La fisica del viaggio nel tempo: mito, paradossi e realtà scientifica

Il viaggio nel tempo è stato a lungo relegato alla fantascienza e ai racconti impossibili. Ma oggi, grazie a sviluppi inattesi nella fisica teorica, alcuni scienziati iniziano a considerare l’ipotesi un po’ meno assurda. Dietro le fantasie di H.G. Wells e i paradossi che sfidano la logica, si nascondono equazioni reali, soluzioni matematiche e intuizioni quantistiche concrete.

E se bussasse alla porta il tuo bis-bis-bis-nipote? Non è così assurdo

Suona strano, ma uno dei grandi paradossi del viaggio nel tempo sono proprio i paradossi. Tra i più noti c’è quello del “parricidio temporale”: se tornassi indietro e uccidessi i tuoi genitori prima che tu nascessi, come potresti esserci stato per farlo? È un nodo logico che, più che risolverlo, manda in corto circuito il cervello.

Ma ce ne sono di ancora più bizzarri. Prendete il caso del giovane inventore salvato da un vecchio viaggiatore nel tempo che gli consegna i segreti della macchina del tempo. Quel giovane diventa ricco, vive una vita di successo, e da anziano torna indietro per consegnare quegli stessi segreti al sé stesso giovane. Ma da dove è nata davvero l’idea? Nessuno l’ha mai davvero creata. Esiste solo…perché esisteva già.

E poi c’è la madre di tutti i paradossi, quasi letteralmente. Un personaggio che nasce donna, viene trasformato in uomo per salvarsi dopo un parto critico, e nel tempo si scopre essere il padre, la madre e il figlio della propria stessa esistenza. È un vero loop esistenziale. Questo tipo di storia è stata ispirazione reale per racconti fantascientifici seri, come quelli di Robert Heinlein.

la copertina di doctor who con due personaggi che entrano della cabina telefonica iconicha della serie tv

Ma da tutto questo, la domanda diventa quasi filosofica: può davvero esistere un ciclo chiuso del tempo?

Per secoli si è creduto che il tempo scorresse in modo lineare, come una freccia (che può anche invertire la direzione). Newton era di quest’idea: ogni secondo è uguale, qui come su Marte. Ma poi è arrivato Einstein, e ha scompaginato tutto. Secondo lui, il tempo è come un fiume che rallenta o accelera passando accanto a grandi masse come stelle e pianeti. Ma se il fiume può deformar, può anche chiudersi in cerchio?

Un matematico geniale, Kurt Gödel, ha trovato una soluzione alle equazioni di Einstein che consentirebbe esattamente questo. In un universo rotante, il tempo potrebbe avvolgersi su sé stesso. Einstein era a disagio con questa idea, ma ammise che le sue stesse formule lo permettevano.

Poi arrivò Roy Kerr e il suo buco nero rotante. Un tipo molto speciale, che non collassa in un punto ma in un anello in rotazione, una sorta di portale che potrebbe collegare due universi. Questo anello potrebbe funzionare come uno specchio magico attraverso cui si passa non solo nello spazio ma anche nel tempo.

Oggi, la fisica quantistica getta nuova luce sul viaggio nel tempo. Se tutto può esistere in più stati (come il famigerato gatto di Schrödinger, che è vivo e morto allo stesso tempo), allora anche il tempo può biforcarsi. Ogni volta che qualcuno cambia qualcosa nel passato, non altera il proprio presente, ma crea un’altra linea temporale. Una nuova “versione” della storia.

una scena che ricorda il viaggio interstellare di star wars

È come se il fiume del tempo si dividesse in più rami. E a ogni scelta, a ogni evento modificato, nasce un nuovo ramo. Un po’ come quei videogiochi dove ogni decisione cambia la trama, solo che qui il gioco è l’universo.

Certo, l’idea è affascinante. Ma ci sono ostacoli giganteschi. Per costruire un tunnel spazio-temporale stabile servirebbe un’enorme quantità di energia, qualcosa di paragonabile al potere di una stella. O peggio: servirebbe materia “esotica”, una sostanza che ha proprietà praticamente assurde, come avere energia negativa o cadere verso l’alto.

La verità è che non abbiamo ancora una “teoria del tutto” capace di mettere insieme le leggi della gravità e quelle della meccanica quantistica. L’unico candidato serio oggi è la teoria delle superstringhe. Ma è così complicata che nessuno, nemmeno i migliori fisici del pianeta, riesce a risolverla completamente.

Anche Stephen Hawking, inizialmente scettico, aveva un’argomentazione semplice: se il viaggio nel tempo fosse possibile, saremmo già stati visitati da turisti temporali. Eppure non abbiamo mai visto nessuno con un cappello del 3500 o una tuta antigravitazionale fare selfie al Colosseo. Per lui, quella era una prova “empirica” contro il concetto.

Ma poi cambiò idea: il viaggio nel tempo potrebbe essere possibile. Solo… poco pratico. E forse, semplicemente, non siamo così interessanti per chi è già nel futuro.

Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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