Il presupposto di questa volta è abbastanza semplice: la fantascienza, in larga parte, ci piace.
Che siate stati ammaliati dai replicanti di Blade Runner o dal Millennium Falcon, questo tipo di narrazione ci intriga da sempre, aprendo le porte della sperimentazione verso orizzonti di un lontano futuro – e forse anche non troppo.
Fantascienza che, spesso, viene accostata ad un altro fortunato genere, quello della distopia: mondi iperconnessi e tecnlogicamente avanzati in cui la società umana, per come la conosciamo oggi, ha subito – o subisce – enormi sconvolgimenti.
Ora prendiamo queste due definizioni appena dette e teniamole sott’occhio, mentre ci apprestiamo a leggere Kimera Mendax.
Nuovo arrivo di casa Manfont, ad opera del collettivo Kuro Jam, Kimera Mendax Vol.1: System ci catapulta direttamente nella Roma del 2048, un futuro oppressivo e dominato da una fredda e calcolatrice tecnologia, decisa a prendere le redini della società per guidarla verso un più “roseo” futuro debitamente controllato e programmato: dietro la facciata di una più pacifica società, infatti, si va a delineare progressivamente l’immagine di una collettività privata della sua individualità e del “sentimentalismo dei vecchi”.
I crediti di questo lavoro vanno ad un discreto numero di persone: da Gianluca Pernafelli ai testi a Mattia De Iulis (disegni e colori dei capitoli 1 e 2), Giulia D’Ottavi (disegni dei capitoli 3 e 4), Francesco Segala (colori dei capitoli 3 e 4), Stefano Garau (frontespizi dei capitoli 1 e 2), Enrico Carnevale (frontespizi dei capitoli 3 e 4 e progetto grafico, con Manfredi Toraldo). Ancora, Elena Casagrande alla copertina, Manfredi Toraldo ed Oscar Fulvio Camporeale al lettering, Flaminia Monti e Luca Baino al proofreading.
Gianluca Pernafelli, Enrico Carnevale, Giulia D’Ottavi, Mattia De Iulis e Stefano Garau sono le personalità formanti il collettivo Kuro Jam, nominato poco sopra.
Kimera Mendax: distopia ambientata in Italia
Non c’è tempo per scharirsi le idee con panorami futuristici e luci al neon: la storia ci lancia letteralmente nel pieno degli avvenimenti, lasciando a noi il compito di scoprire di volta in volta cosa sia successo e come si sia arrivati a questo punto.
Dopo aver assistito, nel corso delle prime pagine a quella che potremmo definire una “introduzione” alla situazione – prima tramite il fato di un innominato personaggio e tramite poi lo “spiegone”, ma sarebbe riduttivo definirlo così, di un personaggio chiave nella storia – l’attenzione si sposta sulla coppia principale di personaggi, Decimo e Falena, lui parzialmente modificato, lei ancora completamente umana, impegnati in quella che sembra essere una complicata relazione.
Da questo punto in poi la storia prende il pieno avvio: capiamo che, contro una società quasi interamente connessa si ergono gruppi di ribelli, intenzionati a bloccare un controllo sempre più capillare sugli individui.
In particolar modo veniamo a conoscenza di un importante avvenimento destinato a verificarsi a distanza di poco: il lancio della nuova versione del software integrato KX, un evento talmente rivoluzionario per cui “[…] il 2048 verrà ricordato come l’anno zero di una nuova era.”
Nel corso dei primi due capitoli, è Decimo a diventare il protagonista totale degli avvenimenti: incaricato da quello che potremmo definire “Il capo” del nuovo sistema, il nostro deve indagare su misteriose sparizioni – o “disconnessioni”, come vengono definite – collegate alla rete di ribelli.
Insieme a Decimo, anche il lettore si troverà allora nella situazione del dover apprendere nuove informazioni senza introduzione, vivendole cioè quasi in prima persona per la prima volta.
Da un incontro sul Lungofiume ad una discoteca affollata e caotica, seguiamo Decimo mentre si inoltra sempre di più nella storia, con noi al seguito, fino ad arrivare ad un misterioso epilogo, per lui, per ora…
Ma se per i primi due capitoli avevamo avuto la parte maschile della coppia come protagonista, per i successivi due sarà Falena a prendere in mano le redini della storia.
Il cambiamento è più che significativo: mentre la prima parte parte funge molto da introduzione ed esplorazione del mondo di Kimera Mendax, la seconda è quella che più ci porta delle spiegazioni, almeno fino ad un certo punto, sul come si sia arrivati in quella situazione e cosa possano fare i nostri protagonisti al riguardo.
Catapultata nel giro di pochissime pagine nel pieno dell’azione, Falena dovrà aprire gli occhi a nuove rivelazioni – e tali saranno anche per il lettore – che la aiuteranno a prendere piena coscienza della situazione in atto e di cosa dovrà ssere pronta a fare per rivedere l’uomo che ama.
Kimera Mendax ci offre una narrazione serrata lungo tutto il corso del volume, senza possibilità di momenti morti; l’atmosfera opprimente dell’ambientazione sarà sempre presente, trasparendo sia dai dialoghi – dai normali scambi di battute ai monologhi interiori – che dalle rappresentazioni della città, che passa da vedute aeree a strade affollate e luci al neon.
Una forza evocativa che viene trasmessa anche dalle rappresentazioni della degenerata società; in una delle prime pagine in particolare, possiamo assistere ad uno scambio di punti di vista da parte di un variegato gruppo di uomini e donne in relazione all’avvenimento con cui si apre la nostra storia:
Una scena che per certi versi ricorda, personalmente, il metodo milleriano di rappresentazione della società tramite il mezzo televisivo, come ad esempio nelle prime pagine de Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora.
Cosa dire allora per concludere? Kimera Mendax è senza dubbio un prodotto che strizza l’occhio agli affezionati della fantascienza, senza però rendere il tutto troppo difficile per i neofiti; certamente non tutto troverà una risposta in questo volume, motivo che ci spinge ad attendere per sviluppi futuri della storia, che sembra entrare ora nella sua parte più avventurosa…
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