È giunta al finale di stagione The Handmaid’s Tale, una delle serie evento del 2017, della quale avevamo già parlato qui.
È tornata sulla bocca di tutti un’opera distopica, ovvero il cui oggetto sia una distopia, un genere che si nutre delle profonde paure radicate nella società umana e che ritorna attuale ogni volta che la storia attraversa un periodo particolarmente buio. Particolare è il fatto che si stia parlando sì di una serie TV del 2017, ma tratta da un libro stampato per la prima volta nel 1985; questo non può che essere considerato un segnale di quanto le stesse paure si ripropongano nella società in concomitanza di periodi storici turbolenti o comunque segnati dall’incertezza. E che il nostro non sia un momento felice per il genere umano e per il pianeta sembra superfluo ricordarlo.
Il Racconto dell’Ancella è solo una delle tante opere appartenenti ad un genere trasversale, che coinvolge letteratura, cinema, fumetti e persino il mondo videoludico.
Cosa significa distopia o distopico?
Distopia è l’esatto opposto di utopia: è una realtà inesistente ma plausibile, un’immaginaria società altamente indesiderabile e spaventosa. Solitamente ambientata nel futuro, la distopia è la rappresentazione di una società fittizia dove alcune caratteristiche del presente sono estremizzate in forma negativa. In uno stato totalitario, fortemente gerarchizzato, l’autorità pretende il controllo assoluto sulla vita del cittadino; non tollerando nessun tipo di dissidenza né pensiero indipendente, l’autorità si afferma tramite un costante e progressivo plagio mentale.
La società distopica può prendere vita da un golpe politico/religioso oppure da una catastrofe naturale, per lo più causata dall’uomo, dalla quale l’uomo pensa di risollevarsi annullando completamente la società civile e instaurando un regime dittatoriale.
Per quanto rientrino nel filone della fantascienza, molte opere distopiche descrivono un futuro che non è così distante dal mondo attuale; nel già citato Racconto dell’Ancella, la protagonista ad un certo punto dice che non sa dire con certezza come si sia arrivati alla repubblica di Gilead, ma che i cambiamenti sono stati così minimi che non ci si è accorti di nulla fino a quando non è stato troppo tardi.
L’importanza delle opere distopiche è proprio questa: un confronto con la realtà che stiamo vivendo utile per capirne gli angoli bui, prima che diventi troppo tardi per tornare indietro.
Quindi noi de Il Bosone vogliamo raccomandarvi una serie di titoli che, se non conoscete già, devono assolutamente essere recuperati. Perché è importante sempre saper riconoscere i sintomi di una società che si sta ammalando e intervenire; altrimenti rischiamo di fare come rane in una pentola d’acqua che si scalda lentamente: bolliti vivi senza accorgerci di quanto sta accadendo.
Letteratura e libri di genere distopico
In letteratura i padri di questo filone narrativo sono senza dubbio: H.G. Wells, con La Macchina del tempo e Il Risveglio del dormiente; Orwell con 1984 e La Fattoria degli Animali; Huxley con Il Mondo Nuovo.
Tra i classici vanno assolutamente ricordati Fahreneit 451 di Ray Bradbury e Io Sono Leggenda di Matheson, dal quale è stato tratto un film con Will Smith; e ancora Il Pianeta delle Scimmie di Pierre Boulle e Il Signore delle Mosche di Golding.
Più recentemente il genere distopico ha largamente interessato la letteratura young adult; di grande successo sono infatti le saghe di Hunger Games (Suzanne Collins) The Maze Runner (James Dashner) e Divergent (Veronica Roth). In mezzo a tutti questi però troviamo alcune perle come Non Lasciarmi di Kazuo Ishiguro e la trilogia di Red Rising di Pierce Brown.
Cinema e televisione sul futuro distopico
Registi e showrunner hanno attinto spesso e a piene mani dalla letteratura distopica, creando titoli originali o trasposizioni di opere letterarie di notevole pregio. Tra queste ultime ricordiamo: Farheneit 451 di Francois Truffaut, Il Pianeta delle Scimmie di Shaffner, Arancia Meccanica di Kubrick (tratto dal romanzo di Burgess), i cicli di Hunger Games e Maze Runner.
Sceneggiature originali di ispirazione distopica sono invece: Metropolis, opera muta di Lang del 1927, Rollerball di Norman Jewison, il ciclo di Mad Max, l’insuperato Blade Runner di Ridley Scott, Total Recall di Vehroeven del 1990 e il remake del 2012 di Wieseman; e poi ancora la trilogia di Matrix, I figli degli Uomini, Oblivion, The Lobster.
Potremmo continuare l’elenco ancora a lungo per quante volte il cinema ha portato sul grande schermo un futuro oscuro e inquietante.
Per quanto riguarda le serie TV, invece, i migliori esempi di serie distopiche si hanno dal 2000 in poi; la più famosa è sicuramente The Walking Dead, ma meritano di essere menzionate anche Black Mirror, The 100, Dark Angel e Wayward Pines.
Videogiochi, fumetti e anime
Neppure il mondo dei comics e quello dei videogames sono rimasti insensibili al fascino di un’ambientazione distopica, riuscendo spesso a rendere visivamente la potenza angosciante di tali possibili futuri.
Neon Genesis Evangelion di Hideaki Anno e Watchman di Alan Moore sono le due opere più importanti per quanto riguarda questo filone comics. Se dovete leggere un solo fumetto nella vostra vita, fate che sia uno di questi due. Da ricordare anche V for Vendetta dello stesso Moore (la cui maschera di Guy Fawkes è il diventata il simbolo di chi lotta contro le oppressioni e la libertà di pensiero), Aeon Flux, Ken il Guerriero.
Per quanto riguarda i videogiochi, al momento il più giocato è il recente The Last of Us, sviluppato dalla Naughty Dog; il più famoso è però Resident Evil (Capcom), dal quale è stata tratta la saga cinematografica con Milla Jovovich; ricordiamo anche Deus Ex (Ion Storm) e l’indimenticabile Fallout (Bethesda Softworks e Black Isle Studios).
Qualunque sia il vostro media di riferimento, adesso non avete più scuse.
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