Dopo alcuni scavi nella zona di Stratford-Upon-Avon, la città di William Shakespeare, sono stati rinvenuti 24 frammenti di pipe, alcuni dei quali proprio in quello che doveva essere il giardino del poeta. Uno studio ha dimostrato che in otto di quei reperti vi fossero tracce di cannabis, quattro dei quali provenienti dal giardino di Shakespeare.
Il padre del teatro inglese, William Shakespeare, fumava erba?
Lo studio, pubblicato dal South African Journal of Science, è stato condotto da alcuni ricercatori, guidati dall’antropologo Francis Thackeray dell’University dell’ Witwatersrand a Johannesburg. Attraverso avanzate tecnice di gascromatografia, i ricercatori hanno ritrovato tracce di cannabis, anche nei reperti rinvenuti nella proprietà di Shakespeare. Ma molte sono le cocaina peruviana e di altre sostanze, come tabacco, canfora e altri estratti di allucinogeni della noce moscata.
I reperti, risalenti al diciannovesimo secolo, sono da collocare in un periodo in cui la canapa era ampiamente utilizzata nella produzione di corde e vestiti. Allo stesso modo, la marijuana veniva utilizzata nella terapia di alcune condizioni mediche. Nonostante ciò con questa scoperta si può pensare che nel Rinascimento in Inghilterra l’utilizzo delle droghe non fosse solo a scopo officinale ma anche ricreativo.
Non solo prove scientifiche
Incuriositi da questo studio alcuni lettori e studiosi hanno cercato alcuni riferimenti alle droghe nei suoi componimenti. Tra questi viene spesso indicato il Sonetto 27 (versi 1-4)
Weary with toil, I haste to my bed,
The dear repose for limbs with travel tired;
But then begins a journey in my head
To work my mind, when body’s work’s expired.Stremato dalla fatica, mi precipito a letto,
Caro riposo per le membra stanche del tragitto;
Ma allora ha inizio un viaggio nella mia testa che mette in
Moto la mia mente, quando il lavoro del corpo è terminato.
La combinazione delle analisi dei testi e questo studio, ci fa dunque ipotizzare che Shakespeare abbia utilizzato narcotici e altre sostanze psicotrope come fonte di ispirazione. Pratica ben nota in quell’epoca ed utilizzata anche da tanti altri geni letterari di qualsiasi periodo storico.
Senza alcun dubbio, come afferma lo studio: “Le analisi letterarie e la scienza chimica possono essere reciprocamente vantaggiose, unendo le arti e le scienze nel tentativo di comprendere meglio Shakespeare e i suoi contemporanei”.
Leggi anche:
Charles Darwin, la strana passione per la carne dello scienziato
150esimo compleanno della tavola periodica
Emily Bronte: l’autrice di Cime Tempestose compie 200 anni
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.