Uso di internet in Italia nel 2020: cosa dice la relazione dell’AGCOM

L’AGCOM ha pubblicato sul proprio sito istituzionale la relazione annuale 2020, che in un speciale allegato si è concentrata sulle conseguenze che l’emergenza coronavirus ha portato sui mercati dell’informazione. Il Covid-19 ha imposto agli italiani il cambiamento di molte abitudini e ha favorito l’utilizzo degli strumenti informatici a cominciare dalla rete internet.

L’impatto del coronavirus sulla rete internet

La pandemia e il conseguente lockdown hanno incrementato sensibilmente il volume del traffico internet nelle abitazioni italiane, tanto che molte famiglie hanno dovuto attivare una delle offerte internet per la casa disponibili online, ad esempio su linkem.com, per poter lavorare oppure fare lezione. Il traffico dati da ADSL e fibra ottica è cresciuto del 29% per intensità e del 57% per volume medio durante la quarantena, con un +49% anche per quanto riguarda il traffico voce. Questi aumenti hanno riguardato ovviamente anche il traffico mobile, che però ha registrato una crescita meno verticale: il volume medio del traffico dati è infatti salito del 29%, mentre per quanto riguarda l’intensità c’è stato un incremento del 19%. Complessivamente, nel corso del lockdown il traffico medio giornaliero è passato dai 98,84 pentabyte di gennaio-febbraio ai 146,72 pentabyte del bimestre successivo: una crescita così importante da generare sovraccarichi in tutta la rete nazionale, con la velocità media in download scesa dai 61 ai 56 megabyte al secondo sulla rete fissa e dai 36,4 ai 32,2 megabyte al secondo sulla rete mobile. Per ovviare a questo problema è stato anche necessario in certi casi procedere alla riduzione della qualità dello streaming dei video disponibili su piattaforme on demand come Netflix.

La mappa dell’alta velocità nelle regioni italiane

Per quanto riguarda poi i livelli di copertura internet ad alta velocità sul territorio italiano, la relazione annuale 2020 di AGCOM evidenzia una generale discrepanza tra l’effettiva copertura infrastrutturale dei territori e l’accesso che le famiglie hanno a questo tipo di servizio. La ricerca ha infatti rilevato una copertura media in Italia dell’88,9%, a fronte della quale però il dato della diffusione media dei servizi internet ad alta velocità si ferma solo al 37,2%. Una forbice che si allarga se si prendono in considerazione le Regioni del Sud, che in generale vedono un livello di copertura sul territorio molto elevato (Calabria al 95,4%, Sicilia al 94%, Puglia al 93,7%, Basilicata all’84%) ma un accesso effettivo ai servizi internet ad alta velocità spesso più basso della media (Calabria al 31,4%, Sicilia al 35,4%, Puglia al 38,1%, Basilicata al 26,2%). In generale, comunque, il dato relativo alla diffusione delle connessioni ad alta velocità non supera mai il 50%, con Lazio, Campania e Lombardia ad avvicinarsi di più di tutte (rispettivamente 44,2%, 41,4% e 41,3%). Per questo motivo molte famiglie hanno avuto difficoltà a lavorare o studiare durante il lockdown, una situazione che si può migliorare stimolando la capacità di spesa delle famiglie, magari con offerte internet per la casa più vantaggiose, e dando unmaggior impulso alla digitalizzazione del Paese.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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