Quando si parla di parodontite ci si riferisce a quella patologia che interessa l’apparato orale e che si caratterizza per una perdita dei tessuti che supportano il dente. Si tratta delle gengive, in primis, oltre che dell’osso alveolare, del cemento radicolare e del legamento parodontale. La parodontite ha un carattere progressivo, per questo motivo va trattata in maniera tempestiva, potendo condurre alla perdita dei denti quando trascurata e alla comparsa di patologie ancor più gravi come il diabete.
Il diabete è una malattia che debilita moltissimo l’organismo e porta con sé diverse complicazioni, basti pensare che rallenta anche la rimarginazione delle ferite. Fortunatamente in Italia la medicina è molto evoluta, ne sono testimonianza studi dentistici come excellencedentalnetwork.it che si propongono per 𝗰𝘂𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗱𝗼𝗻𝘁𝗶𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗹𝗮𝘀𝗲𝗿 evitando di intervenire chirurgicamente.
Insomma, in presenza di questa patologia è fondamentale non perdersi d’animo, essendoci, come abbiamo visto, delle soluzioni particolarmente innovative per trattarle. Si tratta di un bene assoluto, visto quanto diffusa, essa sia. Stiamo parlando, infatti, della malattia infiammatoria non trasmissibile più presente nell’uomo, con una prevalenza del 50% negli stadi I e II e del 10% nelle sue forme più gravi. La parodontite è la sesta patologia più diffusa al mondo e, per questo motivo, è bene sviluppare le conoscenze adeguate al riguardo, per poterla prevenire e, nel caso, fronteggiare al meglio.
Parodontite: ecco cosa serve sapere
Nel primo stadio la parodontite coinvolge il parodonto in maniera limitata, attecchendo solo sulla porzione coronale. Nell’ultimo, il IV, invece, la patologia attacca anche il terzo apicale dei denti, causando la perdita di questi ultimi, lo spostamento e la mobilità di quelli residui e la riduzione o, addirittura, la perdita della funzione masticatoria. La parodontite è molto più pericolosa delle carie dal punto di vista applicativo anche perché, a causa sua, si perdono anche i tessuti che circondano il dente.
I batteri parodonto-patogeni presenti nella placca batterica sono la principale causa scatenante della malattia. Se non rimossa efficacemente, la patina che si forma nel cavo orale matura, selezionando una popolazione batterica Gram negativa e ricca di agenti patogeni. L’accumulo di placca si manifesta, in primis, con una gengivite che, se trascurata, può sfociare in parodontite. Il disturbo si palesa principalmente nei soggetti più suscettibili alle infiammazioni dei tessuti gengivali.
Si tratta di un’attitudine innata o acquisita e, in quest’ultimo caso, può essere l’espressione di altre patologie come il diabete, per l’appunto, l’obesità, l’ipercolesterolemia o la sindrome metabolica, oltre alla diretta conseguenza di stili di vita insalubri e ricchi di vizi e stress. Per quanto riguarda il legame tra diabete e parodontite, esso è stato studiato a più riprese dai ricercatori, le cui indagini, hanno attestato un incremento di quest’ultima in presenza della prima patologia.
Che rapporto c’è tra il diabete e la parodontite?
Insomma, dai dati emersi si evince che il rischio per un soggetto diabetico di contrarre la parodontite è di circa tre volte superiore, con peggiori risultati clinici conseguiti a terapia parodontale, rispetto ad un soggetto non diabetico. Si tratta, però, di una relazione bilaterale. Anche la parodontite, infatti, è in grado di aumentare il rischio di diabete e prediabete, essendo associata, inoltre, a livelli serici significativamente più elevati di HbA1c. La parodontite, quindi, può costituire un fattore concomitante nell’insorgenza del diabete di tipo 2, poiché l’immissione in circolo di citochine pro-infiammatorie può indurre ad una insulino-resistenza. Sembrerebbe, inoltre, che nei soggetti affetti da insufficienza renale cronica, il rischio di mortalità aumenti del 23% in presenza di parodontite e del 16% per la mortalità cardiovascolare. Specie nei soggetti a rischio, quindi, la parodontite non va assolutamente presa sottogamba.
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