E’ successo nella giornata di ieri, il tragico accaduto. Una giovane elefantessa incinta, è morta dopo essere entrata in contatto con un’ananas pieno di petardi.
Ci troviamo in India, uno dei paesi più belli quanto poveri, dove risiedono specie di animali bellissimi e rari. La loro bontà spesso li spinge a sottovalutare le insidie che potrebbero nuocere alla loro stessa salute, avvicinandosi ignari dei pericoli lasciati dall’uomo.
E’ quello che è successo a questo giovane esemplare di elefante, in dolce attesa di un magnifico cucciolo che avrebbe dovuto partecipare a una ripopolazione di questa specie, soggetta al bracconaggio.
Cosa è successo alla giovane elefantessa?
L’elefantessa si trovava nella foresta del Silent Valley National Park, precisamente nel distretto di Palakkad. Spinta probabilmente dalla fame (e questo lo può capire molto bene una mamma), è uscita fuori dall’area recandosi verso un villaggio.
E’ qui che ha trovato un frutto, precisamente un’ananas, molto apprezzato dagli elefanti. Senza esitare, la giovane esemplare ha colto l’occasione di un pasto, ignara che la avrebbe portata alla sua morte.
L’ananas era infatti imbottito di petardi, motivo da ricondurre al fatto che gli abitanti del luogo sono soliti lasciare delle esche per scongiurare incursioni di animali selvatici nelle loro proprietà (pratica popolarmente diffusa nella regione).
Appena l’elefante lo ha mangiato, gli è letteralmente esploso in bocca, dilaniandola. La sofferenza e il dolore di questo splendido esemplare è racchiuso nelle foto immortalate da Mohan Krishnan, uno dei forestali che è accorso in suo aiuto ma senza successo.
L’esemplare è stato ritrovato nel fiume Velliyar, probabilmente in cerca di sollievo dal dolore provocatogli e nella speranza di salvare la sua creatura, inutilmente. Lì, è dove si è spenta la creatura, in piedi e con lei il piccolo che sarebbe dovuto nascere tra 18-20 mesi.
L’India è indignata per l’accaduto
Nonostante si tratti di un evento accidentale, ciò ha delle ricadute sulle responsabilità di questa pratica poco controllata.
Il governa autorizza il fuoco su cinghiali e altra fauna potenzialmente pericolosa ma il problema ha origine quando i residenti lasciano trappole che possono nuocere altre specie, come in questo caso.
Da questo punto di vista, la riflessione sorge spontanea sull’effettiva utilità di queste misure di sicurezza dato che non nascondono neanche velatamente la crudeltà presente in essa.
E’ vero che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Il popolo indiano da sempre combatte per proteggere le specie che popolano il loro continente dal bracconaggio e dalla cattiveria dell’uomo e le forze dell’ordine sono già alla caccia dei responsabili. Un uomo è stato già arrestato.
Gli elefanti, in particolare, sono da sempre venerati come simbolo di fortuna. L’indignazione è palese tra gli abitanti e ci si interroga su come arginare eventi spiacevoli come questi.
L’elefantessa è stata riportata nella foresta, dove è stata cremata. Di seguito, l’ultimo saluto da parte dei forestali:
Ha bisogno di ricevere l’addio che merita. Per questo, l’abbiamo portata all’interno della foresta in un camion. Giaceva lì sulla legna da ardere, nella terra in cui aveva giocato ed era cresciuta. Il medico che l’ha esaminata mi ha detto che non era sola: era incinta. Potevo percepire la sua tristezza anche se l’espressione sul suo volto non era visibile a causa della mascherina. Una volta lì, l’abbiamo cremata in una pira. Ci siamo inchinati davanti a lei e le abbiamo dato i nostri ultimi rispetti
Mohan Krishnan
La risposta del web
L’accaduto ha raggiunto ogni parte del mondo e il web non ha risparmiato commenti di rabbia e amarezza.
In rete non troviamo altro che immagini e vignette dell’elefantessa con in grembo il suo piccolo, fatte da artisti e non solo, sensibili al tema. Delle brevi conversazioni tra mamma e figlio, in cui si rassicurano a vicenda ora che sono in un posto migliore.
Fumetti e immagini forti, iconiche nella speranza che non vengano dimenticati, come l’ennesimo esempio per invogliare la popolazione mondiale a combattere contro la violenza sugli animali.
Doveroso menzionare, inoltre, che la stampa ha divulgato la notizia in modo da far intendere che il frutto fosse stato offerto volontariamente.
Come abbiamo potuto esplicare, ciò non è stato così e tuttavia, non giustifica forse l’utilizzo spericolato e retrogrado di tali trappole volte a far del male a delle creature innocenti, talvolta anche a un’elefantessa incinta.
Addio splendide creature!
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