Non vi serve leggere una terza volta, si ho scritto proprio palline anali, ora proseguiamo (lo so che stai leggendo di nuovo il titolo, non ti servirà). Per chi non bazzicasse molto nel mondo degli scacchi, di recente si è tenuta una partita tra il campione mondiale Magnus Carlsen e la giovane promessa, Hans Niemann nella Julius Baer Generation Cup.
La forte rivalità tra i due sicuramente non è una novità, il 4 settembre durante la Sinquefield Cup di Saint Louis il campione abbandona la scacchiera, convinto che dietro la partita svolta ci fosse qualcosa che non andava, dividendo di netto il pubblico, chi convinto che Niemann utilizzasse dei trucchi e chi convinto che Carlsen dovesse semplicemente accettare la sconfitta. Niemann affermerà di seguito che sì, aveva utilizzato dei trucchi, su chess.com, ma non in quella partita, solamente per scalare le classifiche ed avere la possibilità di confrontarsi con suoi pari.
Ed è qui che il prodigio della tecnologia entra in gioco, molti cominciano a speculare su come sia stato possibile barare, arrivando a delle soluzioni, diciamo bizzarre per non dire altro.
Inizialmente con dei motori posti nelle scarpe che potessero trasmettere codice morse, oppure le nostre magiche palline anali che vibrando avrebbero avuto le stesse funzioni del primo, ammetto che quella delle scarpe sia una genialata ma la seconda, la trovo giusto un filo scomoda…
Elon Musk ha partecipato anche lui a questo strambo dibattito con una citazione, un po’ rivista, di Schopenauer:
Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire, il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere (perché è nel tuo sedere).
Tornando ora alla Julius Baer Generation Cup, la partita si conclude nei primissimi minuti, più precisamente al primo turno di Carlsen, che sposta il cavallo in F6 ed abbandona la piattaforma online dove si stava svolgendo la partita, lasciando tutti a bocca aperta, ma soprattutto lasciando trasparire chiaramente come lui sia ormai estremamente convinto della disonestà di Niemann.
Questo secondo abbandono lascia agli spettatori molte questioni irrisolte, e la prima tra tutte è come sia possibile che un 19enne sia riuscito in così poco tempo a scalare le classifiche, la risposta si nasconde nell’intelligenza artificiale, si pensa infatti che i giocatori moderni siano più abili delle generazioni prima per i lunghi allenamenti con l’IA, la stessa che è riuscita a battere campioni come Garry Kasparov e Kramnik, ammettendo la superiorità delle macchine nel mondo degli scacchi.
Che Niemann a forza di battersi contro l’IA sia riuscito a diventare un prodigio del mondo degli scacchi, o c’è davvero del marcio sotto?
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