La notizia è divenuta pubblica di recente ma l’evento a cui si fa riferimento risale alla notte tra il 25 ed il 26 Dicembre del 2015; e pur rappresentando qualcosa di importante non si tratta comunque di nulla di divino, mistico, religioso o trascendente, ma di un fenomeno fisico di cui anzi abbiamo già parlato in un articolo precedente: le Onde Gravitazionali.
È di fatti apparsa in questi giorni (la data è del quindici di giugno) sul sito dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, la notizia di nuove registrazioni di segnali gravitazionali provenienti da un evento simile a quello, ormai storico, del 14 settembre.
Anche questa volta si è trattato della fusione di due singolarità supermassive che, cadendo l’una nell’altra mentre si roteavano attorno in una specie di valzer cosmico, hanno prodotto abbastanza energia gravitazionale da perturbare tutto il continuum spaziotempo intorno a loro, producendo increspature, propagatesi in esso come le onde causate da un sasso che cade in uno stagno, che sono giunte fino a noi per essere così rilevate dagli interferometri LIGO e Virgo. Tuttavia si tratterebbe, stando alle osservazioni fatte dagli studiosi, di buchi neri decisamente più piccoli rispetto a quelli osservati e seguiti per la prima volta; infatti, stando ai dati raccolti, quest’ultima coppia sarebbe stata formata da entità aventi rispettivamente 14 e 8 volte la massa del sole, contro le rispettive 36 e 29 masse solari appartenenti alla coppia precedente.
Anche in questo caso, alla fine dello scontro titanico, è emerso un nuovo corpo la cui massa è però inferiore alla somma delle due che l’hanno formato, infatti questo nuovo oggetto vanta 21 masse solari anziché 22, poiché parte della massa, quella mancante appunto, è stata trasformata in energia gravitazionale che ha generato le onde individuate.
Secondo gli studiosi questo evento sarebbe avvenuto intorno a un miliardo e mezzo di anni fa, ed è stato seguito dai ricercatori con più attenzione e da più tempo, tanto da aver seguito per intero le ultime 27 evoluzioni orbitali delle due singolarità, fino al loro collasso finale, generatore del segnale intercettato poi dai due interferometri terrestri.
Questo secondo evento, pur non rivestendo la rilevanza del precedente, ci dice comunque almeno due cose:
1) che i sistemi formati da singolarità binarie non sono così rari, anzi, secondo alcuni studi potrebbero essere loro a formare, come abbiamo già considerato in un altro articolo, la cosiddetta “materia oscura“;
2) che stiamo diventando bravi a cogliere questi segnali così importanti dallo spazio, e che sicuramente nuove tecnologie, come ad esempio il progetto LISA di cui pure ci siamo occupati, ci permetteranno di captare e comprendere meglio le onde G in modo da poter approfondire ulteriormente le nostre conoscenze sia del fenomeno in sé che dell’universo che esso può svelarci.
Fenomeni come questo, ci dimostrano quanto sbalorditivo sia l’universo che ci circonda e quanto potenti siano le forze in gioco che ci permettono di ammirare questo strabiliante spettacolo; inoltre ci rendono coscienti di quanto ancora poco sappiamo della nostra “casa” e di quanto abbiamo ancora da imparare, e ciò nonostante tutto è, in qualche modo, alla nostra portata, dato che non sfugge alla nostra comprensione anzi alcuni modelli teorici prevedevano tali avvenimenti!
Dovremmo dunque riflettere su questo poiché, sia che valga o meno il principio antropico, l’universo è lì davanti ai nostri occhi, a portata delle nostre menti, e noi non dovremmo dare questo fatto per scontato.
FONTI:
Media INAF, notiziario online dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, per la notizia
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