Durante l’avanzata tedesca, nell’ottica della Seconda Guerra Mondiale, verso Est ( alla ricerca di “maggior spazio vitale per la Germania” da ottenere a danno dei popoli slavi) l’esercito nazista occupò, tra le altre, i territori della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa e della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.
In seguito alla liberazione da parte dei sovietici, che avverrà nel ’43, verrà ripristinato lo status quo precedente.
I territori della RSS Bielorussia e della RSS Ucraina, corrispondenti al Reichskommissariat Ukraine( Commissariato Ucraino del Reich) amministrato dai tedeschi, con capitale Rivne(invece di Kiev) nella persona di Erich Koch, Reichcommissario posto come governatore.
Dopo questa premessa, e dopo avervi raccontato in un precedente articolo della Battaglia di Stalingrado che libererà i territori dell’U.R.S.S. occupati, voglio raccontarvi la storia di una selezione di calciatori ucraini che sfidarono, negli anni ’40, varie squadre tedesche o collaborazioniste straniere in un torneo organizzato dagli stessi aguzzini. Sebbene non manchi chi crede che sia una semplice pagina dello sport ucraino arricchito da qualche dettaglio dal sapore del mito, nonostante non manchino i riferimenti cinematografici(Il celeberrimo “Fuga per la vittoria” dell’81 con la partecipazione di Sylvester Stallone e Pelé, considerato il più grande calciatore di tutti i tempi).
E’ necessario considerare che i fatti narrati nel film, seppur ispirati storicamente non descrivono oggettivamente la realtà così come è avvenuta. Infatti i giocatori della Start FC, la selezione ucraina della quale vi parlerò, non corrispondono a quelli narrati nel film. Robert Hach(Sylvester Stallone, capitano ); John Colby ( Alleati – Inghilterra); Luis Fernandez( Pelé, Alleati – Trinidad); Terry Brady( Alleati – Inghilterra); Carlos Rey ( Alleati – Argentina); Michel Filieu ( Alleati – Belgio ); Paul Wolchek (Alleati – Polonia); Gunnar Hilsson (Alleati – Norvegia); Sid Harmor ( Alleati – Inghilterra); Pieter Van Beck ( Alleati – Olanda); Doug Clure (Alleati); Arthur Hayes (Alleati – Scozia); Erik Ball ( Alleati: Danimarca); Tony Lewis (Portiere alleato – Alleati – Irlanda) non sono realmente esistiti e la Start FC era composta unicamente da giocatori ucraini.
Kordik, rifugiatosi in Ucraina nella capitale Kiev, dopo essere fuggito dal natio Impero Austro-Ungarico, si ritrovò a dirigere un panificio in città. Il 22 Giugno del 41′, Kiev è bombardata dalla Luftwaffe(aviazione nazista) e rasa al suolo. Kordik, conscio del morale a terra personale e della popolazione della capitale, decide di assumere Trusevich( al tempo portiere della Dinamo Kiev, la squadra più forte della capitale, della nazione e una delle più forti dell’immenso territorio sovietico).
La Dinamo Kiev, attualmente, vanta nel suo palmarès 13 campionati sovietici, 15 campionati ucraini, 9 Coppe sovietiche, 3 Supercoppe sovietiche, 11 Coppe d’Ucraina e 7 Supercoppe d’Ucraina. In ambito internazionale si è aggiudicata 2 Coppe delle Coppe, una Supercoppa europea e 4 Coppe della CSI.
Trusevich, ingegnere impossibilitato ad esercitare per le leggi del Reich, si ritrovò a dover spazzare il cortile del panificio. L’obiettivo, condotto in clandestinità e il più possibile lontano dalle grinfie della Gestapo, di creare una squadra di calciatori per permettere ai propri dipendenti di svagarsi dalle fatiche quotidiane e dal giogo dell’occupazione. Nel giro di un anno, arrivata la primavera del ’42, Trusevich riesce a mettere insieme una squadra composta da calciatori delle due squadre rivali di Kiev ( coloro che restavano della Dinamo Kiev e la Lokomotiv Kiev). La squadra, composta interamente da autoctoni ucraini, viene invitata il 7 giugno ’42 ad un torneo, di stampo “amichevole”, nel quale avrebbero concorso sei squadre. La Start FC, la squadra di Kordik, più quattro formazioni di tedeschi, ungheresi e romeni e la Ruch(collaborazionisti ucraini antisovietici). Nel mentre la resistenza ucraina organizzava massicce fughe di cose e persone verso i territori dell’URSS, il calcio divenne il motore principale della speranza tedesca di soggiogare definitivamente la popolazione ucraina e per la Start divenne il mezzo per vincere una guerra apparentemente già persa.
