Youtube gaming: una storia di streaming

Tanti anni fa, in un luogo lontano lontano chiamato Internetto, c’era un servizio di live streaming chiamato (molto praticamente ma con poca immaginazione) LiveStream.

Questo servizio era il primo che includeva un semplice client che permettesse di streammare su un player online qualunque cosa ci fosse sullo schermo di colui che trasmetteva (compresi i giochi).

Si potevano trasmettere anche la propria webcam e filmati precaricati sul sito, facendo una vera e propria timeline. Insomma come una cabina di regia.

Il player online prevedeva una chat moderata.

Il servizio per i tempi era rivoluzionario, tanto è vero che fu utilizzato dal vostro affezionatissimo redattore (io) per fare una compianta gaming webtv che si chiamava FPSItalia (a cui peraltro partecipava anche un certo losco figuro di nome Dave).

Poi Livestream applicò condizioni capestro (e costi capestro) agli account gratuiti, e si limitò di molto il mercato.

Il vostro affezionatissimo redattore si arrabbiò non poco per queste restrizioni ed ebbe l’idea di fare un servizio simile, ma essendo uno sfigato italiano che non vive nella Silicon Valley, la cosa andò a morire assieme a FPSItalia.

Nel frattempo era nato un servizio molto peggiore, che si chiamava Justin.Tv . Il concetto era esattamente lo stesso di LiveStream, ed il target era generico.

Fiutando l interesse del campo del gaming (e relativo mercato), Justin.tv nel giugno 2011 formò un clone dedicato esclusivamente ad esso, che chiamò Twitch.tv, ad affiancare il servizio principale.

Nell’arco di 3 anni (agosto 2014), Twitch.tv faceva così tanti soldi, che justin.tv era inutile, e fu chiusa.

Nel settembre 2014 Google cercò di acquistare Twitch.tv, ma alla fine glie la fregò per un soffio Amazon, per la modica cifra di 960 milioni di dollari.

L’anno successivo (2015, questo) Twitch.tv rese noto che aveva 100 milioni di visitatori al mese, e 1.5 milioni di streamer.

Questa storia secondo voi la racconto perchè mi rode di non aver guadagnato 960 milioni di dollari?

OVVIAMENTE SI!

Ma anche perchè Google non si è arresa, ed avendo giusto un paio di soldini che gli rimanevano in mano da investire, ha capito che forse forse valeva la pena di darsi da fare per scalzare il leader del mercato, visto che ce n’era uno solo (e probabilmente anche perchè gli rugava di aver perso il treno dell’acquisizione di twitch.tv).

Risultato: OGGI, (si, OGGI!), partirà un portale di Youtube dedicato al gaming con servizi dedicati ed una app sia su Apple che su Android Store (ma per ora disponibile solo negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna).

Mossa azzeccatissima perchè molti di quelli che usano Twitch, poi mettono i filmati su Youtube (su Twitch c’è un esportatore apposito, vista la frequenza con la quale ciò viene fatto.)

Non solo, ma in contemporanea o a breve giro di posta dopo il lancio di Youtube gaming, verranno introdotte nuove features su Youtube come (guarda un pò), una chat a fianco dello streaming con moderazione, tools di processazione post streaming per elaborare il filmato e (ça va sans dire), il passaggio al proprio canale di ciò che si è appena trasmesso.

Allettante per chiunque sia nel campo, ed una grossa minaccia per Twitch.

Avremo quindi più scelta, non avremo più un solo re indiscusso del mercato, ed avremo presumibilmente, assieme alla competizione, una gara a fornire un servizio migliore (e forse un abbassamento del prezzo di Twitch Turbo  – il servizio premium di Twitch – , dato che se Google è furba, non farà pagare il servizio gaming come non fa pagare Youtube).

Non ci resta che aspettare e vedere lo sviluppo del mercato.

Mi riservo di aggiornarvi sulla situazione visto che invece di essere in una villa a Las Vegas seduto su una poltrona di pelle umana sono un programmatore che guadagna mille euro al mese e scrivo nel tempo libero per voi, cioè per il Bosone. In fondo chi se ne frega dei soldi? Sono felice di farvi felici, è questo che conta!

Ed ora scusate, devo andare a comprare un cappio.

— Joliet Jake

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Joliet Jake

Nato in una assolata e ridente (?) valle ai confini con la Svizzera, Joliet Jake sfruttò, dalla nascita, questo profluvio di orologi e cioccolato per la sua crescita. Un’errata proporzione nel mix ottenne lo straordinario risultato di farlo arrivare sempre in ritardo e di dipendere dal cioccolato per la propria sopravvivenza. Informatico per passione, ha molti interessi e mirabilmente riesce a fallire in tutto in modo omogeneo. Autore di testi di vario genere per formazione e velleità, si prodiga nella redazione di castronerie astrali. Vi conviene leggere i suoi scritti prima che scompaia ed il suo genio venga riconosciuto postumamente da archeologi in cerca di reliquie letterarie(digitali) di alto lirismo. Che però saranno convinti che la lingua dei testi sia il turcomanno antico.
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