Questa settimana si è aperta con una notizia che rende incerto il mercato degli smartphone e della tecnologia tutta. Google ha deciso di sospendere ogni rapporto commerciale con l’azienda principale di telefonia cinese Huawei. Analizziamo brevemente il perché di questa scelta del colosso americano e delle sue conseguenze.
Le politiche economiche di Donald Trump non restano confinate ai notiziari
Qualche giorno fa il presidente americano ha ufficialmente posto su di una blacklist molte aziende tecnologiche cinesi, tra cui Huawei e le sue affiliate. Le aziende americane non potranno quindi vendere i proprio prodotti hardware e software alle suddette aziende. Infatti oltre al colosso Google, in queste ore anche aziende come Intel, Broadcom, Infineon e Qualcomm sospenderanno gli accordi con Huawei.
L’operatività di questa drastica decisione presidenziale sarà effettiva tra almeno 120 giorni e tutto potrebbe non attuarsi. Nonostante questo rappresenta senza dubbio l’ultimo passo di una escalation dell’amministrazione Trump contro il colosso cinese. Iniziata con la messa al bando di Huawei nella realizzazione del 5G sul suolo americano. A cui sono seguiti i ban di Giappone, Taiwan, Australia e Nuova Zelanda, mentre in Europa non è ancora chiara la situazione sia a livello comunitario, sia nei singoli stati membri.
Ma Trump può attuare queste politiche economiche così restrittive e basate sul sentore dell’insicurezza nazionale? Ebbene sì, infatti in questo caso si è attenuto ad una legge del 1977, l’International Emergency Economic Powers Act, che permette al presidente di imporre sanzioni contro Stati canaglia o contro terroristi. E questo non è il primo caso in cui il presidente americano utilizza una legislazione non molto recente per poter aprire un conflitto economico verso la Cina. L’anno scorso si rifece infatti ad una legge del 1962 per poter imporre dazi commerciali molto salati su acciaio e alluminio. Guerra commerciale che non ha linee ben definite e che sembra seguire molto i volubili umori del leader americano.
Cosa accadrà realmente dopo la chiusura di Google verso Huawei?
Sospendendo la sua licenza Android, i prodotti Huawei potranno accedere alla sola versione open source del sistema operativo (messa a disposizione tramite l’Android Open Source Project, AOSP).
Questo potrebbe significare una mancato accesso agli aggiornamenti del sistema operativo e ad applicazioni e servizi della Suite Google.
Sicuramente non vi saranno cambiamenti per i dispositivi Huawei esistenti, bensì per i prodotti che Huawei lancerà sul mercato occidentale nei prossimi mesi.
Il gigante cinese ha infatti dichiarato:
Huawei ha dato un contributo sostanziale per lo sviluppo e la crescita di Android in tutto il mondo. Come uno dei partner globali chiave per Android, abbiamo lavorato a stretto contatto con la sua piattaforma per sviluppare un ecosistema di cui beneficiassero sia gli utenti sia il settore. Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi a tutti gli smartphone e tablet esistenti di Huawei e del marchio Honor, sia per quelli già venduti sia per quelli ancora in magazzino. Continueremo a costruire un ecosistema sicuro e sostenibile, in modo da offrire la migliore esperienza ai nostri utenti su scala globale.
E’ molto probabile quindi che Huawei stesse già implementando un sistema operativo interno e che questo avvenimento abbia soltanto velocizzato questo processo.
Particolarmente interessante è quindi il ruolo di colossi come Google negli equilibri economici mondiali, sempre più volubili e confusi. La questione resta comunque aperta e sicuramente ci saranno degli aggiornamenti.
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