I Ciclopi sono sempre stati una affascinante fonte di ispirazione per miti e leggende; come sappiamo, sono delle creature descritte come terrificanti a causa della loro stazza e della loro principale caratteristica da cui ne deriva il nome: il singolo occhio al centro della fronte.
Chi non conosce Polifemo, il Ciclope che Ulisse incontrò durante il suo viaggio di ritorno verso casa raccontato nell’Odissea? Ma altre storie mitologiche vedono protagonisti questi personaggi. Conosciamoli meglio e vediamo da dove nascono le loro leggende.
I ciclopi, figli di Urano e Gea
Secondo la mitologia greca, i Ciclopi erano i figli di Urano e di Gea; tre erano i giganti Titani di nome Bronte, Sterope e Arge, che furono esiliati dal padre perché timoroso che potessero usurparlo del suo dominio sull’Universo e successivamente liberati da Gea.
Secondo le leggende, i Ciclopi erano degli abili fabbri in grado di maneggiare e sfruttare ogni elemento naturale; tra i diversi oggetti da loro creati ci sono le famose saette di Zeus, il tridente di Poseidone, l’elmo di Ade.
Vivevano e lavoravano nell’officina di Efesto alle pendici del monte Etna, in Sicilia. Ed è qui che partono le leggende e i miti sui Ciclopi.
La Sicilia: terra dei giganti monoculari
La nostra bellissima e amata isola è la terra dove nascono le leggende dei Ciclopi, degli esseri giganti dal singolo occhio che vivevano alle pendici dell’Etna e anche sull’isola di Lemno.
Circa 30 mila anni fa, dei marinari sbarcarono lungo le coste siciliane e si imbatterono in dei teschi strani. Erano molto grandi, simili a quelli umani secondo le loro testimonianze, ma con una singola orbita oculare posta al centro della fronte.
Per quanto possa sembrare affascinante (e alcuni di noi vorremmo che fossero davvero esistiti), i Ciclopi sono e rimangono delle leggende della mitologia greca e fantasie di Omero che ritroviamo nella sua epica.
Fantasia o realtà? Sono esistiti davvero i Ciclopi?
Le testimonianze e il ritrovamento non sono in realtà una fandonia; sono stati ritrovati dei teschi che corrispondono alla descrizione dei marinai, ma c’è un errore di fondo ed è dal punto di vista paleontologico.
Questi teschi appartengono agli elefanti nani – Palaeodoxon falconeri – alti appena 90 cm e vissuti in Sicilia e altre isole del mediterraneo migliaia di anni fa.
La loro cavità nasale venne scambiata per l’orbita oculare dai marinai che vivevano a quei tempi nell’ignoranza di tale disciplina. Ma è grazie a loro se oggi, veniamo deliziati da racconti dove i Ciclopi sono i protagonisti.
Polifemo, il Ciclope che incontrò Ulisse al suo ritorno verso Itaca
Nell’Odissea di Omero, Ulisse si ritrova in una caverna insieme ai suoi compagni; altro non era che la casa di Polifemo, il gigante Ciclope figlio di Poseidone e la ninfa Toosa, mangiatore di uomini che il protagonista raggira con astuzia per salvarsi.
«Qui un uomo aveva tana, un mostro,
Odissea – Omero
Che greggi pasceva, solo, in disparte,
E con gli altri non si mischiava,
Ma solo viveva, aveva animo ingiusto.
Era un mostro gigante; e non somigliava
A un uomo mangiator di pane, ma a picco selvoso
D’eccelsi monti, che appare isolato dagli altri.»
Polifemo lo troviamo tuttavia citato in altre opere di autori importanti nella storia; basti pensare a Teocrito, che descrive il gigante come un’anima buona e amichevole. Oppure Ovidio in “Aci e Galatea“, dove Polifemo – innamorato di Galatea – uccide Aci con un masso. E ancora Euripide e la sua opera “Il Ciclope“, in cui cita la vicenda narrata da Omero.
Domande frequenti
Cosa erano i Ciclopi?
Nella mitologia greca, i Ciclopi sono giganti con un solo occhio al centro della fronte. Ci sono due tipi di Ciclopi: quelli primordiali figli di Gea e Urano, e i Ciclopi omerici come Polifemo.
Dove viveva il Ciclope?
Nella mitologia greca, i Ciclopi vivevano in luoghi isolati e lontani dalla civiltà. Nel caso di Polifemo, la sua casa era una grotta su un’isola. I Ciclopi primordiali invece, vivevano nel mondo sotterraneo e lavoravano alle fucine per gli dei.
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