Quando pensiamo agli hobbit, la nostra mente va subito a Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, dove piccole creature con piedi pelosi e orecchie appuntite vivono pacificamente nelle verdi colline della Contea. Tuttavia, ciò che molti non sanno è estistita una versione “reale” di questi piccoli esseri che, pur non essendo molto simili ai personaggi di Tolkien, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia evolutiva dell’umanità. Parliamo dell’Homo floresiensis, meglio conosciuto come “l’hobbit di Flores”, un ominide che visse in Indonesia circa 50.000 anni fa.

Gli Homo floresiensis, con il loro corpo piccolo e il cervello minuscolo, quanto una noce, hanno suscitato un’infinità di domande nella comunità scientifica. La scoperta dei loro resti ha rivelato una parte sconosciuta della nostra evoluzione, portandoci a chiederci: come mai una specie umana così piccola è scomparsa improvvisamente? Una nuova ricerca ci offre una risposta intrigante, che potrebbe cambiare il nostro modo di vedere il mondo preistorico.
Chi Erano gli Hobbit di Flores?
Gli Homo floresiensis erano degli esseri umani di statura decisamente più bassa rispetto ai nostri antenati. Con un’altezza di circa un metro e dieci centimetri, erano piccolissimi, tanto che i ricercatori li hanno soprannominati “hobbit”, in omaggio alle creature di Tolkien. E sebbene avessero un cervello notevolmente più piccolo di quello degli Homo sapiens, la loro capacità di creare strumenti di pietra e cacciare piccole prede ci suggerisce che la loro intelligenza non era certo da sottovalutare.
Vivendo sull’isola di Flores, in Indonesia, per più di un milione di anni, gli Homo floresiensis hanno dovuto adattarsi a un ambiente che presentava sfide uniche. Oltre a fronteggiare le difficoltà climatiche e l’isolamento geografico, dovevano competere per le risorse con altre specie, come gli Stegodon pigmei (elefanti in miniatura) e altri animali che popolavano l’isola. Ma, nonostante le difficoltà, gli “hobbit” sembravano essersi perfettamente adattati al loro ambiente, almeno fino a quando qualcosa non cambiò drammaticamente.


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La scomparsa misteriosa degli Hobbit
Perché gli Homo floresiensis sono scomparsi? Fino a poco tempo fa, si pensava che fosse stata una catastrofe improvvisa, magari una malattia o una grande calamità naturale. Una recente ricerca tuttavia, ci suggerisce che la verità potrebbe essere meno drammatica, ma altrettanto affascinante.
La risposta potrebbe risiedere nel cambiamento climatico. Un team di ricercatori ha analizzato i segni lasciati da un’antica stalagmite nella grotta di Liang Luar, a Flores, per ricostruire l’evoluzione del clima dell’isola durante l’era glaciale. Ecco cosa hanno scoperto: tra 91.000 e 76.000 anni fa, l’isola era relativamente umida. Poi, il clima divenne più instabile e, circa 61.000 anni fa, la situazione peggiorò drasticamente. Le piogge si ridussero, l’acqua divenne sempre più scarsa e le risorse alimentari diminuirono. Gli Stegodon, principale fonte di cibo degli Homo floresiensis, iniziarono a migrare, portando con sé anche gli “hobbit”, che li seguirono a loro volta. Questo progressivo deterioramento del loro habitat potrebbe aver reso difficile la sopravvivenza della specie.
La sincronia tra reperti geologici e ed animali di Flores
Ma non è tutto. I ricercatori hanno anche esaminato i denti fossili degli Stegodon per comprendere meglio l’ambiente in cui vivevano. I valori isotopici presenti nei denti coincidevano perfettamente con quelli trovati nelle stalagmiti. Questa sincronia ha suggerito che il cambiamento climatico non solo influenzasse la vegetazione e le risorse idriche, ma anche gli animali che dipendevano da quelle risorse.
L’intero ecosistema di Flores sembrava essere sotto pressione: il fiume Wae Racang, che in passato forniva acqua durante la stagione secca, cominciò a ridursi drasticamente. Gli Stegodon, privati della loro fonte di cibo e di acqua, migrarono in cerca di ambienti più favorevoli. Gli Homo floresiensis, che dipendevano da questi animali per la loro sopravvivenza, seguirono la stessa sorte. In breve, l’ecosistema si stava sgretolando, e con esso anche la possibilità di sopravvivenza per gli Hobbit.
La cenere e l’arrivo degli Homo Sapiens
C’è però un punto nella storia che sembra segnare la fine del capitolo per gli Homo floresiensis. Circa 50.000 anni fa, un spesso strato di cenere vulcanica si depositò sopra gli ultimi resti di Stegodon e degli strumenti usati dagli “hobbit”. Alcuni scienziati ipotizzano che questa cenere possa aver contribuito ad accelerare la fine della specie, ma ciò che è certo è che immediatamente dopo questo evento compaiono i primi segni degli Homo sapiens. La domanda sorge spontanea: gli Homo sapiens e gli Homo floresiensis si sono mai incontrati?
Probabilmente no, almeno non direttamente. Ma è altrettanto possibile che il cambiamento ambientale che stava già riducendo le risorse degli hobbit, unito all’arrivo degli Homo sapiens, abbia spinto la specie verso l’estinzione. Malattie, competizione per il cibo o la maggiore adattabilità degli esseri umani più moderni, potrebbero aver rappresentato la “spinta finale” per gli hobbit.
Ed anche se gli Hobbit di Flores sono un capitolo remoto della nostra storia evolutiva, la loro storia ci parla di fragilità, adattamento e sopravvivenza in un mondo che cambia, proprio come quello che stiamo vivendo oggi.
Fonte: https://www.greenme.it/scienza-e-tecnologia/archeologia/i-ricercatori-hanno-ricostruito-come-si-sono-estinti-gli-hobbit-piu-di-50000-anni-fa-e-il-ruolo-svolto-dai-cambiamenti-climatici/






