“Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto” recita Ramon Rojo nella celeberrima pellicola di Sergio Leone, Per un pugno di dollari. Ma tra un uomo con la pistola e uno con l’arco, invece, chi la spunterebbe? È questa la singolare domanda che si sono posti alcuni archeologi dell’Università di Exeter, nel Regno Unito. La risposta? A dir poco sorprendente. Archi e frecce medievali risultavano dannose tanto quanto gli spari delle moderne armi da fuoco.
I risultati dello studio
Sfortunatamente, nessun arco di epoca medievale è giunto intatto fino ai giorni nostri. Per questo, è stato finora molto difficile per gli scienziati comprendere quale fosse l’impatto di questa arma.
In passato, studi in merito si erano concentrati sulla ricostruzione di alcune repliche, in particolare di modelli dalla forma allungata, tipici del XVI secolo.
La nuova ricerca, però, ha messo in luce che i precedenti studi non risultavano del tutto completi. In particolare, essi erano lacunosi riguardo il funzionamento degli archi e la portata dei danni causati dalle frecce.
Analizzando 22 frammenti di ossa e tre denti, rinvenuti nel cimitero domenicano di Exter, i ricercatori hanno scoperto che la ferita di un cranio, tanto profonda da perforarlo da parte a parte, era da ricondurre alla freccia scoccata da un arco.
Ulteriori ferite sono state rinvenute nelle ossa, all’altezza della tibia e nel femore. Secondo gli esperti, dopo aver inferto il colpo di grazia alla testa, le frecce sarebbero state scagliate in queste zone in un momento successivo.
In questo modo, gli angoli di entrata atipici sarebbero spiegati dalla posizione del corpo, riconducibile a quella di chi ha già subito un trauma. In alterativa, la persona potrebbe essere stata ferita mentre era a cavallo.
Archi e frecce vs proiettili
Cosa accomuna archi medievali e moderne armi da fuoco? Stando agli studi degli archeologi, le frecce venivano scagliate con un movimento in senso orario, che garantiva maggiore precisione, stabilità e forza nell’impatto.
Come sottolineato dal team di studiosi, guidato da Oliver Creighton, anche i proiettili venivano rigati in modo che ruotassero nella stessa direzione. Uno studio molto interessante, dunque, che permette di fare ulteriore chiarezza sulle cruente battaglie del passato e sulla letalità delle armi medievali.
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