Dal Nilo a Tokyo: I gatti neri messaggeri divini e porta fortuna 

La reazione istintiva nell’ incontrare un gatto nero per strada può variare molto a seconda di dove ci si trova. La storia di questi felini dal manto scuro è un vero e proprio viaggio culturale, un susseguirsi di significati che oscillano tra il divino e il diabolico, tra la protezione e la sfortuna. 

Primo piano, gatto nero

L’antico Egitto e la venerazione dei felini

Tutto ha inizio in un’epoca lontana, sulle rive del Nilo. Nell’Antico Egitto, i gatti, indistintamente dal colore del loro pelo, erano creature venerate. Tutti i felini erano considerati sacri, strettamente legati alla potente dea Bastet, la protettrice della casa, della gioia e della fertilità. Far del male a un gatto, anche per sbaglio, era un affronto gravissimo. In questo contesto di sacralità, anche i gatti neri godevano di questo rispetto.

“Gatto (cat) antico egitto Museo Egizio Torino (Torino) Italia (Italia)” di Pava

Il Medioevo e l’ombra della superstizione

Con l’avvento del Cristianesimo in Europa, la percezione dei gatti neri subì una trasformazione radicale, un vero e proprio cambio di rotta. I felini furono progressivamente associati a figure considerate negative come le streghe o il diavolo in persona e alle pratiche di magia nera. Un momento cruciale fu il 1233 dopo Cristo, quando Papa Gregorio IX lanciò un’accusa pesante, dichiarando che i gatti neri erano incarnazioni di Satana. Questa condanna diede il via a persecuzioni feroci, con uccisioni di massa che decimarono le popolazioni feline. Da qui nacque quella superstizione ancora oggi radicata in molti: l’idea che un gatto nero che attraversa la strada sia un presagio di sfortuna, magari una strega camuffata o un suo perfido servitore.

Oltre il pregiudizio

Fortunatamente, la storia non si ferma qui e il manto nero non ha portato solo sventura in ogni angolo del globo. In alcune regioni d’Europa, come la Gran Bretagna e l’Irlanda, si sviluppò una visione opposta. I gatti neri iniziarono ad essere visti come veri e propri simboli di buona fortuna. I marinai, gente di mare spesso legata a credenze e presagi, li tenevano a bordo delle loro navi nella speranza di un viaggio sicuro e di un buon ritorno. Allo stesso modo, le mogli dei pescatori accoglievano i gatti neri nelle loro case, convinte che la loro presenza avrebbe protetto i mariti in mare. In Scozia, addirittura, un gatto nero che si presentava sulla soglia era interpretato come un segno di prosperità imminente.

Un salto in oriente: Il gatto nero porta salute e prosperità

Se ci spostiamo verso l’Asia, il quadro si arricchisce di nuove sfumature positive, la credenza nell’auspicio dei gatti neri in Giappone risale al periodo Edo (1603-1868 d.C.). 

Il folklore è ricco di racconti sul tema, come la storia di un samurai che cercando rifugio dalla pioggia, fu guidato da un gatto nero al tempio più vicino. Da queste storie e credenze nasce la convinzione che questi felini siano dei veri e propri portafortuna.

Maneki-neko bianco

Non è raro vederli raffigurati come Maneki-neko neri, bianchi o color oro, le famose statuette del gatto che saluta con la zampa, portatori di buona salute e talismano contro le energie negative. Anche in Thailandia, questi felini scuri sono visti come creature benauguranti, capaci di attrarre prosperità e fortuna.

Oggi: Tra Halloween e pregiudizi

Arrivando ai giorni nostri, l’antica associazione negativa con la stregoneria ha lasciato un segno indelebile, tanto da rendere i gatti neri delle vere e proprie icone della festa di Halloween. Purtroppo, questa immagine stereotipata si riflette spesso in pregiudizi infondati.

Gatto nero, Halloween

Nonostante ciò, fortunatamente, moltissime persone in tutto il mondo riconoscono la bellezza e l’affetto di questi animali, accogliendoli nelle loro famiglie come compagni fedeli e, perché no, come piccoli talismani di buona sorte.

Fonte: https://espunisinjapan.com/en/curiosities/did-you-know/black-cats-symbol-of-good-luck/

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