Tutti gli esseri umani si emozionano ascoltando le parole di canzoni scritte da altri esseri umani. Da quelle parole riscopriamo un’empatia sorprendente tra individui della stessa specie. Ma che cosa succederebbe se vi dicessero che quel testo tanto emozionante è opera di un’intelligenza artificiale?
Questo esperimento è stato condotto da TickPick, utilizzando l’algoritmo di generazione testuale GPT-2, e i risultati sono davvero interessanti. Vediamo cosa hanno ottenuto e cosa hanno utilizzato per farlo.
La IA messa ai voti
Nella prima parte dello studio, gli intervistati hanno visto quattro testi alla volta, uno di questi generato da un’intelligenza artificiale e altri di artisti del calibro dei Beatles, di Jimi Hendrix o Johnny Cash, per poi scegliere il più creativo, il più emozionante e il loro preferito.
Qui le performance dell’IA sono sorpendenti. Ben il 65% degli intervistati ha definito più creativo questo testo, davvero molto lirico.
When clouds part to reveal a man in the wilderness outside the pale light of morning. A secret within the door can hear him say. The clouds will reveal what I mean.
Ma un grande risultato è un 40% di preferenze nella categoria più commovente. Il testo generato da un’algoritmo ha superato i testi di Adele, dei R.E.M e addirittura “Hurt” di Johnny Cash.
I stand alone and think it’s better to be alone. Lonely days, I just can’t find the will to go on. I’m in this state, and my eyes show me that I’ve been taken.
Ma, nonostante i grandi risultati, a vincere tra i preferiti sono ancora i cantautori in carne e ossa.
Un’intelligenza artificiale da “Nirvana”
Seconda parte dell’analisi è stata quella di generare testi per quattro generi musicali (rock, pop, country e rap), per poi farli leggere agli intervistati che hanno avuto il compito di assegnare un autore al testo. Qui le prestazioni dell’algoritmo diventano sorprendenti.
Partiamo dal rock, genere che ha da sempre fatto da tramite a movimenti socio culturali importantissimi, o che allo stesso tempo ha raccontato di animi tormentati e diversi. Questo algoritmo lo ha evidentemente capito. E lo ha fatto talmente tanto bene da essere confusa per i My Chemical Romance, i Nirvana o i Blink-182. Davvero molto emo questi bit, non credete?
Risultati molto simili li abbiamo nella sezione pop e in quella country, ma evidentemente c’è un genere che la logica e l’informatica non riescono a comprendere al meglio. Stiamo parlando dell’rap. Nonostante alcuni buoni risultati, allenare a questo tipo di scrittura in molti momenti può essere più difficile.
Cosa c’è dietro le quinte?
Ma adesso veniamo alla parte tecnica. L’algoritmo utilizzato è il GPT-2 della OpenAI. Un algoritmo di generazione testuale che rappresenta l’attuale stato dell’arte in questo settore. Grazie al deep learning, questo algoritmo impara da migliaia di testi diversi tra loro, ricava delle leggi a lui comprensibili, e genera in output altri testi secondo queste regole.
In questo caso hanno dato in pasto a questo modello migliaia di testi, e dopo aver generato un dataset generico hanno dato dei testi specifici per genere ad ogni “Artista artificiale”. Hanno poi effettuato dei controlli per evitare il plagio, sinonimo di overfitting del modello, oltre che brutta pratica tra gli esseri umani. E fatto emozionare persone in carne e ossa con numeri e formule.
Ma ora non abbiate paura, l’Intelligenza Artificiale non ci ruberà anche le emozioni trasformandole in numeri (forse). Ma come ho già detto in un vecchio articolo su arte e intelligenza artificiale:
se un’opera riesce a trasmettere un’emozione, una sensazione o un brivido a chi la sta guardando (o in questo caso ascoltando), importa davvero molto chi l’abbia creata?
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