Qualche centinaio di migliaia di persone è, in questo terzo lunedì di giugno, senza voce. Qualche centinaio di migliaia di persone mentre sta seduto in ufficio canticchia a bassa voce. Sono le persone che dal 15 al 18 giugno erano ammassate al parco di Monza per l’iDays Festival 2017; una quattro giorni di concerti che ha portato in Brianza artisti internazionali quali: Green Day, Rancid, Radiohead, Linkin Park, Sum 41, Blink 182, Justin Bieber; e ovviamente migliaia e migliaia di fan.
Chi vi scrive ha partecipato alla giornata di sabato 17, caratterizzata dal punk rock di Sum41 e Blink 182, e dal nu metal dei Linkin Park, headliner della giornata.
Una giornata caldissima, assolata, intensa, della quale ricorderemo la musica ma anche le interminabili code. Eh, sì, perché se l’organizzazione non ha sbagliato un colpo per quanto riguarda le band, tutte puntuali sul palco, un suono a dir poco perfetto e immagini sui maxi schermi degne dei migliori video ufficiali, per quanto riguarda la gestione del pubblico ha lasciato parecchio a desiderare.
Indipendent Days festival e i Days 2017
Un vero peccato perché il festival è da anni uno dei più importanti in Europa, per quanto riguarda la scena rock, punk e indie. Nasce nel 1999 come Indipendent Day Festival, grazie alla sinergia tra Indipendente Concerti e Live Nation, e ha portato in Italia artisti quali: Jo Strummer, Sonic Youth, Nine Inch Nails e Queens of the Stone Age (giusto per citarne alcuni).
Le prime edizioni si sono svolte a Bologna, tranne quella di Milano del 2009; dal 2016 la manifestazione si è spostata al parco di Monza.
La capienza dell’area concerti monzese è di 80.000 persone, che si è avvicinata al sold out nella giornata di sabato; un fronte palco di 60 metri e tre mega schermi da 8 metri x 5 hanno permesso a tutti di seguire i live anche se distanti dal palco.
Band
Come anticipato, abbiamo assistito ai concerti della sola giornata di sabato.
I Linkin Park, a dispetto delle aspettative, sono stati eccezionali; tra il pubblico era alto il timore, poiché l’ultimo album della band (One more Light) non ha avuto una grande accoglienza; invece i ragazzi di Los Angeles non hanno deluso, riproponendo la maggior parte dei loro successi e qualche brano del nuovo lavoro. Incredibile la voce di Chester Bennington, che non sbaglia una nota nemmeno in mezzo al pubblico, e magistrale Mike Shinoda. Scommettiamo che più di una persona ha perso le corde vocali con Numb.
Energici come sempre i Sum 41: hanno fatto saltare il pubblico con il loro sound ruvido, proponendo anche un paio di cover di brani classici (Enter Sandman e We Will Rock you); Deryck Whibley non è invecchiato di un giorno e intrattiene il pubblico come un vero animale da palcoscenico.
Precisi ma forse un po’ freddi i Blink 182, ai quali è mancata la carica trascinante dei Sum 41; bastano però le loro canzoni per far ballare il pubblico: dalle classiche What’s My Age Again?, All The Small Things e First Date, a quelle di California, come Bored to Death. Il plus della loro esibizione è stato suonare alle 20: con il sole che tramontava e il sound punk rock sembrava di essere al Coachella.
Sicurezza
Visti i recenti, tristi eventi di Manchester, le operazioni di sicurezza sono state capillari, con notevoli controlli sia mediante metal detector, che tramite perquisizione di borse e zaini. È stato quasi impossibile portare all’interno dell’area concerti bottiglie d’acqua, creme solari spray, deodoranti e tutto quanto fosse ritenuto pericoloso.
Se da un lato i controlli sono stati doverosi, dall’altro hanno portato a lunghissime file in entrata, con migliaia persone in attesa per ore sotto il sole del pomeriggio. Sabato la fila all’ingresso verde è si è protratta per circa due ore e mezza.
Attimi di perplessità si sono avuti sabato sera durante il concerto dei Linkin Park, quando Chester Bennington si è avvicinato al pubblico e una ragazza ha urlato nel microfono. Appurato dai maxi schermi che non c’era nulla di cui preoccuparsi, tutti sono tornati a godersi la spettacolare voce del cantante.
Più seria, invece, la situazione durante il concerto di Justin Bieber di domenica 18, quando tra il pubblico qualcuno ha rotto una fialetta di una sostanza urticante. Il fuggi fuggi generale è stato comunque mantenuto sotto controllo dagli uomini della sicurezza tempestivamente intervenuti. Tutto si è risolto nel più breve tempo possibile tanto che il concerto non è nemmeno stato interrotto.
La mamma degli idioti è, purtroppo, sempre incinta …
Organizzazione
Lunghissimi erano anche i tempi di attesa ai vari bar dislocati lungo l’area concerti. Personale scarso e impreparato, rifornimenti di acqua spesso insufficienti, un sistema di acquisto che prevedeva prima un passaggio in cassa per munirsi dei famigerati Token e poi un secondo passaggio agli stand, ha creato il caos; alle ore 19, al termine del concerto dei Sum 41 e con due band che ancora dovevano esibirsi, in uno dei grossi bar era esaurita l’acqua; in uno stand di cibo erano finiti i ghiaccioli.
Gli idranti erano del tutto insufficienti a bagnare il pubblico in una giornata che registrava temperature ben oltre i 30°C. Inconcepibile per un festival vuole emergere nella scena europea!
Speriamo che l’edizione 2018 sia organizzata meglio, perché se il livello delle band rimane così alto ci possiamo solo aspettare un’altra edizione sold out.
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