Il gioco non vale la candela: da dove arriva questa massima e che significati assume nel tempo?

La lingua italiana, colorata e vivace, è costellata di modi di dire, ma che da dove originano? Il detto: “Il gioco non vale la candela” sembra risalire al Medioevo, quando l’illuminazione artificiale era un lusso. Le candele costavano e per chi si intratteneva in giochi di carte fino a tarda notte, significava sperperare denaro per un passatempo. In questo contesto dire “il gioco non vale la candela” equivaleva a far notare che non valeva la pena sprecare la candela per proseguire il gioco; a maggior ragione se alla fine della partita, la vincita non copriva nemmeno il costo della stessa: La posta in gioco è troppo bassa? Meglio conservare la candela. Questo oggetto era il principale mezzo di illuminazione all’interno della casa ed accenderne una, non era un gesto banale, come premere un interruttore. Ciò richiedeva tempo, impegno, attenzione e risorse. Bisognava estrarre la cera, lavorarla, intrecciare gli stoppini e lasciar raffreddare le candele, procurarsi un acciarino per accenderle e successivamente, prestare attenzione affinché non si spegnessero ante tempo e non causassero danni.

Un’origine meno profana

Se andiamo a scavare un po’ più a fondo, emerge un’ulteriore possibilità da indagare sull’origine di questo detto, ci suggerisce forse qualche idea l’espressione:

Santo da niente

La spiegazione inerente a questo detto, affonda le proprie radici in campo religioso, dove l’immagine della candela assume molteplici significati. La frase originale risulta  infatti “il santo non vale la candela”; ossia: quel santo non avvera i miracoli e non merita un cero votivo. Entrambe le espressioni sono etimologicamente di derivazione francese: “le saint (le jeu) ne vaut pas la chandelle” (variante usata nella Svizzera italiana).

Dopo secoli quale significato accompagna ancora “il gioco non vale la candela”?

Lo scorrere del tempo vede il modificarsi di usi, costumi e modi di dire, ma qualche traccia di passato arriva fino al presente. Non ci resta che chiederci allora: al giorno d’oggi che chiave di lettura possiamo dare noi all’espressione “Il gioco non vale la candela”?

Dietro a queste parole potrebbe nascondersi una riflessione più profonda di una serata sfortunata a carte. A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di trovarsi di fronte a una scelta e chiedersi: “Ne vale davvero la pena?” Ecco, se la risposta è no, probabilmente avete appena dato un senso attuale a questa antica massima. Tale interpretazione ci invita a cogliere le opportunità investendo il nostro tempo, le nostre energie e le nostre risorse, in modo saggio: quando lo puoi fare, scegli il gioco che vuoi intraprendere e ponderane il prezzo; quando non puoi scegliere il gioco, almeno scegli come investire le tue risorse.

Di fronte a nuove decisione a volte basta una semplice domanda: questa scelta illumina il mio percorso o sto solo bruciando una candela per nulla? Se la risposta è la seconda, allora è il momento di cambiare gioco.

Buona partita

Fonte: https://www.liquida.it/articolo/il-gioco-non-vale-la-candela-da-cosa-deriva-una-delle-espressioni-piu-usate-in-assoluto/15958/

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