Sì, siamo rimasti come voi quando abbiamo letto questa notizia. Eppure è tutto vero. Pare che in Turchia, a Sayburç, sia stata ritrovata quella che definiamo una scena narrativa tra le più antiche al mondo. Anzi, forse è proprio tra le prime visto che risale a più di 11.000 anni fa. Raffigura leopardi minacciosi, tra gli altri animali, che fiancheggiano due uomini mentre uno dei quali si tiene i genitali mentre viene attaccato. Vuole usare il suo membro come arma forse? O è un riflesso incondizionato dato dalla paura?
Una scultura su muro che ha oltre 11.000 anni
Le incisioni di cui sopra erano su panche di pietra incorporate all’interno di un edificio risalente al neolitico e misurano meno di 1 m di altezza e quasi 4 m di lunghezza. Su questa sorta di muretto ci sono diverse immagini raffigurate, o meglio, scolpite. Una presenta un uomo che combatte contro un toro ed è raffigurato con una estensione a forma di pene sull’addome. La sua mano sinistra sollevata e aperta ha sei dita, mentre la destra tiene un’arma simile ad un lazo. A capitanare la squadra che ha ritrovato le raffigurazioni è il dottor Eylem Özdoğan, archeologo dell’Università di Istanbul. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero di Antiquity.
La seconda scena invece, la più interessante per molti motivi nonché la più curiosa, coinvolge due leopardi. Le loro bocche sono aperte, i denti visibili, con lunghe code arricciate verso il corpo. Da ogni lato affrontano un uomo scolpito in tre dimensioni, l’unica figura in altorilievo. È anche l’unica figura di fronte alla stanza. Si tiene il fallo con la mano destra e lo stomaco con la sinistra, forse nel tentativo di proteggere quelle parti delicate.
Il dottor Özdoğan ha spiegato:
Queste figure, incise insieme per rappresentare una narrazione, sono i primi esempi conosciuti di una scena così olistica. Questa era un’immagine delle storie che formavano l’ideologia della gente di quel periodo.
L’insediamento di Sayburç, a 56 km a est del fiume Eufrate e 32 km a nord del confine siriano, risale al IX millennio a.C. quando si stava verificando il passaggio dalla caccia-raccolta all’agricoltura stabile a lungo termine. La panca è stata rinvenuta in una grande struttura comune, che probabilmente fungeva da spazio per feste e altri incontri. Questo, forse, potrebbe significare che la raffigurazione avesse in qualche modo uno scopo celebrativo visto che era in bella vista.
Essendo quella civiltà ancora di tipo agricolo, il dottor Özdoğan ipotizza che si tratta probabilmente di una figura mitica magari venerata dalle comunità agricole come protettore dei raccolti.
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