Le migliori idee sono quelle nate da una necessità, come la ruota, non quella della fortuna, quell’altra ruota. Quando qualcuno si accorge di una necessità e inventa qualcosa per riempirla, oppure sfrutta altre idee, le rimescola come un mazzo di Magic e poi le rilancia sul tavolo e vince la partita. Ecco, probabilmente, stavolta è successo proprio questo.
Ormai i nerd sono vecchi, quelli classici almeno, quelli che hanno vissuto gli anni ’80, quelli che erano vivi quando la parola nerd è stata coniata; ecco, sono vecchi, non troppo ma molto probabilmente hanno già qualche figlio, e sappiamo tutti che quando si ha un figlio si desidera che ci somigli (anche se è incredibilmente sbagliato) .
Rivedere noi stessi e le nostre passioni nei propri figli
Delle piccole minuscole versioni di se stessi, così da poter empatizzare meglio, così da poterle controllare meglio, così da poterle anche capire meglio. So che quando ho detto nerd voi avete pensato subito ad uomini, ma questo discorso non ha sesso, proprio perché la passione non ha sesso e nemmeno gli errori. Quindi, siamo nerd, abbiamo dei figli e desideriamo che siano come noi, però non possiamo vestirli come noi, possiamo mettergli un bavaglino che cita Yoda, lo facciamo per noi, non per loro, per fargli foto da mettere su Instagram e scrivere “piccoli nerd crescono”.
Possiamo comprargli il ciuccio di Darth Maul, la culla di Superman, le calzine di Batman, ma probabilmente non saprà chi sono questi fino ai 5 o 6 anni.
Allora perché lo facciamo? Per noi, per poter far finta che stiamo crescendo qualcuno che già conosciamo, ma in realtà davanti a noi c’è solo una bomba ad orologeria, che non immaginiamo nemmeno quali danni e quali gioie potrebbe dare.
Quando un bambino ha 5 o 6 anni è pronto a vedere film come “I Goonies”, “Indiana Jones” o “Guerre Stellari”? Certo puoi sederti di fianco a lui e spiegargli tutto per filo e per segno, ma è comunque un grosso impegno e non è detto che poi finiscano con il piacergli. Diventare nerd non è qualcosa che si sceglie, ma è qualcosa che capita. Un film vissuto al momento giusto, un fumetto letto al momento giusto, qualcosa così.
Gli anni ’80 nel libro “I ragazzi venuti dal Brasile”
Nel 1976 esce un libro di Ira Levin, si intitola “I ragazzi venuti dal Brasile”, dopo la morte di Hitler i nazisti sono riusciti a clonarlo, hanno nascosto i suoi cloni in giro per il mondo e stanno cercando in tutti i modi di fargli vivere la stessa vita che ha vissuto Hitler in modo da ricrearlo, quindi a tutti i bambini uccideranno il padre, tutti i bambini dovranno fare dei corsi d’arte e così via, sperando che il grande dittatore ritorni.
Qui più o meno è la stessa cosa, senza quel fastidio della guerra. Quindi come fare? Qualcuno ha pensato bene di trasformare i classici anni ’80, quelli che ci hanno cresciuto, in libri per bambini nel formato che esattamente vi immaginate, della fattura che esattamente vi immaginate, con le illustrazioni che esattamente vi immaginate. Quei piccoli quadrati cartonati che leggevate all’asilo o che vi leggevano a casa prima di addormentarvi, e così nel catalogo troviamo: “E.T.”, “Jurassic Park”, “Ghostbusters”, “I Goonies”, ma anche “Karate Kid” e molti altri.
Arrivano perfino agli anni ’90 con “Jurassic Park” (perché alcuni film anni ’90 sono ancora anni ’80) ed è questo il colpo di genio, far crescere piccoli nerd, un esercito di piccoli nerd, addestrati come ninja dai propri genitori. E come fare per farli appassionare alle storie che ci portiamo nel cuore? Non possiamo fargli vedere quei film fin da piccoli. Ecco, quei film diventano favole, diventano come noi li ricordiamo adesso, ammantati di magia e di semplicità, quando era tutto più facile, quando era tutto migliore, gli anni ’80.
Questi sono i nerd venuti dal Brasile.
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