L’agenzia spaziale NASA ha presentato una nuova tuta spaziale per l’imminente lancio di persone sulla Luna come parte della missione Artemis. La tuta è stata sviluppata dalla società aerospaziale privata Axiom Space, coinvolta anche nella creazione di una stazione orbitale, progettata per sostituire la ISS in futuro. Se vi dovesse piacere questo colore…beh, sappiate che non sarà nera quella ufficiale. Il colore prestabilito è il bianco.
Fra due anni l’essere umano rimetterà i piedi sulla Luna e lo farà con questa tutta spaziale: ecco come la NASA l’ha creata insieme ad Axiom
La nuova tuta offre molta più libertà di movimento rispetto ai modelli precedenti che sono stati utilizzati negli ultimi 40 anni senza modifiche significative. Ad esempio, in essa l’astronauta può accovacciarsi, inginocchiarsi e muoversi più comodamente. Inoltre, sono integrati vari strumenti che saranno utili agli astronauti durante l’esplorazione del Polo Sud della Luna.
La tuta è ovviamente Hi-Tech! Una telecamera ad alta risoluzione è integrata nel casco della tuta spaziale per trasmettere immagini alla Terra. Non mancano diverse luci per illuminare il tracciato che gli esseri umani faranno. Sul retro c’è uno “zaino” di supporto vitale alla Death Stranding, che ha un portello per l’ingresso dell’astronauta. Secondo gli sviluppatori, il design della tuta è progettato per proteggere una persona dal freddo estremo.
“L’abito spaziale” stato disegnato dal costumista per la serie di fantascienza For All Mankind Jill M. Ohanneson. A proposito, la colorazione nera è stata mostrata esclusivamente per intrattenimento: la versione funzionante sarà bianca per proteggere gli astronauti dalle alte temperature. Le nuove tute si mostreranno in azione già nel 2025, quando i partecipanti alla missione Artemis III atterreranno sulla luna. In questo caso, due membri dell’equipaggio saranno a bordo della capsula Orion in orbita, e gli altri due scenderanno sulla superficie del satellite, dove rimarranno per poco meno di una settimana. In questo momento sono previsti quattro viaggi in superficie per raccogliere campioni di ghiaccio e altri studi sull’area.
Fonte | NASA
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