“Della Start FC facevano parte Nikolai Trusevich, Mikhail Sviridovskiy, Nikolai Korotkikh, Aleksey Klimenko, Fedor Tyutchev, Mikhail Putistin, Ivan Kuzmenko, Makar Goncharenko della Dinamo Kiev, e Vladimir Balakin, Vasiliy Sukharev, Mikhail Melnik della Lokomotyv Kiev. Fu nominato capitano Trusevich, il portiere, noto per la sua agilità e per il suo stile di parata spettacolare. Ad affiancarlo nelle decisioni era Mikhail Putistin, veterano della squadra che vinse l’argento nel Campionato Sovietico del 1936. Mikhail Sviridovskiy, colonna della Dinamo di dieci anni prima, divenne l’allenatore della Start: tornò a indossare gli scarpini, posizionandosi in difesa insieme a Fedor Tyutchev ed al veloce Aleksey Klimenko, terzino minuto, ma arcigno. A centrocampo si attestò Nikolai Korotkikh, personaggio calcistico di second’ordine; però l’attacco della Start era formato da Mikhail Melnik affiancato da Ivan Kuzmenko, che vantava una buona presenza fisica e un tiro potente e preciso. Makar Goncharenko, basso e compatto, ma allo stesso tempo veloce e talentuoso, possedeva visione di gioco e classe, oltre all’abilità di servire i compagni in maniera precisa e di sfruttare ogni spiraglio di porta che offrisse la possibilità di segnare.” si racconta che la presentazione dei calciatori avvenne esattamente così e ognuno che racconti questa storia non può esimersi dal riportarla, perciò lo farò anche io. Un altro aneddoto vuole che Goncharenko, il migliore della squadra, trovò insieme a Trusevich e l’allenatore Putistin, in un vecchio capannone abbandonato, in mezzo alle macerie dei bombardamenti, delle divise di colore rosso acceso e pronunciò la celebre frase: “Indosseremo questo colore, il colore della nostra bandiera: i fascisti devono imparare che questo colore non si piegherà».
Il susseguirsi del torneo, iniziato il 7 giugno ’42 a Kiev, vedrà nell’ordine( come noterete, dopo l’umiliazione della prima partita le gare si svolgeranno in uno stadio più piccolo affinché diano meno nell’occhio e affinché non esaltino gli animi della maggioranza della popolazione):
7 giugno Start Fc – Ruch ( squadra dei collaborazionisti ucraini): 7 – 2 Stadio della Repubblica, Kiev
Start Fc – Selezione ungherese (soldati ungheresi inquadrati nell’armata nazista): 6 – 2 Stadio Zenit, Kiev
17 luglio Start Fc – PGS ( squadra dei soldati semplici nazisti): 6 – 0 Stadio Zenit, Kiev
19 luglio Start Fc – MGS Wall (squadra di collaborazionisti ungheresi): 5 – 1 Stadio Zenit, Kiev
Start Fc – MGS Wall ( rivincita): 3 – 2 Stadio Zenit, Kiev
La resistenza venne informata del miracolo sportivo che si stava compiendo e i tedeschi, ormai preoccupati dagli incredibili successi di una squadra che dovrebbe essere stremata fisicamente e psicologicamente, decisero di far scendere la squadra migliore a disposizione. Fermare la Start si era trasformato da un sadico divertimento ad un ossessivo obiettivo, anche al costo di ricorrere ai metodi poco ortodossi.
Il 6 giugno, i tedeschi scatenano il Flakelf. Giocatori tedeschi professionisti di stanza sul fronte orientale ucraino, Start Fc – Flakelf termina 5 – 1. L’operazione di Stalin e dei suoi generali, nel frattempo, stava sortendo i suoi effetti e di lì a poco prima sarebbe arrivato il famoso ordine del giorno Prikaz – NON PIU’ UN PASSO INDIETRO! – rivolto alle truppe dell’Armata Rossa e al popolo sovietico ( 28 luglio 1942, ordinanza n.227).
