Birb: il linguaggio di programmazione basato su emoji di uccelli

Nel vasto e in continua evoluzione mondo della programmazione, l’innovazione è una costante. Una delle novità più affascinanti e curiose degli ultimi tempi è Birb, un linguaggio di programmazione che utilizza emoji di uccelli come elementi fondamentali. In quanto programmatore in erba questo argomento mi ha stuzzicato e non poco e ho deciso di vedere le caratteristiche di Birb, il suo funzionamento, le implicazioni per il futuro della programmazione e perché potrebbe essere più di una semplice novità.

Chi è dietro Birb?

Marvin Burner, già noto nel campo della programmazione per il suo lavoro sul linguaggio funzionale Bruijn, è la mente creativa dietro Birb. Questo linguaggio è stato sviluppato con l’obiettivo di semplificare la programmazione utilizzando elementi facilmente riconoscibili, come emoji di uccelli, per rappresentare funzioni e variabili.

Questa scelta non è solo un trucco per attirare l’attenzione, ma un tentativo serio di rendere la programmazione più intuitiva e accessibile. Pensate alla modalità del coding nelle scuole: imparare la logica di programmazione attraverso il processo di gamification: il nocciolo della questione è la stessa, tranne per il fatto che non si tratta di un gioco ma di emoji.

Come funziona Birb?

A prima vista, Birb potrebbe sembrare un gioco, ma è un linguaggio di programmazione completamente funzionale. Utilizza il calcolo lambda basato sull’indice di Bruijn, una tecnica che consente di costruire programmi senza l’uso di nomi di variabili, rendendo il codice più pulito e facile da gestire. Inoltre, Birb adotta il principio della “programmazione combinatoria”, secondo il quale ogni funzione può essere rappresentata da due tipi di combinatori standard.

Ad esempio, l’emoji della civetta “🦉” rappresenta l’espressione \ab.b(ab), mentre l’anatra “🦆” rappresenta \abc.c(ba), e così via. Questo rende il linguaggio estremamente flessibile e intuitivo, offrendo nuove possibilità per la scrittura di codice.

birb codice programmazione

Immaginiamo di voler scrivere un semplice programma in Birb che calcola il fattoriale di un numero. In un linguaggio di programmazione tradizionale come Python, il codice potrebbe apparire così:

def factorial(n):
    if n == 0:
        return 1
    else:
        return n * factorial(n-1)

Ora, in Birb, potremmo utilizzare l’emoji della civetta “🦉” per rappresentare una funzione ricorsiva e l’anatra “🦆” per una funzione condizionale. Il codice potrebbe apparire più o meno così (ipoteticamente, poiché Birb è un linguaggio molto nuovo e ancora in fase di sviluppo):

🦉🦆🦉🦆

In questo esempio ipotetico, ogni emoji rappresenta una specifica funzione o operazione. Ad esempio, “🦉” potrebbe rappresentare la funzione ricorsiva del fattoriale, mentre “🦆” potrebbe essere utilizzato per la condizione if n == 0.

La bellezza di Birb sta nella sua semplicità e nell’uso di simboli facilmente riconoscibili per rappresentare concetti complessi.

Perché utilizzare Birb?

Uno dei vantaggi più evidenti di Birb è la sua semplicità e l’approccio user-friendly. Utilizzando emoji facilmente riconoscibili, il linguaggio rende la programmazione più accessibile e meno intimidatoria per i principianti.

Ma non è tutto: tutti i simboli in Birb che non sono emoji di uccelli vengono trattati come commenti. Questo semplifica ulteriormente la lettura e la comprensione del codice, rendendo Birb un ottimo strumento didattico per chi è nuovo alla programmazione. Un programmatore serio, per quanto principiante, sa quanto commentare il codice sia importante. E ve lo dice uno che lo ha imparato a sue spese.

Ha potenzialità per il futuro?

Sebbene Birb sia ancora in una fase iniziale, le sue potenzialità sono enormi. Potrebbe diventare uno strumento utile per l’insegnamento della programmazione o addirittura trovare applicazioni in progetti più complessi.

Il codice sorgente del progetto è scritto in Haskell e distribuito sotto licenza MIT, il che significa che la comunità di sviluppatori può contribuire al suo sviluppo e perfezionamento. In un mondo sempre più digitalizzato, linguaggi come Birb potrebbero rappresentare il futuro della programmazione.

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Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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