Ajit Pai, l’assassino della net neutrality, minacciato di morte

Ovvero, di come i troll non siano necessariamente quindicenni brufolosi

Recentemente Ajit Pai non è stato in grado di partecipare ad una trasmissione televisiva sull’emittente statunitense CES a causa della minacce di morte scaturite dalla profonda controversia sulla neutralità del web di cui si è parlato molto di recente negli Stati Uniti.

Per chi negli ultimi mesi ha vissuto sotto una roccia, permettetemi di rinfrescarvi la memoria.

Ajit Pai è un uomo (qui potete trovare il suo Twitter) che è stato nominato dal neopresidente degli Stati Uniti D’America Donald Trump come presidente dell’FCC.Cioè l’ente regolatore di Internet deputato, negli Stati Uniti, a decretarne le regole di utilizzo e di fornitura.

La proposta (poi approvata) di Ajit Pai è stata quella di svincolare i providers dall’obbligo, finora garantito per regolamento, di trattare tutti i tipi di dato allo stesso modo. Di fatto ciò da la possibilità ai providers come Verizon, di cui stranamente proprio Ajit Pai è stato membro in passato (come legale), di discriminare (e far pagare in modo diverso) la natura del traffico Internet (per esempio: social, video, pornografia).

Ciò potrebbe virtualmente permettere un domani di far pagare, invece che 30 euro al mese per qualsiasi tipo di traffico Internet, il “pacchetto social” 10 euro al mese, il pacchetto pornografia 30 al mese etc. in una sorta di contratto “configurabile”.

Non scenderò in commenti od opinioni personali sulla questione, nell’ambito di questo articolo. Sicuramente mi permetto di dire, in termini videoludici, che Ajit Pai è un troll. E lo dico perchè non ho altri termini più adatti a definire un video come quello che potete vedere a questo link (qui invece potete trovare il commento di Jim Sterling)

Dopo aver imposto una decisione, grazie al controllo su un piccolo comitato direttivo e decisionale ed in aperta contraddizione con la volontà della maggior parte del popolo americano (a quanto dicono i sondaggi), Ajit Pai torna a trollare gli “sconfitti” ricordando che si potrà lo stesso instagrammare il proprio cibo, o postare memes. Fingendo che il punto sia o sia mai stato quello, mentre invece il punto non è mai stato il timore di non poterlo più fare, ma di dover pagare di più per farlo.

Questo dopo aver impersonato lo stupido burattino corrotto dalle corporations (cosa di cui è accusato e potenzialmente vera).

E dopo aver sostenuto che la net neutrality svantaggi i malati perchè non si possano istituire canali preferenziali con maggiore velocità per i messaggi relativi alla sanità (falso, perchè tale maggiore velocità esiste anche con la net neutrality, assegnando maggiore priorità ai pacchetti internet dedicati a certi argomenti).

Ora, nessuna minaccia di danno fisico può essere tollerata in una società civilizzata, ma mi chiedo se davvero Ajit Pai sia così naive da pensare di poters comportare in questo modo senza avere delle conseguenze. A meno che tale baldanza non sia derivante da una scarsa conoscenza di Internet.

Il che, in un certo senso, sarebbe una spiegazione coerente con le sue azioni.

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Joliet Jake

Nato in una assolata e ridente (?) valle ai confini con la Svizzera, Joliet Jake sfruttò, dalla nascita, questo profluvio di orologi e cioccolato per la sua crescita. Un’errata proporzione nel mix ottenne lo straordinario risultato di farlo arrivare sempre in ritardo e di dipendere dal cioccolato per la propria sopravvivenza. Informatico per passione, ha molti interessi e mirabilmente riesce a fallire in tutto in modo omogeneo. Autore di testi di vario genere per formazione e velleità, si prodiga nella redazione di castronerie astrali. Vi conviene leggere i suoi scritti prima che scompaia ed il suo genio venga riconosciuto postumamente da archeologi in cerca di reliquie letterarie(digitali) di alto lirismo. Che però saranno convinti che la lingua dei testi sia il turcomanno antico.
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