Ricordate da piccoli, quando ci raccontavano delle storie per intrattenerci o allietare il nostro sonno? Con l’avvento dei cartoni Disney, poi, queste fiabe sono entrate nell’immaginario collettivo, rendendosi comuni anche per le generazioni successive. Questi racconti sono vecchi di decenni ma esercitano ancora il loro fascino e non solo, nascondono un origine ancora più remota di cui non tutti, sono al corrente. Vi dice qualcosa il nome dei Fratelli Grimm?
Alcune delle più gettonate fiabe per bambini, infatti, non sono altro che un “adattamento” delle originali storie raccolte dal famoso duo.
La maggior parte di queste fiabe è di origine tedesca e rappresentano il risultato di una meticolosa ricerca dei Fratelli Grimm, i quali decisero di scrivere una raccolta di tutti i racconti popolari di quel periodo. Per farlo, la coppia non dovette fare altro che incamminarsi per le case delle umili famiglie di campagna e ascoltare le fiabe che per chissà quanto tempo, si erano tramandate oralmente da generazione in generazione.
I fratelli Grimm, oggi, sono noti per essere stati i progenitori, nonché coloro che portarono sui libri le storie che successivamente avrebbero ispirato sterminate case cinematografiche e in particolare, la Disney.
Ma i racconti che venivano tramandati con il passa-parola non erano destinati a un’audience di piccoli bambini innocenti ma ai più maturi ragazzi che già a pochi anni di età, lavoravano nei campi. Di conseguenza, anche le storie avevano un accento decisamente più oscuro di quanto si possa pensare.
Per fare un esempio, la storia di Biancaneve e i Sette Nani presenta delle differenze abbastanza sostanziali rispetto alla versione Disney – anche se esiste un tentativo di ri-modernizzazione dell’opera con il film interpretato da Kristen Stewart e Chris Hemsworth.
Vediamo, nella pratica, cosa è cambiato a distanza di circa 200 anni.
Biancaneve e i Sette Nani dei Fratelli Grimm
Il racconto di Biancaneve dei fratelli Grimm risale al 1812. La storia inizia durante un uggioso giorno d’inverno e parla di una donna – la Regina – la quale desiderava ardentemente avere un figlio. Mentre stava filando, una goccia di sangue traboccò da una delle sue dita per essersi sbadatamente punta. Alla vista del sangua, la regina espresse il desiderio di procreare.
Colpita da una magia, la donna rimase incinta ma morì dopo un anno per cause ignote. Fino a qui tutto bene e in conformità con le altre versioni.
Partorì una bimba bellissima, di un bianco candido come la neve che la madre era solita osservare dalle finestre del castello. Aveva le guance rosse come il sangue e i capelli neri come la pece.
Il Re, dopo poco tempo sposò una donna affascinante ma molto orgogliosa ed egocentrica, che voleva essere la più bella di tutto il reame. Portava con se uno specchio magico che le parlava, confermando la sua bellezza.
Biancaneve aveva 7 anni quando lo specchio avvisò la matrigna che in futuro, il reame avrebbe accolto la presenza di una donna più bella di lei; si trattava proprio della bambina. A quella notizia, la matrigna si adirò e decise di uccidere Biancaneve; non potendosi macchiare di un tale crimine, la nuova regina si rivolse a un cacciatore.
Il compito del sicario era quello di mandare a miglior vita la fanciulla, estirpandole il fegato e i polmoni affinché la matrigna ne potesse fare un banchetto con sale e pepe.
Così, il cacciatore avvicinò Biancaneve e la portò nel bosco; intenerito, la lasciò fuggire con la convinzione che i pericoli della fauna avrebbero svolto il compito per conto suo. In sostituzione alle membra della fanciulla, portò gli organi di un giovane cinghiale. Nel frattempo, la bambina trovava rifugio nella casa di alcuni nani sulla montagna.
A quel punto, la regina, rivolgendosi allo specchio, chiese: “specchio fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più bello?”
E lo specchio rispose: “il tuo aspetto qui di tutte è il più bello. Ma lontano da qui, in una casina di sette nani, piccina piccina, è Biancaneve dalla chioma corvina molto più bella della Regina!”
Da qui, iniziarono i tentativi per uccidere la bambina. Ma la matrigna di Biancaneve non era una strega e per ingannarla dovette travestirsi ben 3 volte prima di riuscire nei suoi loschi intenti.
