Gli elefanti hanno davvero un cimitero segreto? Ecco la verità

Secondo la leggenda, gli elefanti, consapevoli della propria morte imminente (quella naturale, non quella provocata dall’uomo), si dirigono in luoghi segreti per esalare l’ultimo respiro, dando vita a suggestivi “cimiteri di elefanti”. Questa idea, affascinante e misteriosa, ha trovato spazio anche nella cultura dei cartoni pop (vedi Il Re Leone, ad esempio), ma cosa c’è di vero? Esistono davvero questi luoghi sacri per gli elefanti o si tratta solo di un mito?

Il mistero dei cimiteri di elefanti: leggenda o realtà?

La risposta potrebbe deludere i romantici: gli studi scientifici non hanno mai confermato l’esistenza di luoghi specifici dove gli elefanti si recano intenzionalmente per morire.

Il mito, però, non nasce dal nulla. Gli elefanti mostrano effettivamente comportamenti singolari legati alla morte. Cosa accade realmente? La dottoressa Leanne Proops dell’Università di Portsmouth chiarisce (qui la fonte: https://www.livescience.com/animals/elephants/do-elephant-graveyards-really-exist) che i ritrovamenti di molteplici resti di elefanti nello stesso luogo sono legati a fattori ambientali critici (siccità prolungate, contaminazioni delle acque o episodi di bracconaggio intensivo) piuttosto che a una scelta deliberata degli animali.

Gli studi condotti nel 2024 dal dottor Akashdeep Roy (qui la fonte: https://threatenedtaxa.org/index.php/JoTT/article/view/8826/9701) hanno documentato casi sorprendenti in India: elefanti adulti che ricoprono con terra i corpi di cuccioli deceduti. Le tracce sul terreno rivelano movimenti metodici attorno ai corpi, suggerendo un’azione intenzionale. Perché lo fanno? Si tratta di protezione dai predatori o di un rudimentale rituale funebre?

due elefanti, uno più grande dell'altro, di fronte ad un tramonto mentre camminano su dell'erba

Anche nella savana africana, osservatori hanno registrato comportamenti simili, con elefanti che coprono i cadaveri dei loro simili con rami e fogliame. Chi studia il comportamento animale resta cauto: chiamarle “sepolture” sarebbe un’interpretazione eccessivamente antropomorfica, ma ignorare il significato di questi gesti sarebbe altrettanto errato.

Un errore, questo, che facciamo anche quando parliamo della possibilità che ci sia la vita su un altro pianeta. È possibile, certo, ma queste supposizioni (scientificamente provate sicuramente) sono bias che fanno riferimento ad un modello dove i componenti base della vita su un altro pianeta sono uguali a quelli sulla Terra.

Tornando agli elefanti, la realtà più affascinante riguarda piuttosto il loro rapporto con i resti dei propri simili. Questi animali si trattengono accanto ai corpi dei compagni, mostrano agitazione, tornano ripetutamente nei luoghi dove membri del branco sono deceduti e interagiscono con le ossa attraverso tocco e olfatto.

Tali comportamenti suggeriscono forme di memoria e riconoscimento che vanno oltre il semplice istinto.

La questione centrale rimane: gli elefanti comprendono veramente la morte? Mentre la scienza continua a indagare questo interrogativo, ciò che già sappiamo sul loro comportamento ci invita a riconsiderare il confine tra cognizione umana e animale.

Non esisteranno forse i leggendari cimiteri degli elefanti, ma la complessità delle loro risposte emotive ci offre uno sguardo prezioso sull’evoluzione della coscienza nel regno animale.

Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.

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