Scout, il robot di consegna a ruote autonomo di Amazon, ha iniziato a consegnare i pacchetti già da un anno a Irvine, in California, secondo quanto riportato dall’azienda.
I robot Scout operano dal lunedì al venerdì, durante le ore diurne. I clienti di Irvine ordinano i loro pacchi normalmente, comprese le opzioni per la consegna in giornata per i membri Prime. I robot a sei ruote seguono autonomamente il loro percorso di consegna e durante le fasi iniziali, sono stati accompagnati da un essere umano che è intervenuto per studiare e classificare eventuali problemi tecnici o di altro genere.
I post di Amazon non hanno mai specificato la possibilità che lo Scout possa consegnare anche cibo e prodotti quotidianamente consumabili. Tuttavia, è scontato come questa tecnologia possa beneficiare un’incredibile gamma di servizi come anche quello dei traslochi o addirittura servizi di sgombero a partire da 50€ come già presenti curati dalla “controparte” umana in tutta Italia. Insomma, lo Scout si rivelerà un successo e il gigante di Seattle darebbe sicuramente alla concorrenza qualcosa di cui preoccuparsi.
Tra i nodi centrali dello sviluppo di questi corrieri 3.0 c’è la necessità di realizzare un bot che sappia reagire e comportarsi in modo da garantire sicurezza a sé stesso, al proprio contenuto e alle persone che si trovano nelle vicinanze. Chiaramente non si tratta di una faccenda semplice, sia dal punto di vista della programmazione del bot, sia delle numerose ore di prova e collaudo ancora in corso da agosto 2019.
A quanto dichiarato, però, gli Scout ne hanno fatta di strada, in tutti i sensi:
i dispositivi hanno navigato in modo sicuro e autonomo attraverso i numerosi ostacoli che si trovano nei quartieri residenziali — bidoni della spazzatura, skateboard, sedie da giardino, spazzaneve occasionali e altro ancora.
Ora, il test più difficile sarà migliorare i processi di interazione e l’approccio con gli esseri umani che chiaramente, devono interagire con i robot mentre accettano pacchi e vivono circondati da questi dispositivi “passeggianti”. Dai risultati delle ultime prove dipende il futuro di Scout: lo vedremo presto anche in Italia?
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