La storia oscura dietro l’espressione “canarino nella miniera”

L’espressione “canarino nella miniera” viene spesso usata per descrivere un segnale d’allarme precoce, ma la sua origine è tutt’altro che metaforica. Questi piccoli uccelli gialli sono stati letteralmente sacrificati per salvare vite umane in ambienti mortali, in una storia che ha più a che fare con la sopravvivenza che con le metafore.

Quel tenero canarino che mandavano a crepare sotto terra e che oggi è diventato un detto

Le miniere di carbone non erano solo buie e claustrofobiche: erano trappole colme di gas letali. Il più subdolo di tutti, il monossido di carbonio, è inodore, invisibile e letale anche a basse concentrazioni. Prima dell’invenzione dei rilevatori elettronici, bisognava affidarsi a qualcosa (o qualcuno) capace di avvertire del pericolo in tempo.

Quel “qualcosa” divenne il canarino.

Il merito di aver codificato l’uso scientifico degli animali nelle miniere va a John Scott Haldane, fisiologo britannico di fine Ottocento. Studiò gli effetti dei gas sui piccoli animali (incluso suo figlio adolescente, in un approccio sperimentale oggi inimmaginabile), intuendo che creature come uccelli o topi reagivano molto più rapidamente all’inalazione di gas tossici rispetto all’uomo.

Tuttavia, non fu il primo a portare gli uccelli sottoterra: testimonianze dell’uso dei canarini risalgono ai minatori delle Alpi austriache già nel XVII secolo.

Nel 1911, una legge britannica rese obbligatoria la presenza didue piccoli uccelli” in ogni miniera con oltre 100 lavoratori. I canarini, cantanti instancabili e visivamente vivaci, divennero ideali: bastava vederli smettere di cantare, barcollare o cadere, per capire che l’aria stava diventando fatale.

C’è da dire però che non erano condannati a morire ogni volta. Alcuni venivano salvati grazie a speciali gabbie con pompe d’ossigeno. Ma ogni discesa era una prova, e molti non sopravvivevano a lungo. Nel tempo si provarono anche ratti, topi, passeri.

Nessuno, però, fu efficace come i canarini.

Quella che oggi è una frase figurata nasce da una realtà in cui la vita di un piccolo uccello determinava la possibilità di salvarne molte altre. E forse, proprio per questo, resta così potente: ricorda che, a volte, il segnale d’allarme più prezioso arriva da chi non ha voce per gridarlo.

Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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