L’Albero di Natale: da dove ha origine?

Anche l'Albero di Natale ha le sue origini e i suoi miti

Natale, una delle ricorrenze più attese e amata da grandi e piccini, l’occasione perfetta dove le famiglie si riuniscono dopo tanto tempo attorno una decorata tavola natalizia con l’atmosfera delle luci dell’Albero di Natale.

Ma da dove ha origine L’Albero di Natale? Ok, è tradizione farlo, ma vi siete mai chiesti cosa significasse e che cosa lega questa decorazione al 25 dicembre?

L’importanza dell’Albero nelle culture

Precisando che non è ben chiara la sua origine in quanto ogni paese e cultura ha la usa usanza, riportiamo alcune testimonianze provenienti da varie parti del mondo che ci riconducono al periodo storico più lontano (e che quindi presuppone l’origine) dell’attuale albero di Natale.

L’Albero di Natale racchiude tanti e diversi significati per molti popoli e mitologie, ognuna delle quali ha una particolarità unica. Possiamo quindi dire che esiste una certa parentela tra l’albero cristiano e quello di altre civiltà.

albero norreno

Citiamo ad esempio Yggdrasill che nella mitologia norrena è l’albero cosmico che significa “cavallo di Yggr” e la cui etimologia deriva da “cavallo” (metafora per forca, patibolo) e “Yggr” (un altro dei tanti nomi con cui viene definito Odino); Kien Mu, l’albero cinese che ordina il mondo tra sopra e sotto composto da 9 radici e 9 rami sulle cui cime vi sono 12 corvi che simboleggiano i segni zodiacali; Asvattha, l’albero di fico rovesciato dell’India chiamato anche Albero della Bodhi e che racchiude un significato profondo.

Anche i Druidi, popolo celtico conosciuto per il rispetto che nutriva verso la natura, hanno iniziato a venerare gli abeti durante il solstizio d’inverno perché vedevano che rimanevano sempre verdi, anche con il freddo invernale – venerandoli come Alberi della lunga vita.

Per i cristiani invece, la scelta dell’abete si deve da una parte alla sua forma triangolare che rappresenta la Trinità, dall’altra si fa riferimento alla Bibbia; la contrapposizione simbolica di Adamo ed Eva che, provati e caduti in tentazione davanti all’Albero dell’Eden, si ritrovano con la nascita di Gesù Cristo e il suo perdono davanti all’Albero della Vita.

La leggenda di Bonifacio

Forse qualcuno già conosce la storia che si racconta a riguardo, il cui protagonista è un Santo di nome Bonifacio.

leggenda di bonifacio

Secondo la leggenda, il Santo affrontò i pagani che credevano ancora nel Dio Thor e con un gruppo dei suoi discepoli, andò alla Sacra Quercia dove il popolo si riuniva per venerare il loro Dio con un sacrificio di sangue. Lì, mostrò loro la verità con queste parole:

 

Questa è la vostra Quercia del Tuono e questa è la croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio Thor!

E così iniziò a colpire la quercia. Si levò all’improvviso un forte vento che fece cadere l’albero spezzandolo in 4 parti. Dietro di esso, vi era un abete giovane e Bonifacio disse loro:

Questo piccolo albero, un giovane figlio della foresta, sarà il vostro sacro albero questa notte. È il legno della pace, poiché le vostre case sono costruite di abete. È il segno di una vita senza fine, poiché le sue foglie sono sempre verdi. Osservate come punta diritto verso il cielo. Che questo sia chiamato l’albero di Cristo bambino.

Secondo questa leggenda quindi, si spiegherebbe perché la scelta per l’addobbo dell’Albero di Natale sia proprio un abete e non un’altra specie sempreverde; si spiegherebbe il motivo per cui sulla punta dell’albero, vi si inserisce solitamente una stella o un puntale, in quanto si innalza verso il cielo.

I pagani, sorpresi dell’accaduto, si convertirono al cristianesimo seguendo gli insegnamenti del Santo e venerando quel giovane abete che ben presto divenne un simbolo del Natale.

L’Albero di Natale nella storia

Leggenda a parte, tra i vari riferimenti storici vi è una scoperta condotta dall’etnologo Ingeborg Weber-Keller, che trovò una Cronaca di Brema del 1570 che racconta di un albero decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.

In questo riferimento troviamo come addobbi alcuni dei prodotti tipici del Natale che non mancano mai sulla tavola: le noci, i datteri, le decorazioni e la frutta. E’ forse da qui che abbiamo preso spunto per riempire le nostre tavole? La risposta è incerta ma possiamo fare comunque una supposizione.

Tuttavia, ancora più indietro nel tempo si è ritrovato un ulteriore riferimento, questa volta proveniente dalla Lettonia e in particolare dalla capitale: la Città di Riga. Secondo questa fonte, il primo albero decorato si deve a Capodanno, addobbato nel 1510 e da qui si diffuse in tutto il mondo questa usanza.

Albero di natale

Credete che sia tutto qui? Ebbene no, abbiamo scoperto che dopo la Riforma di Lutero nel 1483, i protestanti praticavano la decorazione dell’albero come simbolo del Natale.

La presenza dell’Albero di Natale in questo periodo storico lo si deve ai Prussiani che portarono questa usanza nei paesi che non erano soggetti alla Riforma fino a quando quest’ultima non cadde nel 1546, diffondendosi nel resto dell’Europa.

E’ così che a Vienna compare il primo Albero di Natale dopo la Riforma di Lutero nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, ed in Francia nel 1840, introdotto dalla Duchessa di Orléans.

Eppure, a Tallin (Estonia) troviamo un altro ancora riferimento risalente al 1441, quando nella piazza principale venne eretto un grande abete attorno il quale uomini e donne danzavano al fine di trovare la loro anima gemella.

Una notizia certa però, aldilà di tutte queste date, numeri e supposizioni, ci viene da una brochure tedesca che vide la stampa del primo Albero di Natale così come lo conosciamo noi – risalente al 1507.

Fonti:

  • http://news.leonardo.it/tradizioni-di-natale-ecco-come-e-nata-lusanza-di-addobbare-lalbero/
  • http://www.meteoweb.eu/2015/12/albero-di-natale-un-simbolo-ricco-di-significati-storici-e-mitologici/602235/

Tiziana

Difficilmente avvisterete questa donzella in città. Ama la natura e tutto ciò che ne fa parte ma non mettetela alla prova; farebbe di tutto per salvare il pianeta Terra, non si direbbe altrettanto per alcuni umani. Adora gli animali a tal punto da aver sviluppato un linguaggio che usa per comunicare esclusivamente con la fauna. E’ costantemente in compagnia dei suoi più fedelissimi collaboratori: Mirko e Billy. Laureata in Scienze Naturali, nel tempo libero decide di condividere le sue conoscenze con il Bosone. A proposito, Billy e Mirko non sono umani. Sono i suoi zupi.
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