliare i terribili mostri che mettono in pericolo la sua sopravvivenza.
Passiamo ad analizzare le creature degli abissi che minacciano i personaggi.
Nel corso del film vengono mostrati degli insoliti esemplari di creature acquatiche che evidentemente si sono adattate a vivere alle pazzesche profondità oceaniche, con tratti che richiamano i calamari ma molto più aggressivi e muniti di artigli.
I mostri umanoidi sono provvisti di artigli e di fauci piuttosto flessibili con cui tentano di ingoiare le vittime, sono di indole aggressiva e si dimostrano be più forti di un comune essere umano.
L’ipotesi che viene data nel film è che gli scavi abbiano aperto un ponte tra due ecosistemi permettendo ai feroci predatori di entrare.
Il mostro gigantesco presentato nel mostro è ovviamente Cthulhu: il regista ha deciso di modellarlo sulle sue fattezze dopo le riprese del film, ed essendo una scelta presa a posteriori non dobbiamo perciò cercare nell’ambientazione del film elementi direttamente connessi alla mitologia lovecraftiana.
In origine doveva trattarsi di una creatura simile a una balena gigante chiamata Behemoth, ma poi si è deciso di dare un taglio più mistico all’essere e qui si è passati a pensare alle ispirazioni lovecraftiane.
La sua rappresentazione visiva è abbastanza fedele all’originale: possiede una figura umanoide, un volto composto da tentacoli sensori e un paio di ali sul dorso.
Dalla lore del film possiamo intuire che il terremoto citato lo abbia destato dal suo sonno, proprio come in Il richiamo di Cthulhu il suo richiamo viene avvertito in occasione di un terremoto.
Possiede indubbiamente una forza colossale con cui, a quanto pare, ha buttato giù una trivella di 6.000 tonnellate. In questa versione è presentato come una creatura alfa che domina quelle di grado inferiore, che potrebbero essere delle sue larve siccome in una scena sembrano uscire letteralmente dal suo corpo.
Nel film Cthulhu non viene chiamato per nome e non si fa in nessun modo menzione al canone lovecraftiano, lasciando allo spettatore decidere se si tratti dell’effettivo mostro descritto da Lovecraft oppure di uno con caratteristiche analoghe ma background diverso creato per il film.
Di conseguenza, le creature ittiche di taglio più piccolo potrebbero essere la versione di questo film della Progenie Stellare di Cthulhu, che nelle opere di Lovecraft costituisce il suo esercito e che dovrebbero risiedere assieme a lui nella città sommersa di R’ylieh.
Tirando le somme, possiamo dire che Underwater è un film horror sci-fi claustrofobico senza troppe pretese di originalità e con qualche pretesa di ammonimento ecologica, ma in grado di offrire dei brividi convincenti negli ostili ambienti oceanici.
Il film non ha attinenza diretta con il genere lovecraftiano ma si rifa ai modelli di horror più celebri di Alien e The Abyss, con qualche similitudine con Cloverfield.
Qui l’avversario, più che un singolo mostro, è l’intero ambiente sottomarino, sempre opaco e popolato di creature mostruose che mal tollerano l’invadenza umana.
I personaggi vengono tratteggiati il minimo indispensabile per permettere allo spettatore di comprendere la loro personalità, di Norah sappiamo che ha alle spalle una perdita tragica per giustificare il suo desiderio di salvare vite umane, e nient’altro.
Dal punto di vista della storia Norah è in sostanza un rimando vivente a Ellen Ripley di Alien, una donna più tenace dei colleghi maschi che con le proprie competenze e caparbietà riesce a salvare la vita dei propri compagni.
E con questo credo di avere riepilogato tutto ciò del film può interessare a un bravo appassionato di Lovecraft. Noi ci vediamo alla prossima!
Leggi anche: L’influenza di Lovecraft su Annihilation, il film con Natalie Portman
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