Alcuni libri rimangono nel cuore. Per sempre. Le saghe, in particolare, hanno il pregio di accompagnarci per più anni della nostra vita, di vederci crescere e maturare (si spera). Ero solo una bambina quando adocchiai, per la prima volta, un libro blu e, in copertina, il bellissimo disegno di un drago e la scritta in oro: Eragon. Fu amore a prima vista. Un amore divenuto ancora più profondo quando, ormai diciassettenne, chiusi tra le mie mani l’ultimo libro della saga, Inheritance, dopo aver voltato una pagina scolpita nel cuore e nella mente. Dopo l’estrema delusione dell’omonimo film, ormai non mi aspettavo più di rivivere le storie di Eragon, Saphira e Murtagh ma Christopher Paolini ha deciso di fare un ultimo regalo a noi fan e, dopo quasi dieci anni, come dal nulla, ecco venir fuori “La forchetta, la strega e il drago”.
Iniziamo dal libro, che si presenta in una forma molto diversa dai quei quattro bellissimi “mattoni” che sempre Rizzoli ha portato nelle nostre librerie. L’ultima fatica di Paolini, invece, si mostra in un formato decisamente più piccolo ed elegante, dando la parvenza di poter essere letto e finito nel giro di qualche ora. Ma io non ve lo consiglio. Prendetevi il vostro tempo, godetevi ogni singola pagina e tornate ad Alagaësia, dove potrete incontrare quegli amici che, come me, credevate di non poter mai più rivedere. Il primo è proprio Eragon insieme alla sua blu-splendente Saphira. Il cavaliere, dopo aver sconfitto Galbatorix, si ritrova sobbarcato di lavoro, piegato dalle responsabilità che derivano proprio da ciò che lui è diventato dopo la grande battaglia. Deve proteggere le uova dei draghi, le ultime rimaste e non ancora schiuse, deve gestire il burrascoso temperamento dei nani, la superbia degli elfi e, soprattutto, tutte le informazioni che vengono dalle visioni degli Eldunarì.
Ci sarà sempre del lavoro da fare, disse lei, avvicinandosi alla scrivania, le punte scintillanti degli artigli che ticchettavano sul pavimento di pietra. Ci saranno sempre quelli che avranno bisogno di noi, ma tu devi prenderti cura di te stesso, piccolo mio. Hai lavorato abbastanza per oggi. Posa la penna e liberati degli affanni. C’è ancora un po’ di luce nel cielo.
La forchetta, la strega e il drago: focus on
Ancora una volta, C. Paolini vuole mostrarci quanto perfino la fantomatica figura dell’eroe ben poco può fare senza l’aiuto degli amici, di una guida e di chi possa risollevare il suo cuore dopo una vita dedita al lavoro, al sacrificio e alla lealtà verso quegli ideali che l’hanno consacrato come protettore del popolo. Eragon è stanco, ha bisogno di vedere le cose da un altro punto di vista, e un’appassionante leggenda degli Urgali gli offrirà quella distrazione di cui ha tanto bisogno per ripartire e trovare una nuova spinta nel proprio cuore. Perché “La forchetta, la strega e il drago” è proprio questo: tre storie ambientate ad Alagaësia, un assaggio della nuova vita del protagonista tanto amato, ma non solo. Non mancherà Murtagh, suo fratellastro, e personaggio tanto amato (senza dubbio il mio preferito) de Il ciclo dell’eredità, quello che, forse, ha sofferto più di tutti e che ha saputo riscattarsi dal male che gli è stato inferto. Ritroverete Angela l’erborista, delle cui memorie è autrice Angela Paolini, proprio colei che ha ispirato il personaggio della “strega”, il più misterioso di tutta la saga e che, anche con questo libro, sembra essere lontano dal svelare tutti i suoi segreti.
Molti ci consiglieranno di scavare in cerca della verità, ma non devi mai e poi mai fare una cosa del genere. Io ho scavato. Ho visto cosa c’è sotto, e non lo augurerei al mio peggior nemico. Cerca la saggezza! O almeno una riduzione dell’idiozia.
Ma non voglio dirvi altro, perché temo che potrei fare qualche spoiler. Una cosa, però, posso ancora concedermela. Questo libro è davvero un gioiellino per chi, come me, ha amato visceralmente la saga che lo precede. Lo stile di C. Paolini, anche dopo tutto questo tempo, è rimasto immutato, come quello di un cantastorie che, con voce soave e penna lesta, ci racconta di tutti quegli eroi che hanno reso indimenticabile la nostra infanzia. Se pensate, però, che i vari racconti aggiungano qualcosa di nuovo alla trama, mi dispiace deludervi. Sì, ci sono un paio di cose che accenderanno la vostra curiosità ma, più che altro, è stato un modo per vedere come i personaggi si sono adattati alla loro nuova vita. Tuttavia non tutto sembra essere perduto. Dalle dichiarazioni dello stesso autore, questo libro non dovrebbe essere l’ultimo del suo genere. Ce ne saranno altri che racconteranno storie sempre ambientate nel bellissimo mondo di Alagaësia e, se è così, non vedo l’ora di collezionarli tutti, sperando che la casa editrice Rizzoli mantenga lo stesso stile usato per il primo.
Concludendo, vi consiglio assolutamente di non perdervi La Forchetta, la Strega e il Drago. Impreziosirà la vostra libreria e sarà capace di farvi tornare a immergervi nell’affascinante e antico mondo che Eragon e i suoi amici (che poi sono diventati anche i nostri) hanno reso indimenticabile.
Paola.
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