Una delle caratteristiche più inaspettate di Come una bestia feroce, il secondo episodio di Caput Mundi: Nero, è che anche se la serie parte dall’idea di concentrarsi sul personaggio di Nero, la narrazione qui si fa leggermente più policentrica, reinserendo personaggi come l’Uomo invisibile e la Coscienza di Roma, e dando molto spazio anche a Eva. La struttura di questa stagione ricorda molto perciò quella della prima, con un gruppo di protagonisti dapprima circoscritto, che si amplia di molto nel corso della narrazione.
Il personaggio a cui viene data più attenzione è però il villain. Il Nano viene qui usato chiaramente come espediente narrativo, per permettere alla nuova Mummia di descrivere le sue strategie direttamente al lettore, come nei più classici comics supereroistici americani. Per esprimere appieno la pericolosità del personaggio viene poi utilizzato un altro meccanismo molto comune: si prende un personaggio che abbiamo imparato a riconoscere come molto temibile in combattimento (in questo caso Eva) e si stabilisce che il villain è talmente superiore da poterne fare ciò che vuole.
Nonostante la narrazione si svolga quindi in modo abbastanza classico, l’albo è molto scorrevole finché concentra la sua attenzione sulla trama principale. Le sottotrame dedicate ad Eva ed al Teschio sembrano invece appesantire la storia raccontata con dettagli alquanto slegati dal suo fulcro, che avrebbero probabilmente avuto maggiore rilievo in albi dedicati a questi personaggi.
Il comparto grafico della serie, infine, rimane molto efficace e funzionale alla narrazione. Minotti si conferma una scelta più che azzeccata per rappresentare le scene oniriche, e Andy Pompeo, che si occupa di tutto il resto dell’albo, riesce a valorizzare appieno scene come la nascita di Teschio con un sapiente uso dell’inchiostro.
Seppur meno coinvolgente del primo episodio, Come una bestia feroce accresce la caratterizzazione di molti dei personaggi della serie e lascia il lettore incuriosito dall’efficace cliffhanger finale.
Per chiunque voglia recuperare la recensione del primo albo di questa miniserie, eccola qui.
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