La prima volta si travestì in un mercante che vendeva stoffa e stringhe colorate. Ne fece indossare una a Biancaneve (che ingenuamente si fidò) ma durante la prova, la ingannò e strinse così forte e velocemente che la piccola cadde a terra quasi morta. Al ritorno dei nani, essi la videro a terra priva di sensi e tagliarono la stringa che le stringeva il petto, consentendole di respirare nuovamente.
Al secondo tentativo si travestì da nomade che vendeva pettini e cianfrusaglie. Il travestimento ingannò nuovamente Biancaneve che la accolse nella casina. La donna le fece provare un pettine avvelenato che non appena sfiorò la sua chioma nere, atterrì la piccola. I Nani tornarono e la videro nelle stesse condizioni della volta precedente – ma questa volta con un pettine incastrato nei capelli. Una volta rimosso, la bambina ritornò in sé.
Il terzo tentativo coincide con la versione cartonata. La regina si travestì da vecchia portando con se delle mele, una delle quali avvelenata. Arrivata alla porta dei nani, Biancaneve non la lasciò entrare. Ma la matrigna era furba. La mela era stata avvelenata solo da un lato, così che la regina potesse staccare un morso e ingannare la fanciulla. Detto fatto, Biancaneve cadde a terra.
Chi svegliò Biancaneve nella fiaba riportata dai Fratelli Grimm?
Siamo cresciuti con un finale della storia a lieto fine e romantico, dove un principe trovò la teca di Biancaneve e se ne innamorò all’instante. Ma qui la storia ha tutt’altro che del romanticismo.
I nani per conservare la bellezza della bambina, la misero in un reliquiario di vetro e la piansero per giorni. Anche gli animali la andarono a trovare, fino a quando un giorno non si presentò un principe che riconobbe la figlia del Re ed espresse il desiderio di riportarla al castello, quale era il suo posto.
Così mando dei servi a prenderla ma questi, accidentalmente, fecero cadere la teca. Biancaneve cadde a terra sputando il pezzo di mela che aveva morso a causa dell’impatto. A quel punto, tornò in vita.
Di seguito un passo del racconto dei fratelli Grimm:
Ora avvenne che essi inciamparono in uno sterpo e per l’urto, il pezzo di mela avvelenata che Biancaneve aveva inghiottito le uscì dalla gola. Ella tornò in vita, si mise a sedere e disse: -Ah Dio! dove sono?-. -Sei con me!- rispose il principe pieno di gioia, le raccontò ciò che era avvenuto e aggiunse: -Ti amo al di sopra di ogni altra cosa al mondo; vieni con me nel castello di mio padre, sarai la mia sposa-.
E la matrigna?
Nel racconto dei fratelli Grimm di Biancaneve e i Sette Nani, alla matrigna toccò una fine orrenda (seppur meritata)!
Entrando, vide che non si trattava d’altri che di Biancaneve e impietrì per l’orrore. Ma sulla brace erano già pronte due pantofole di ferro: quando furono incandescenti gliele portarono, ed ella fu costretta a calzare le scarpe roventi e a ballarvi finché‚ le si bruciarono miseramente i piedi e cadde a terra morta.
La fiaba Disney: ecco come differisce
La matrigna di Biancanve era una strega e utilizza i suoi sortilegi per ingannarla.
Biancaneve fuggì dal castello quando era diventata ormai una donna molto bella, tanto da superare quella della matrigna e suscitarle invidia.
La matrigna ordina al cacciatore di portare Biancaneve nel bosco e di ucciderla, portandole il cuore (e non fegato e polmoni come riportato dai Fratelli Grimm). Ma anche qui l’uomo si impietosì vedendo Biancaneve invocare pietà.
Il cacciatore non uccise un cinghiale, ma un cerbiatto.
Biancaneve scappa nel bosco e trova la casa dei nani. L’incontro è uguale in entrambe le versioni ma nella versione Disney diventa la domestica dei suoi nuovi amici.
Qui, la strega fa un solo tentativo: si trasforma in una vecchia che vendeva delle mele rosse come il sangue. Ne regalò una a Biancaneve, la quale staccandone un pezzo cadde in un sonno profondo.
La sua “salma” venne messa in una teca, ma prontamente un principe la trovò e le diede un bacio, risvegliandola dal coma.
Tornata al castello, i nani si lanciarono nell’inseguimento della matrigna che tentando la fuga, precipitò accidentalmente da un’alta vetta. E voi quale versione preferite? :)
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