La decisione è arrivata da parte della Banca Centrale cinese: il comunicato ha causato una reazione, come si poteva facilmente attendere, che si è sviluppata come una notevole svalutazione del Bitcoin, ma anche di tutte le altre criptovalute maggiormente diffuse.
L’annuncio è arrivato pochi giorni fa e, in effetti, ha messo in difficoltà anche tutti quegli investitori che sono alle prime armi e stanno studiando come comprare criptovalute nel modo più efficace possibile.
D’ora in avanti, quindi, tutti coloro che effettueranno delle transazioni con delle criptovalute, in Cina saranno considerati punibili per legge. Si tratta di una scelta, in effetti, che ha una notevole importanza e un impatto negativo chiaramente sulle monte digitali, visto che ne sta causando la svalutazione.
Cosa dice il comunicato
In base al comunicato che è stato emesso da parte della Banca Centrale in modo congiunto con altri undici enti governativi, la speculazione mediante le valute digitali è stata resa illegale per via del fatto che sta minando l’ordine economico, ma anche quello finanziario, rendendo più semplice lo sviluppo di attività che vanno contro la legge e che perseguono dei progetti criminali. Parole decisamente forti, con la Banca Centrale che, quindi, ha fatto divieto a tutti gli operatori internazionali che mettono a disposizione dei servizi di compravendita di valute digitali, come ad esempio Binasce piuttosto che Coinbase, di operare sul mercato cinese. Altrimenti ci saranno delle importanti conseguenze dal punto di vista legale.
La Banca Centrale, all’interno del comunicato che è stato diffuso in merito a tale situazione, non ha voluto però scendere nei particolari in riferimento al sistema che vuole sfruttare per fare in modo che tale divieto diventi effettivamente operativo. Infatti, bisogna prendere in considerazione il fatto che, proprio per loro natura le criptovalute tendono a sfruttare un sistema decentralizzato e, di conseguenza, sono veramente complicate da gestire e tenere sotto controllo.
La scelta della Cina? Non è di sicuro improvvisa
Una scelta, quella della Cina, che ovviamente non ha lasciato a bocca aperta nessuno, dal momento che già da diverso tempo dalle parti di Pechino aveva preso il via una vera e propria campagna contro le criptovalute. È dal 2018, in effetti, che la potenza cinese aveva clamorosamente fatto divieto completo di ogni scambio di valute digitali ai suoi cittadini sui portali cinesi. Fino a questo momento, però, non si era mai spinta fino a vietare il possesso piuttosto che lo scambio in riferimento a piattaforme di operatori stranieri online. Ed è un dato di fatto incontrovertibile che, nonostante tutto, dal 2018 ad oggi le transazioni non si erano mai arrestate.
Adesso, però, è tutto diverso. Infatti, le transazioni che avranno ad oggetto delle valute digitali, Bitcoin in primo luogo, verranno ritenute in tutto e per tutto contro la legge. Le conseguenze di un simile annuncio si stanno gi facendo notare. Infatti, il prezzo che caratterizza la criptovaluta più famosa e diffusa di tutte, ovvero Bitcoin, ha fatto un balzo verso il basso di qualcosa come 2 mila dollari dal momento in cui è stato pubblicato e diffuso il comunicato da parte della Banca Centrale cinese.
Un divieto, quello che riguarda le transazioni in valute digitali, che è stato introdotto dopo che, nel corso degli ultimi mesi, la Banca Centrale cinese aveva già adottato una serie di misure che avevano come obiettivo principale quello di mettere i bastoni fra le ruote all’attività di mining di Bitcoin in Cina. In realtà, nonostante non avesse ancora vietato apertamente tale attività, il Comitato per la stabilità e lo sviluppo finanziario del Paese cinese, aveva già sottolineato come, nel giro di breve, avrebbe potuto essere introdotto un vero e proprio divieto in tal senso.
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