Prendiamo anche qui un punto di partenza fondamentale: i mecha piacciono a tutti.
Non fate finta di nulla, almeno una volta nella vita vi sarà capitato di guardare una giapponesata come piacciono a noi e pensare che quel robot enorme colorato di rosso è effettivamente una figata.
D’altra parte, questo può venire in mente a noi sprovveduti lettori tanto quanto all’autore di 2700.
La nuova fatica ManFont, 2700: Apocrypha infatti, unisce bene un contesto avventuroso e ricco d’azione ad un contesto “realistico” – capirete dopo il perché – atto a creare un microuniverso in cui storie di personaggi simili e non si intrecciano, tutti raccolti sotto un destino comune.
Se spesso si era lasciato direttamente spazio alle tavole inchiostrate per definire quanto ci trovavamo davanti, questa volta la parola viene lasciata ad una corposa introduzione che, oltre a delinearci quanto andremo a leggere, ci apre anche un grande spaccato su quella che è la creazione di un fumetto in generale e la passione che permette alle idee di un giovane autore di poter essere portare avanti, anche a distanza di anni.
Le mani – e le menti – che hanno sudato su queste pagine sono molte ed a tutte è doveroso tributare il giusto spazio: da Manfredi Toraldo, Alessandro Alessi Anghini (già visto all’opera su Le Cronache di Gorlond), Mara Aghem, Matteo Raimondi e Marco Ventura (anche lui su Le Cronache di Gorlond ed Esso 2 – Back to the Closure) alle sceneggiature, a Giorgio Pontrelli, Roberto de Angelis, Erica D’Urso, Matteo Leoni e Virginia Salucci ai disegni (per la copertina è invece da ringraziare Fabio Mantovani), ad Elena Boero, Chiara Demagistris, Alex Montagono e Manfredi Toraldo (responsabile anche di impaginazione e progetto grafico e dell’editing, insieme a David Messina e Sara Pichelli) al lettering, a Claudia Bianco e Manuela Mariuzzo al proofreading.
Un team nutrito, dunque, a cui fa capo un lavoro altrettanto ricco: 2700 infatti vuole narrarci diverse storie, tutte incatenate da un background comune, come prima detto: dopo la scomparsa della civiltà per come la conosciamo, una nuova età medievale è iniziata, portando con sé alcuni stralci del passato (e non ci giunge così strano allora pensare all’esistenza di mecha fantascientifici) ed altre oscure credenze, che arrivano a minacciare l’esistenza di chi vive – o sopravvive – in questo remoto futuro; è qui che entrano in gioco le forze oppressive dell’Inquisizione, tornata in auge sotto la protezione della Chiesa, che si erge contro la minaccia dei Fanti.
Non andremo qui a spoilerare il contenuto di ogni singola storia; nonostante tutto possiamo descrivere a grandi linee quanto ci si ritrova davanti. Che non ci si aspetti qualcosa di “leggero”: ogni storia esprime perfettamente quella drammaticità che una situazione sociale del genere fa trasparire, in cui un’oppressione brutale segna inevitabilmente la vita di chiunque, soprattutto di chi viene visto come diverso e simbolo di odio.
In effetti, nonostante l’introduzione ed anche molte illustrazioni all’interno ci facciano pensare ad una storia improntata sull’uso di mecha e combattimenti all’ordine del giorno, questo volume di 2700 prende rapidamente un percorso diverso, focalizzando l’attenzione sui personaggi “in carne ed ossa” piuttosto che sui nostri amati robottoni.
Ma nessuna conclusione affrettata: il risultato è godibilissimo e la resa delle storie è ottima, riuscendo anche a far appassionare il lettore alle vicende dei protagonisti che via via si troveranno ad essere rappresentati.
Ancora, la resa grafica non può che essere presa come punto di forza dell’intera opera. La rappresentazione grafica è resa egregiamente in tutte le storie e non solo: la differenza di disegnatori ci permette di assaporare tratti diversi, che possono dunque lasciare un tratto distintivo e personale alla storia trattata.
Come al solito, anche qui possiamo trovare una sapiente dose di citazioni, per la gioia di noi tutti.
Se nelle precedenti opere ManFont ci era capitato di trovare riferimenti e citazioni a situazioni particolari di altri media, qui è curioso vedere come proprio una buona parte del volume (Il Momento Esatto, penultima storia) sia palcoscenico – mi sembra proprio il caso di dirlo, visti gli avvenimenti che prendono piede – di un grande riferimento all’universo di Star Wars, a cui vecchi e nuovi fan sono molto legati.
Troveremo allora la Ballata di Lucas Camminastelle, la principessa Leeha, Darvadrio “[…] accecato dalla rabbia al punto di uccidere il suo maestro e mutilare il figlio.” ed altro ancora.
Al termine del volume, una corposa sezione di extra ci permette di dare una lettura ad alcune sceneggiature delle storie narrate, insieme a degli ottimi disegni preparatori e ritratti di personaggi e mecha.
In conclusione, 2700: Apocrypha si dimostra un titolo di tutto rispetto capace di presentare, con poche parole, un universo narrativo nuovo e coinvolgente, riuscendo a catturare completamente l’attenzione del lettore, lasciando nel contempo spazio a domande e curiosità.
Pensare a robottoni e e borghi medievali sarà molto più naturale ora.
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