Vi siete mai chiesti come facciano le azioni Amazon a non tramontare mai? Sono anni che il pacchetto azionario del colosso di Seattle non accenna a voler rallentare la propria corsa: tra un trend rialzista all’apparenza inarrestabile, innovazioni che sanno di film cyber punk (non da ultimo l’Amazon Go) e flotte di droni che potrebbero segnare un ritorno ai piccioni viaggiatori, stavolta robotici, quello di Jeff Bezos sembra essere sempre più un genio nato da un patto faustiano col diavolo, piuttosto che intelletto normale.
Non abbiamo nemmeno avuto il tempo di finir di recitare a memoria il motto di Steve Jobs, “Be foolish stay hungry” che dal paese a stelle e strisce è fuoriuscito un altro di quegli uomini destinati a segnare definitivamente le nostre vite.
Ebbene, Amazon è dunque la nuova Apple?
Stando alle informazioni e alle analisi svolte dal sito edilbroker.it, uno dei migliori siti di analisi di titoli finanziari e preparazione al trading online per gli abitanti dello stivale d’Europa, si tratta di questo e molto altro: le azioni Amazon sono destinate a raggiungere confini di gran lunga maggiori rispetto alla Apple.
La creatura di Bezos, infatti, è attualmente tra le società con più raccomandazioni buy al mondo: degli analisti che si occupano del rating dei titoli azionari, infatti, il 98% si pronuncia a favore dell’acquisto e solo il 2% continua a restare scettico, arrestandosi sulle timida posizione di hold.
Che dire? Dopo che anche il partigiano dello scetticismo nei confronti delle azioni Amazon, Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi del pianeta oltre ad essere il guru della finanza americana (oltreoceano lo chiamano l’Oracolo di Omaha) ha deciso di ricredersi e ha investito oltre 900 milioni di dollari nelle azioni Amazon, annunciando pubblicamente che il colosso di Seattle «aveva superato qualsiasi cosa avessi mai sognato. Non avevo idea che avesse un tale potenziale […] Sono rimasto colpito da Bezos fin dall’inizio, non avrei mai pensato che riuscisse a fare quello che ha fatto», non penso ci siano più dubbi che reggano.
Si tratta di una società che punta ai record: entro il 2020, infatti, dovrebbe riuscire a sfondare il muro dei 3000 dollari ad azione, portando la società ad una capitalizzazione mai vista di 1,5 trilioni di dollari. Per capirci, si tratta di oltre la metà dell’attuale debito pubblico italiano, che ammonta a circa 2,4 trilioni di euro.
L’incidenza di una società che riesce a raggiungere certi numeri sull’economia globale è qualcosa sulla quale ancora bisogna scoprire molto, ma sicuramente ciò ne fa una di quelle poche compagnie considerate troppo grandi e potenti per poter fallire, a fianco delle più importanti banche mondiali.
Il segreto sotto un simile successo? Al di sotto degli immensi profitti di Amazon e del suo valore di mercato, sorprendentemente, non vi è il servizio di e-commerce e servizio a domicilio che tutti conosciamo: quello non è che la punta dell’iceberg.
A fondare l’intero meccanismo di Amazon, quel terribile insieme di efficienza, innovazione e genialità, è la sezione Amazon Web Services, settore che si occupa dello sviluppo delle tecnologie legate al cloud computing.
I prodotti di Amazon Web Services non solo vanno a supportare le varie piattaforme Amazon (Amazon Music, Amazon Movie, la piattaforma di e-commerce e ora anche Amazon Go), ma vengono anche condivisi con numerose altre società, permettendo alla compagnia flussi di denaro cospicui e costanti, grazie ai quali non solo portare avanti la ricerca ma perfezionare anche i restanti servizi.
Se, dunque, ci stavamo chiedendo come Amazon potesse pensare di invadere così tanti settori del mercato, da quello della vendita al dettaglio (Amazon Go), a quello dell’e-commerce, dello streaming, delle consegne a domicilio, dell’editoria e tra non molto anche quello finanziario (con il lancio di una carta di credito dedicata), la risposta sta nella sua capacità di supportare il tutto attraverso invenzioni avanguardistiche nel settore informatico.
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