Inghilterra, pressioni per privilegiare il fumo?

Gli effetti negativi del fumo sono ormai da tempo certezza medica e la lotta contro questa abitudine malsana è in corso da parecchi anni. Sui pacchetti delle sigarette e sulle confezioni di tabacco è d’obbligo riportare immagini di danni apportati dall’uso delle sigarette o frasi che ne scoraggino l’abuso, come il famoso il fumo uccide.

Un importante supporto nella battaglia contro questo fenomeno è apportato dalle sigarette elettroniche, dei dispositivi che si sono rivelati in grado di aiutare molte persone a perdere il vizio. I dati rilevati dalle ricerche effettuate in Inghilterra e in Canada sono estremamente positivi, riportando che il 17% degli utenti sottoposti a test con sigarette elettroniche ha diminuito, se non addirittura smesso, l’utilizzo di quelle tradizionali. Ironicamente, da alcune recenti scoperte, è trapelato che in Inghilterra è in atto una campagna contro l’utilizzo delle sigarette elettroniche a favore di quelle normali.

Documento segreto: basta alle sigarette elettroniche

Sembrerebbe che il British American Tobacco si stia preparando, con una serie di variazioni alle normative, per affrontare la situazione post Covid-19 nel migliore dei modi, per i propri interessi, scoraggiando l’utilizzo delle sigarette elettroniche e di prodotti a riscaldamento di tabacco a favore delle sigarette classiche. Questo incoraggiamento all’uso delle popolari stecche sarebbe ottenuto tramite la diminuzione delle accise su queste ultime, in contrasto all’aumento sugli altri prodotti del mercato, eliminando del tutto le sigarette elettroniche, chiudendo i negozi e dirottando la clientela verso le tabaccherie.

Difendere il mercato delle sigarette tradizionali

Parrebbero essere queste le iniziative messe in atto dalla British American Tobacco, secondo produttore mondiale di tabacco possessore di rinomati marchi come Lucky Strike e Pall Mall, emerse da un documento segreto consegnato alla Capital Markets Day lo scorso marzo. L’azienda è in grado di imporre le sue scelte sul mercato, considerando il fatturato di 25 miliardi l’anno e i 60 mila dipendenti, che le conferiscono un importante peso politico, preparandosi così al meglio per la situazione post Covid, portando il mercato totalmente in favore della sigaretta tradizionale.

La strategia consisterebbe nell’affossare il mercato delle svapo, in barba ai loro evidenti vantaggi per la salute dei consumatori, favorendo quelle delle sigarette tradizionali, dove i margini di guadagno sono più elevati e sicuri, cercando di attrarre i giovani e continuando a imporsi tra i leader nel mercato del tabacco che, secondo la documentazione segreta, sarebbe in eminente aumento.

I motivi delle scelte

Nella documentazione trapelata è anche presente una spiegazione sulle scelte effettuate, in particolare per quelle rivolte verso il mercato del tabacco riscaldato, ambito in cui l’azienda stessa si era gettata, definendolo non come modo per consentire ai fumatori di sviluppare abitudini più salutari, ma come mera opportunità di lucro, proponendo un prodotto a base di nicotina alternativo per espandere la loro proposta.

Questa strategia sembrerebbe essere di particolare gradimento da parte delle banche, in quanto la crescita dell’azienda non sarebbe tanto da associare alla realizzazione di prodotti alternativi per il consumo di tabacco, quanto all’aumento della quota di mercato sulle sigarette tradizionali.

Ed è così che parte anche la battaglia contro le sigarette elettroniche, cercando di eliminare totalmente dal mercato quelle con sistema aperto, dando spazio, seppur sempre ridotto, a quelle a sistema chiuso, che rappresenterebbero una buona fonte di guadagno per British American Tobacco, dal momento che questa tipologia di svapo richiede che la ricarica del liquido venga effettuata dai centri specializzati, segmento in cui BAT è molto forte.

