Si spegne a 75 anni l’attore olandese Rutger Hauer. Nella giornata di ieri, 24 luglio, si sono tenute le esequie e il decesso pare essere avvenuto il 19 luglio dopo un periodo di malattia.
Il ruolo che lo ha reso noto e iconico è quello del replicante Roy Batty in Blade Runner, del 1982, diretto da Ridley Scott e ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? Di Philip K. Dick.
In particolare ricordiamo tutti il suo monologo, il cui incipit è entrato a far parte del nostro linguaggio comune.
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.
Momento davvero iconico che scrisse lo stesso Rutger Hauer, che ha commosso e colpito fin dal primo istante. Curiosità del monologo tenuto durante l’epilogo della pellicola è quella di aver improvvisato totalmente, caratteristica che ha reso davvero unica la sequenza del film e che adesso è diventata una parte leggendaria del collettivo audiovisivo.
Ma le sue capacità artistiche non si limitano solo a quel ruolo. Nella sua carriera Rutger Hauer ha preso parte a più di 170 pellicole. Altro ruolo indimenticabile è quello di Etienne in Ladyhawke(1985). Ma tra le sue interpretazioni ricordiamo Eureka (1983), La leggenda del santo bevitore (1988), Sin City (2005), Batman Begins di Christoper Nolan (2005) e Hobo with a Shotgun (2011).
L’artista nacque nella provincia di Utrecht, crebbe ad Amsterdam, figlio, con altre tre sorelle, di una coppia di attori drammatici. Sulle orme del nonno, capitano di lungo corso, a 15 anni lasciò la famiglia per imbarcarsi su una nave mercantile. Costretto a tornare sulla terraferma a causa del daltonismo da cui era affetto, svolse lavori saltuari di elettricista e carpentiere, mentre frequentava le scuole serali di recitazione.
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