Sherlock Holmes è un investigatore, e per definizione, acciuffa i criminali, in particolare gli assassini. Ma un genio come Conan Doyle non poteva accontentarsi dei clichet. Nemmeno per i cattivi di Sherlock.
I Cattivi di Sherlock Holmes
Il dottor Moriarty
Sir Doyle lo dipinge come un’ombra, incredibilmente sempre un passo avanti a Holmes. E’ lo stesso Sherlock a definirlo “il Napoleone del crimine”. James Moriarty è un professore di matematica e responsabile della metà dei crimini che avvengono a Londra, almeno secondo Sherlock Holmes.
Anche ai giorni nostri, nella Londra di “Sherlock”, James Moriarty è un inafferrabile criminale, con mani in pasta ovunque, capace di compiere i delitti più sordidi con perfetto sangue freddo. E qui sta forse la principale differenza con il Moriarty di sir Doyle. Da una parte troviamo il criminale cinico e freddo, dall’altro la più lucida e razionale follia. Il Moriarty della BBC è un giovane uomo dalla mente ottenebrata da un malato desiderio di potere e controllo. Per il Moriarty di sir Doyle, Sherlock Holmes è solo un avversario di tutto rispetto. Ma oggi, a Londra, c’è un folle, ossessionato dall’unica persona in grado di tenergli testa: Sherlock Holme.
I due scontri hanno un epilogo che rispecchia questa diversità. Conan Doyle ci descrive un luogo incontaminato, le cascate di Reichenbach, in Svizzera, dove i due eterni avversari si scontrano in un corpo a corpo, per determinare il vincitore da gentiluomini. E sempre di cascate si tratta anche a Londra, duecento anni dopo. Sono quelle moderne offerte da un grattacielo, e non assistiamo a un duello ad armi pari, ma al compiersi di un piano diabolico ordito da Moriarty per distruggere psicologicamente Il suo avversario, attaccandolo negli affetti più cari.
Irene Adler
Facciamo la conoscenza di Irene Adler nel racconto “Scandalo in Boemia”. Qui Conan Doyle dà una bella lezione al suo detective, costringendolo ad abbassare la cresta e ad ammettere di essersi fatto mettere nel sacco da una donna. E il signor Holmes, con grande eleganza, ammette la sconfitta. E tanta è la sua ammirazione per Irene Adler, che da quel momento si riferisce a lei con il solo appellativo di “La Donna”.
L’Irene Adler descritta nella serie delle BBC è affascinante e acuta. Ma anche lei ha un punto debole che si rivela essere proprio Sherlock. Irene Adler è una donna, non solo un’astuta criminale che riesce a ottenere quel che vuole, cercando per quel che riesce, di non fare male a nessuno.
Se sulla carta Irene Adler è solamente un’abile truffatrice, scaltra e imprevedibile, lo Sherlock di oggi ha a che fare con una persona astuta ma facile preda delle sue debolezze, che a sua volta deve guardarsi le spalle; le persone che hanno un conto in sospeso con lei sono tante.
Charles Magnussen
Ricchissimo, magnate della carta stampata, Charles Magnussen è la versione in carne ed ossa del signor Milverston, che compare nel romanzo “Il ritorno di Sherlock Holmes”.
In questa occasione, il signor Milverton fa la sua entrata in scena già cadavere, ucciso nella sua abitazione proprio mentre l’accoppiata di Baker Street fa il suo ingresso per cercare delle lettere compromettenti. Perché è questo che il signor Milverton fa, esattamente come il suo alter ego attuale: ricattare le persone, servendosi della miriade di informazioni di cui viene a conoscenza grazie alla sua professione. Nella nostra serie tv, il signor Magnussen addirittura memorizza tutto quello che apprende, rendendo impossibile neutralizzare la sua banca dati. Quantomeno in modo legale.
Infatti, un’altra cosa che accomuna questo due torbidi personaggi è il fatto che portano i due Sherlock a venire meno ai loro principi. E se nella carta stampata, il geniale investigatore si limita a rifiutarsi di collaborare a cercare gli assassini dell’uomo, sostenendo di stare dalla loro parte, nella serie della BBC il nostro si spinge ben più in là, scavalcando quel confine che pensavamo invalicabile tra assassino e investigatore.
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