Infine, per favorire ulteriormente il risultato, si sottolinea il tentativo di chiudere i negozi di sigarette elettroniche dirottando la clientela verso le tabaccherie, dove il margine di guadagno è nettamente superiore.

Incessante la pressione su un gran numero di governi

Sono queste le motivazioni che muoverebbero BAT a esercitare costanti pressioni sui governi per l’aumento della tassazione sui prodotti del tabacco riscaldato diminuendo, invece, l’incidenza fiscale sulle sigarette tradizionali. Le ripercussioni di queste scellerate manovre si andrebbero a riversare anche sui lavoratori: la chiusura dei negozi di sigarette elettroniche in favore dei centri di ricarica per quelle a sistema chiuso porterebbe alla perdita di tantissimi posti di lavoro e alla chiusura di innumerevoli esercizi commerciali, sia dei rivenditori che delle aziende produttrici di sigarette e liquidi.

Il lobbying è arrivato anche in Italia

L’azienda, tramite una lettera rivolta al viceministro Alessandro Bertolini e al Ministro della salute Roberto Speranza, ha affermato di volersi rendere totalmente disponibile per la produzione di risorse utili, previa tassazione di un segmento del mercato che è proprio quello del tabacco riscaldato. La mossa è davvero subdola anche nella sua presentazione: BAT ha fatto apparire la proposta di tassazione come un “sacrificio necessario”, ma la strategia è rivolta unicamente ai propri interessi, favorendo il mercato delle normali sigarette, molto più redditizio rispetto a quello dei venditori di e-cig sia nei negozi fisici che online, come per esempio il portale italiano Svapostore.net: la quota di BAT nel mercato del tabacco riscaldato è, infatti, solo dell’1%, mentre quella delle sigarette classiche è del 20%.

I dati riportati dall’ISS evidenziano che gli utenti del tabacco riscaldato sono circa 600 mila, quelli delle svapo sono 900 mila e sono ben 10 milioni quelli che preferiscono l’utilizzo delle sigarette elettroniche.

La risposta di BAT Italia

BAT Italia non ha lasciato passare inosservate le affermazioni riguardanti le informazioni trapelate dal contenuto del suo documento segreto e si è subito adoperata per smentirle, affermando di essere l’unica multinazionale in questo settore ad aver avviato una procedura di rielaborazione totale della propria offerta, proponendo una gamma di prodotti alternativi rispetto alle sigarette tradizionali, che definiscono “new categories”, facendo particolare riferimento ai prodotti a base di tabacco riscaldato e alle sigarette elettroniche.

L’azienda sottolinea che il suo obbiettivo è unicamente quello di proporre una gamma quanto più completa possibile di prodotti a basso rischio, basandosi sugli studi effettuati dal centro R&D di Southampton, assicurando un futuro migliore ai suoi consumatori e fornendo prodotti dal minore impatto sulla salute ma, al contempo, soddisfacenti e che consentano libertà di scelta in base alle evidenze scientifiche.

Riferendosi, poi, alla lettera inviata al Ministero della salute italiano, BAT afferma che non esisterebbero motivi evidenti per imporre questo regime fiscale, dal momento che non sarebbe opportunamente supportato da giustificazione plausibili né a livello giuridico né a livello tecnico.
Il Ministero della salute avrebbe già precedentemente respinto la richiesta di Philip Morris Italia del riconoscimento della riduzione delle sostanze tossiche contenute all’interno dei loro prodotti, nonché della pericolosità per la salute umana, affermando la necessità di integrare un dossier contenente le ricerche scientifiche a favore delle affermazioni.

BAT conclude definendo le accuse mosse in questo periodo nei suoi confronti, suscitate dalle informazioni scaturite dalla famosa documentazione segreta, come prive di fondamento e concretezza, dichiarando che costituiscono una grave offesa alla sua reputazione.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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