C’è un luogo magico nella maremma toscana, uno scintillante museo a cielo aperto. Si tratta del Giardino dei Tarocchi, situato a Capalbio.
Chi lo ha visitato avrà notato la somiglianza con ,Parco Güell di Antoni Gaudi, un luogo simile perla sua magia. La differenza fondamentale tra i due ambienti, è l’ambientazione dei due parchi. Come dice il nome, quello di Capalbio è un giardino a tema esoterico e magico. Vi farà immergere nella simbologia dei tarocchi, riprodotti e dislocati in vari punti del parco. I ventidue Arcani maggiori sono ora gigantesche statue dai colori sgargianti. Camminando tra le sculture, vi sentirete infinitamente piccoli ed allo stesso tempo parte del tutto.

Certamente anche la mia storia è contenuta in questo intreccio di carte, passato presente futuro, ma io non so più distinguerla dalle altre. La foresta, il castello, i tarocchi, m’hanno portato a questo traguardo: a perdere la mia storia, a confonderla col pulviscolo delle storie, a liberarmene.
Il Castello dei destini incrociati, Italo Calvino
La storia del parco
Il parco ha aperto nel 1998. Le sculture degli Arcani sono realizzate in acciaio e cemento, e rivestite di specchi, vetri e ceramiche colorate. Sembra proprio che il suo autore, l’ artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, si sia ispirato al parco artistico di Gaudi, oltre che al Parco dei Mostri di Bomarzo (la Papessa di Capalbio non somiglia secondo voi all’Orco del Sacro Bosco?).
Appena arrivati nel Giardino dei Tarocchi, un padiglione d’ingresso sembra sancire il passaggio dal mondo degli uomini a quello della magia. Ed in effetti, camminando all’interno del parco, tra le ciclopiche strutture degli arcani, e le citazioni sparpagliate ovunque, sembra proprio di trovarsi in un altrove, lontano dalla vita di tutti i giorni. Specialmente nelle giornate di primavera in cui il sole si riflette sulle tessere brillanti dei mosaici, si creano effetti ottici e giochi di luce assai pregiati, che proiettano un po’ di sogno nel reale.

La Papessa ed il Mago sono i primi arcani dei Tarocchi che si incontrano. Entrati nella grande piazza centrale, una vasca occupa l’ambiente, sovrastata dalle due figure sovrapposte.
I riferimenti tra natura, cultura, storia ed arte, sono continui e vividi. Alcuni simboli, antichi come il mondo, sono rivisti in chiave moderna; l’albero della vita, millenario memento vivi, ha qui delle teste di serpente al posto dei consueti rami.
Per volontà dell’artista, nel Giardino non si eseguono visite guidate. Vi sarà fornita una mappa all’ingresso con la posizione e la spiegazione dei singoli arcani, tuttavia sarete voi a scegliere il percorso. Un po’ come accade quando si sceglie una carta da un mazzo di tarocchi.
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