La Cultura Vedica che predisse la scoperta del Big Bang

Quando la saggezza pagana incontra la scienza moderna

Com’è ormai ben noto, l’universo nasce 14 miliardi di anni fa da quello che gli scienziati moderni battezzarono come “Big Bang”. Di ciò che provocò l’esplosione, che, a dirla tutta, non fu un vero e proprio botto, a causa dell’assenza di aria in cui il suono potesse propagarsi, ancora oggi sappiamo in realtà molto poco. Molti cosmologi sono però d’accordo nell’ipotizzare che al principio dell’evoluzione ci fosse un singolo punto, piccolo e incredibilmente denso, dal quale l’universo cominciò ad espandersi in maniera inaspettata e fulminea.

Rappresentazione grafica dell'espansione dell'universo nel tempo a seguito del Big Bang
Rappresentazione grafica dell’espansione dell’universo nel tempo a seguito del Big Bang

L’universo, tutt’ora in espansione accelerata, potrebbe proseguire il suo incremento all’infinito, o smettere, in un qualsiasi istante, di accrescere la propria dimensione, fino a contrarsi ritornando al punto originario. Ad oggi non si hanno elementi sufficienti per stabilire quale delle ipotesi sia più plausibile, ma se ad avere la meglio fosse la seconda, come asseriscono i sostenitori della teoria dell’Universo oscillante, si riavrà un nuovo Big Bang al momento del collasso, che ciclicamente riproporrà le fasi della precedente nascita, espansione e contrazione dell’universo.

La Cultura Vedica

la cultura vedica che predisse il big bang
Pagina dell’ Atharva – Veda

Ciò di cui tratteremo oggi è l’incredibile saggezza di una cultura popolare risalente a circa 3500 anni fa, nei cui miti cosmologici, benché privi di un qualsivoglia studio e analisi che possano definirsi tali, ritroviamo tutte le nozioni basilari sulle quali si poggiano le conoscenze più importanti della cosmologia moderna: la cultura Vedica.

Il suo avvento  in India è datato intorno al XV secolo a.C., periodo nel quale gli Arii invasero la piana del Gange, nella quale la popolazione si stabilì e cominciò a redigere i Veda, testi contenenti i capisaldi della cultura vedica e di quella che evolvendosi diverrà la religione induista.

Questi scritti, che racchiudono la saggezza pagana dei Rsi, cantori dei canti sacri che vi sono riportati, affrontano il tema della genesi dell’universo come segue: in origine vi era Bramhan, ovvero il Principio Supremo, privo di forma e definizione. L’equilibrio di esso venne sconvolto, e l’unità primordiale cominciò a moltiplicarsi e a crescere, forgiando tutto l’universo e ciò che esiste in esso. La continua espansione del principio supremo, che, come un seme, è unico e non contiene nulla al suo interno, ma al tempo stesso dà vita all’albero, ad un certo punto cessa, riportando la molteplicità delle cose nell’unità originaria.

Il processo di nascita, espansione e collasso dell’universo prende il nome di Kalpa, un’arco temporale stimato intorno ai 4,32 miliardi di anni (caratteristica che gli è valso il Guinness World Record come unità di misura temporale più grande in assoluto), anche detto Giorno di Brahma.

Una chiave di lettura alternativa sul Big Bang

Non è certo difficile leggere tra le righe e riconoscere le similitudine che legano la dottrina vedica a quanto oggi, dopo oltre 30 secoli, è generalmente assunto con certezza riguardo all’origine del tutto. D’altronde, per quanto questo possa in prima linea sconcertare, va riconosciuta la forte saggezza e l’amore per la conoscenza che si riscopre nella cultura vedica tutta, e nelle interessanti digressioni filosofiche che continuano a renderla appetibile e attuale anche al cospetto del lettore più esigente.

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Martina Cappello

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Martina Cappello

Da studentessa non esattamente modello di Ingegneria dell'informazione, passo il mio tempo tra libri della facoltà, film d'autore e serie tv. Tra i miei interessi si distingue l'amore per l'universo di Twin Peaks, di Lynch in generale, della musica e della filosofia.
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