Come già detto precedentemente, il primo volume di Batman: Dannato di Black Label ha sicuramente generato molto scalpore, anche se ciò che ha reso più famoso l’albo non è certo il suo stile narrativo o grafico, ma bensì delle controversie piuttosto scomode per la casa editrice. La seconda parte della miniserie è uscita negli USA con quasi un mese di ritardo rispetto alla data prevista, e osservando le tavole è facile intuire alcune delle correzioni applicate nel frattempo.
Questo secondo volume fa evolvere le premesse del primo in modo abbastanza lineare: non aggiunge molto a livello di trama e cerca di immergere ancora di più il lettore nella situazione di completo smarrimento vissuta dal Cavaliere Oscuro.
Azzarello e Bermejo hanno avuto modo di spiegare in alcune interviste che il loro intento iniziale era quello di mostrare un Batman molto più debole e fragile di quello a cui siamo abituati, quasi sempre in pieno controllo delle assurde situazioni in cui si trova, ed anche se credo che in moltissime altre storie del personaggio, anche recenti, sia già stato esplorato questo filone, Batman: Dannato riesce comunque a mostrare un eroe particolarmente perso e bisognoso di risposte. In questo volume si trovano delle reinterpretazioni di Etrigan e di Harley Quinn che lasceranno anche il lettore particolarmente confuso (soprattutto quella di Etrigan, qui visto come un criminale amante del rap). Non viene ancora chiarito il reale motivo del coinvolgimento di Constantine in una vicenda che non sembra riguardarlo particolarmente, ma sapremo probabilmente di più grazie al terzo volume.
Un elemento inaspettato nell’albo è la presenza di 2 tavole che tendono a paragonare la madre del protagonista e Harley Quinn, facendo collidere ancora di più i 2 piani della narrazione (l’infanzia di Bruce e il presente).
Ciò che credo sarebbe stato molto interessante vedere in questo secondo volume (e che spero di poter trovare nel terzo) è un approfondimento dell’alienazione che Bruce Wayne sembra provare verso il suo costume (e quindi il suo alter ego supereroistico) nella prima parte della miniserie; ma qui, quel discorso sembra venire accantonato per dare più spazio all’infanzia del protagonista e agli avvenimenti verificatisi a Gotham dopo la (presunta) morte di Joker.
Non ci resta quindi che aspettare l’uscita dell’ultimo volume per scoprire se davvero Batman ha ucciso Joker o, altrimenti, com’è finito in questa situazione.
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