Vampiri nel regno di Midgard

Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate

Così il Conte Dracula accoglieva Jonathan Harker nel suo castello in Transilvania. E benvenuti sono stati anche quelli che ieri, presso la fumetteria Midgard, hanno partecipato al dibattito “Vampiri – Nella cultura, nel cinema, nell’arte”, che ha sviscerato la figura del “Nosferatu” nelle sue varie declinazioni, dagli albori folkloristici fino ai nostri giorni. A relazionare sull’argomento c’erano Mario Erboso, esperto del genere e responsabile delle pubbliche relazioni Midgard-GDR; Alessia D’Ippolito, studentessa di Lingue, appassionata di letteratura gotica e titolare del Cinema Garden; Ilaria Marino, illustratrice e Angelologa. A moderare il dibattito il padrone di casa della fumetteria Midgard Carlo Borsani.

Da sinistra: Carlo Borsani, Ilaria Marino, Mario Erboso, Alessia D’Ippolito

Il carattere dell’incontro è evidente sin dall’inizio: ad aprire la discussione è stato il poeta del Nucleo Kubla Khan Andrea Napoli, con una poesia a tema. Dopo si è proseguito con una discussione interessante e argomentata: è molto facile, quando si parla di vampiri, scadere in luoghi comuni, abbandonarsi a facili conclusioni o peggio ancora limitarsi alle poche rappresentazioni mainstream. Invece, come accennavamo prima, la discussione è stata fiorente.

La figura del vampiro è stata esposta in tutte le sue declinazioni: dalle figure affini in altre mitologie dal passato, dall’antichità alle Americhe; nel folklore Est Europeo, con i suoi confini sfumati e sovrapponibili ad altri “mostri” tradizionali; fino alla declinazione della letteratura gotica che ne ha fissato l’ideale immaginario: Polidori, Le Fanu, e naturalmente Stoker. E infine le rappresentazioni letterarie più recenti, come quelle di Anne RiceStephenie Meyer.

Non sono mancati anche riferimenti ipertestuali: l’arte visiva che ha immaginato i non-morti come rappresentazioni di paure ataviche dell’umanità ma anche come male fascinoso; richiami anche agli archetipi psicologici del nostro immaginario collettivo; riletture in chiave sociale e politica dei romanzi vittoriani che hanno fatto la storia dei Vampiri.

“Vampiro”, di Edvard Munch

Il pubblico ha partecipato volentieri alla discussione con domande e osservazioni che hanno reso il dibattito dinamico e ancor più interessante; in particolare “uno del Bosone” interrompeva spesso per dire cose sue…

L’esperimento di un dibattito del genere in una fumetteria, cosa che dalle nostre parti sarebbe stato semplicemente impensabile solo qualche mese fa, ci sembra ben riuscito. Abbiamo anche strappato agli organizzatori l’intenzione di continuare in questa direzione con nuovi incontri e dibattiti. A noi non può che far piacere, visto che lo stesso Dracula diceva:

Perché la vita in fondo cos’è? Solo l’attesa di qualcosa d’altro, no?

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Mario Iaquinta

Nato da sua madre “dritto pe’ dritto” circa un quarto di secolo fa, passa i suoi anni a maledire il comunissimo nome che ha ricevuto in dote. Tuttavia, ringrazia il cielo di non avere Rossi come cognome, altrimenti la sua firma apparirebbe in ogni pubblicità dell’8×1000. Dopo questa epifania impara a leggere e scrivere e con queste attività riempie i suoi giorni, legge cose serie ma scrive fesserie: le sue storie e i suoi articoli sono la migliore dimostrazione di ciò. In tutto questo trova anche il tempo di parlare al microfono di una web-radio per potersi spacciare per persona intelligente senza però far vedere la sua faccia. Il soprannome “Gomez” è il regalo di un amico, nomignolo nato il giorno in cui decise di farsi crescere dei ridicoli baffetti. Ridicoli, certo, ma anche tremendamente sexy, if you know what I mean…
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