L’isola di Natale
L’isola di Natale: bellissima isola Australiana situata nell’oceano indiano e di cui ne avrete sentito parlare per un fenomeno che si verifica una volta l’anno e che attira l’attenzione e l’ammirazione di abitanti dell’isola e turisti: la migrazione del granchio rosso!
Quest’isola è nata dal sollevamento di un vulcano circa 60 milioni di anni fa, per cui è costituita di rocce vulcaniche; la lava che fuoriesce ha permesso lo sviluppo di splendide barriere coralline. L’isola è così chiamata quando il capitano William Mynors la avvistò nel natale del 1643.
Per secoli l’isola è stata nascosta dall’occhio e interferenza umana, permettendo lo sviluppo di flora e fauna del posto fino al 1800, quando sono iniziati gli insediamenti umani. Tuttavia vivono nel pieno rispetto di questo fenomeno!
Alcune caratteristiche del granchio rosso
La specie in questione è la Gecarcoidea natalis il cui numero di esemplari nel 2003 ammontava a circa 60 milioni, mentre oggi se ne contano (secondo alcune stime) 40-50 milioni.
E’ una specie diurna che vive nell’entroterra boscosa dell’isola di Natale a sud dell’Indonesia, prevalentemente erbivora, si ciba di semi e germogli ma anche occasionalmente di uccelli, granchi morti e purtroppo anche rifiuti organici dell’uomo.
Sono fondamentali questi esserini per l’ecosistema e la biodiversità dell’isola in quanto la crescita della foresta è favorita e fortemente influenzata dal consumo dei semi, dal suolo rivoltato e la fertilizzazione con i loro escrementi. Gli abitanti del luogo sono consapevoli di ciò!
La migrazione: l’evento tanto atteso
Si svolge nel periodo più umido, da ottobre a dicembre. La migrazione di questo granchio è tra le più imponenti e tanto attese, in quanto non si vede tutti i giorni un’ondata di puntini rossi occupare strade e spiagge.
Siamo abituati a pensare che il granchio, essendo marino, viva in mare o lì vicino ma per loro è diverso! Dal centro dell’isola viaggiano per giorni per raggiungere le spiagge e riprodursi. L’ondata è guidata dai maschi, che sono molto più grossi rispetto alle femmine che li seguono, inoltre il percorso è lungo ed estenuante per cui attivano un processo chimico in cui il glucagone si combina al glucosio fornendo energia.
Una volta arrivati a destinazione inizia l’accoppiamento e i maschi ritornano nell’entroterra dell’isola di Natale, mentre le femmine scavano le buche dove fanno sviluppare le uova in una sacca e la depongono in mare, per ritornare poi alla loro dimora.
Ognuna depone fino a 100 mila uova ciascuno, che facendo due conti è un numero madornale, ma qua entra il gioco la selezione naturale ed il mantenimento di un equilibrio che esiste da milioni di anni ed è alla base della vita!
Infatti una volta che le uova si schiudono, i piccoli vengono divorati da pesci, mante e balene a grandi quantità.
Quei pochi che sopravvivono restano in mare fino a quando non raggiungono la prima trasformazione (che non è quella come Goku super sayan), raggiungono la riva per completare l’ultimo stadio assumendo la forma di piccoli granchi e inizio il loro viaggio.
Dura ben 9 giorni! I granchi sopravvissuti sono pochissimi, in alcuni casi a causa di moltissimi fattori, la stima è quasi nulla. Tuttavia quei pochi che raggiungono il centro dell’isola è abbastanza per mantenere costante il numero della popolazione.
Misure di sicurezza
La migrazione dei granchi rossi dell’isola di Natale è così importante sotto ogni punto di vista e per l’integrità dell’isola stessa che sono state prese delle serie precauzioni per questi animali. E’ quasi impossibile infatti che alcuni di loro non rimangono vittime di “incidenti” a causa del traffico sulle strade o passanti.
Sono state costruite quindi delle barriere apposite per loro che canalizzano il flusso verso il mare senza il rischio che possano essere uccisi, vengono chiusi tratti di strada e costruiti sottopassaggi e sovra-passaggi appositi.
Tuttavia esiste un altro nemico naturale di questi esserini che è stato introdotto accidentalmente: la formica pazza gialla (Anoplolesis gracilipes), che ha ridotto del 30% la popolazione.
Ciò nonostante la maggior parte sopravvivono e continuano a vivere in armonia con l’uomo e i pericoli che devono affrontare, diventando un numero sempre maggiore e continuando ad affascinare chi da vicino ha la fortuna di assistere a una tale meraviglia!
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