Tre giorni dopo, il 9 agosto, venne organizzata la rivincita del Flakelf rinforzato da tre giocatori della polizia ucraina di primo ordine. Il giornale “Ukrainskyi Dobrovoletz” (Il combattente ucraino), organo di informazione dell’amministrazione tedesca ufficiale in Ucraina, si impegnò a divulgare la forza del Flakelf. Arrivò il giorno della partita, venne chiamato un arbitro tedesco per dirigere la partita che si sarebbe disputata. Prima dell’incontro entrò nello spogliatoio della Start per ricordare di fare il saluto nazista alla presenza degli ufficiali tedeschi, una volta in campo. «Fitzcult Hurà!», invece, fu il saluto. Era il saluto dei soldati dell’Armata Rossa quando ingaggiavano battaglia, i tedeschi lo sapevano benissimo. Lo stadio era pieno di soldati tedeschi equipaggiati per una battaglia, una striscia della tifoseria venne riservata alla popolazione ucraina. I tedeschi segnarono l’1-0 grazie ad una azione irregolare, viziata da carica sul portiere e fuorigioco. Trusevich rimase a terra per alcuni minuti, l’arbitro lo ignorò completamente sotto lo sguardo vigile dei tedeschi. Dopo mezz’ora, la Start fissò il risultato sul 3-1. Chiudendo così il primo tempo, nello spogliatoio all’intervallo alcuni soldati tedeschi fecero pressione affinché la partita fosse persa volutamente dai giocatori della Start Fc.
«Siamo veramente impressionati dalla vostra abilità calcistica e abbiamo ammirato il vostro gioco del primo tempo – disse l’ufficiale in russo –. Ora però dovete capire che non potete sperare di vincere. Prima di tornare in campo, prendetevi un minuto per pensare alle conseguenze».
La squadra, dopo aver sentito la minaccia, si ritrova sul 3-3 parziale prima di segnare due gol per il finale 5-3. Rimarrà per sempre il gesto di sfida di Klimenko, difensore della Start. Nell’azione, immediatamente precedente alla fine, dribblò come birilli i giocatori del Flakelf compreso il portiere ma, poi, spazzò il pallone verso il centrocampo invece di segnare il 6-3. Con una lezione di calcio difficile da dimenticare, venne concessa la rivincita anche alla Ruch(squadra dei collaborazionisti ucraini) che finì 8-0. Praticamente imbattuti sul campo, firmarono la loro condanna a morte.
Korotkych fu arrestato perché accusato di essere membro dell’NVKD, la polizia segreta sovietica. Morirà tre settimane dopo torturato dalla Gestapo. Trusevyč, Kuz’menko e Klymenko moriranno per una rappresaglia nel campo di concentramento di Syrec. «Krasny sport ne umriot!», «Lo sport rosso non morirà mai!» disse Trusevich prima di essere giustiziato con un colpo di pistola.
Esistono diverse testimonianze su questa storia, persino Makar Goncharenko nelle sue memorie ne parlò, molti anni dopo. Vi sono poi le testimonianze di Severov nel suo articolo su un giornale di Kiev dal titolo “L’ultimo duello”. NeL 2004 Karel Berkhoff pubblicò per la Harvard University Press Harvest of Despair: Life and Death in Ukraine Under Nazi Rule. Nel 94′, Kuper raccontò in Calcio e Potere di una totale montatura del Partito Comunista d’Ucraina e che Goncharenko, in quel momento, preferiva tacere. Davanti allo Stadio Zenit, nell’81 rinominato Start, campeggiano quattro sculture realizzate da Ivan Horovyj(1971) di figure umane, altre tre metri, pettinature anni quaranta con sotto la scritta ad opera di Stefan Olyjnyk che campeggia: «Per il nostro presente / sono morti nella lotta / la vostra gloria non si spegnerà, / eroi, atleti senza paura».
Realtà o montatura, le testimonianze ci lasciano credere che in un giorno lontano, alcuni uomini preferirono vincere una partita e perdere la vita piuttosto che il contrario in nome della libertà.
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