E-commerce e lockdown, per il vino un amore a distanza

Vino, simbolo assoluto di condivisione, di gioia, di voglia di stare insieme, di celebrazione dei momenti più solenni dell’esistenza. Chi non ha brindato con un bicchiere di vino un compleanno, la nascita di un figlio, un successo nel lavoro, semplicemente la fine e l’inizio di un nuovo anno? Oppure chi non ha affogato nell’alcool – con la giusta moderazione sia ben chiaro – una delusione d’amore, un brutto voto a scuola, un momento di inspiegata malinconia?

Se il vino è tutto ciò, cosa c’è di più lontano dalla sua essenza se non il concetto di lockdown e di distanziamento? Mesi difficili quelli passati anche per il mondo delle bollicine, dei rossi fermi o degli allegri rosé. La chiusura di bar e ristoranti ha azzerato il consumo di vino nella distribuzione tradizionale, lasciando alla sola GDO la possibilità di portare il colorato e profumato nettare sulle nostre tavole. Supermercati certo, ma non solo.

Grandi magazzini, non c’è neanche un cane

Per settimane l’unica via di fuga dalla monotonia della quarantena e dalle ore scandite da bollettini di guerra sui contagi da coronavirus è stata la spesa al supermercato. Certo, a meno che non si possegga un cane, passpartout capace di farci allontanare dalle mura domestiche e riscoprire il sapore dell’aria fresca.
Altra aria fresca, fredda, quasi gelida quella che si respirava nelle corsie dei supermercati e non solo per i banchi frigo sparati a temperature da polo articolo. Il clima di naturale sospetto, la malcelata preoccupazione sotto le mascherine e quei fastidiosi guanti che non permettevano il contatto diretto con i nostri acquisti.
E allora la voglia correva a una bottiglia di vino, capace di consolare le nostre lunghe e vuote giornate, di ricreare almeno in parte quello spirito di condivisione quanto meno con i propri conviventi, di accompagnare quegli infiniti manicaretti imparati dalle innumerevoli serie televisivi su cibi e affini.

Tempi rarefatti e lunghi che un buon bicchiere di vino riusciva quanto meno a riscaldare. E così la grande distribuzione ha vissuto nei mesi del lockdown i picchi maggiori di crescita di consumi, anche nel settore del vino. Promozione, 3×2, cartoni in omaggio, riscoperta dei vini locali o tuffo nell’esoticità di luoghi lontani leggendo un’etichetta.

È per tutto questo che proprio nelle zone più colpite dal virus la crescita di consumo di vino è stata maggiore rispetto a Sud e isole, mentre la stagione primaverile che è coincisa con il lockdown ha trascinato la vendita dei vini bianchi rispetto ai più impegnativi e corposi rossi.
Ma, forse perché la paura era tanta, il blocco psicologico di dover uscire con guanti e mascherina, il fastidio delle file fuori dai centri commerciali dove solo poche settimane prima era bello prendersi a carrellate e a scambiarsi consigli, una grande fetta di italiani ha preferito restare a casa. Ovviamente senza voler rinunciare a un benefico goccio di vino… Ma come?

Si stappa il wine-commerce

Isolamento e ansia da rifornimento: come far coesistere tutto cio? Finite le scorte nelle cantine di casa, gli italiani notoriamente intraprendenti, ma allo stesso tempo molto comodi, hanno imparato con grande entusiasmo il benefico utilizzo del computer e dello smartphone. Giochi, farine, pastelli e vestiti sono finiti nel carrello insieme al vino! Il boom dell’ecommerce che è andato di pari passo con il boom dello smart working ha travolto anche il mondo del vino.
Casse e cartoni, astucciati e bottiglie da collezione hanno riempito prima i furgoni dei distributori e poi le dispense degli italiani. Basta un click sullo shop online e in pochi giorni il vino è pronto sulla tavola ad accompagnare la pizza fatta in casa, la pasta e le grigliate.

Per le cantine e aziende vitivinicole che erano già attrezzate con la vendita di vino online la fase di lockdown ha fatto registrare un deciso incremento delle visite e delle vendite, ammortizzando se non superando le perdite riscontrate dal blocco delle attività di ristorazione. I negozi virtuali hanno segnato indici di crescita a doppia cifra sia nel numero delle vendite sia nella quantità di prodotto nei singoli ordini. Sull’onda di chi era già attivo nel segmento, molte cantine – anche le più piccole – hanno provato ad attivare, con alterni risultati, il proprio shop online tramite sito web oppure si sono affidati alle grandi vetrine dei distributori e riveditori digitali.

In molti casi la scelta sia dei clienti sia delle aziende vitivinicola è diventata strutturale, e ancora oggi che sono state riaperte le attività e i confini interregionali, molti preferiscono puntare ancora sull’e-commerce, quanto meno per i vini a consumo abitudinario, in parole povere il vino da tavola.
Forse saremo un po’ nostalgici, ma noi amiamo la romantica visita in cantina, dopo una passeggiata nei vigneti, a respirare il sapore della terra e del lavoro e scoprire qualche vino particolare da custodire gelosamente nella propria cantinetta. Tradizione e innovazione, l’eterna tensione che fa crescere il mondo.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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