Computer quantistico impiega 36 microsecondi per risolvere un’operazione altrimenti di 9.000 anni

L’informatica quantistica continua a fare passi da gigante e questo computer fotonico ne è la prova definitiva.
La notizia è stata pubblicata sulla nota rivista Nature, un computer quantistico che ha risolto in soli 36 microsecondi un quesito che altrimenti, avrebbe richiesto 9000 anni! Difficile a credere, ma è così!

La risoluzione del problema

Il computer quantistico è dotato del processore Borealis della startup canadese Xanadu, la quale si avvale di avanzate tecnologie innovative. Il problema risolto in pochi microsecondi riguarda il Gaussian Boson Sampling – campionamento del bosone gaussiano – che avrebbe richiesto almeno 9 mila anni per essere risolto.

Parliamo quindi di un nuovo record che supera la supremazia quantistica di Google quando nel 2019, Sycamore ha risolto in 3 minuti un quesito che altrimenti avrebbe richiesto 10 mila anni.

Simone Severini, direttore del Quantum computing di Amazon Web Services, britannico ma dalle origini italiane, afferma:

E’ un lavoro interessante e che permette un importante passo in avanti nella comprensione profonda delle potenzialità offerte dal calcolo quantistico. Risolverlo permette di identificare gruppi di nodi all’interno di una rete complessa, ad esempio per studio delle reti neurali oppure per comprendere l’interazione tra le proteine

Qualche dettaglio sul computer quantistico

Un computer super potente e decisamente fuori dal comune, dalla struttura e funzioni complesse.

La sua efficienza è dovuta a un nuovo metodo per coordinare l’ingresso dei fotoni all’interno del processore. In questo caso le particelle di luce vengono prodotte da un singolo generatore che allinea i fotoni. Inserendo i singoli fotoni in speciali anelli (loop) più o meno lunghi, diventa possibile sincronizzarli, provocando un ritardo sui primi e riorganizzandone l’entrata nel chip dove avviene l’elaborazione.

Altra particolarità che lo differenzia dal computer quantistico di Google è che lavora a temperatura ambiente e non deve essere raffreddato; il processore Borealis è in grado di rilevare fino a 219 fotoni, mentre la media degli altri computer quantistici è di soli 125 fotoni.

Fiere le parole di Fabio Sciarrino

Importante la testimonianza di Fabio Sciarrino, a capo del Quantum Lab del dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma:

è stata raggiunta la quantum supremacy sviluppando una piattaforma che è allo stesso tempo semplice e innovativa: si limita il numero delle componenti necessarie e, in modo ingegnoso, si sviluppa di fatto il primo processore fotonico programmabile in regime di quantum supremacy.

Il tutto usando fotoni con le stesse caratteristiche di quelli utilizzati nelle telecomunicazioni, e lavorando a temperatura ambiente, ad esclusione di alcune componenti finali

Si raggiunge così un nuovo record che alimenta la fiducia nelle nuove tecnologie, in grado un giorno di poter trovare la soluzione ai mali oggi incurabili.

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