La filosofia empirica, basata fondamentalmente sull’esperienza, e cioè sulla serie di vicissitudini che portano l’uomo – in quanto animale razionale dotato di autocontrollo e necessità materiali per sopravvivere – a sviluppare un senso naturale di percezione degli eventi e delle cose. Il ragionamento non è altro che la concatenazione di fattori utili ad ottenere uno specifico risultato.
Per citare la filosofia aristotelica, se volessimo dimostrare con il ragionamento qualcosa, confutarlo o smentirlo, ingannare, convincere o semplicemente immaginare, dovremmo farlo con il Sillogismo. Il Sillogismo può essere dialettico oppure eristico, qualitativo o quantitativo ecc… Stabilisce verità e menzogne attraverso il ragionamento, dunque secondo l’esperienza, ciò lo rende un esempio di filosofia empirica.
Thomas Hobbes (1588-1679), filosofo inglese, è stato il padre della concezione dello Stato di Natura (l’uomo come animale in lotta contro i suoi simili per la salvaguardia di sé stesso e del territorio) e della Legislazione di Natura (l’uomo che rinuncia ad una parte delle sue egoistiche e primordiali pretese per la pace con i suoi simili), cioè le Leggi di Natura (o leggi di Hobbes) di cui parleremo.
Il contesto storico di Hobbes è condizionato dai grandi mutamenti sociali e culturali del tempo, l’età puritana sconvolge le gerarchie episcopali della Chiesa Anglicana, dando vita alle comunità presbiteriane (comunità religiose gestite in democrazia diretta, assenza di cariche gerarchiche); nel 1653, Oliver Cromwell inaugurerà la stagione repubblicana, poi bruscamente interrotta; l’ascesa della classe mercantile, conosciuta come borghesia, sostenuta dalla nobiltà di campagna (gentry), sfida il primato sociale e politico dei grandi aristocratici latifondisti.
Fondamentalmente, lo scontro tra proprietari terrieri e piccoli/medi “imprenditori” deriva dal differente modo di guadagnare cioè i primi vivendo di rendite, i secondi vivendo del loro attivismo. Tutto ciò, unito alla decapitazione del sovrano inglese Carlo I Stuart, porteranno Hobbes a maturare l’assoluta necessità di tenere a freno la ricerca del potere temporale della Chiesa, e in generale di tutte le religioni, rimanendo devoti allo stato ed al potere civile.
Le 19 Leggi di Natura (o leggi di Hobbes), oggi, si rendono necessarie per migliorare un mondo bloccato dalla mania di voler progredire a tutti i costi, nonostante sia doveroso sottolineare che la forma di governo della monarchia assoluta, appoggiata da Hobbes, sia pressoché estinta (eccezione fatta per lo Stato del Vaticano o il Sultanato del Brunei, ad esempio). Cominciamo ad analizzarle.
Prima Legge di Natura: Cercare e Perseguire la Pace. Incondizionatamente regola calpestata dai governi del ventunesimo secolo, che piuttosto esportano democrazia con le armi chimiche e rovesciano governi democraticamente eletti.
Seconda Legge di Natura: Essere disposti a rinunciare al diritto su tutto e ci si accontenti di avere tanta libertà nei confronti degli altri quanta se ne concede agli altri nei confronti di sé stessi. “La mia libertà termina dove inizia quella del mio vicino”, ce l’hanno insegnato sin dall’asilo. Regola tanto ben predicata quanto mal praticata, in un mondo in cui costantemente viene chiesto di rinunciare, a poco a poco, ad ogni aspetto della propria privacy rendendo la propria vita a portata di social.
Terza Legge di Natura: Gli uomini devono mantenere i patti, è la fonte della giustizia. “Non regalate terre promesse a chi non le mantiene” cantava Fabrizio De André, lungi da noi giudicare se gli esseri umani sono dei mentitori seriali o sinceri sindacalisti, mantenere una promessa fatta ad un amico, un conoscente, un familiare, un datore di lavoro è un obbligo morale, pena la guerra con tutti.
Quarta Legge di Natura: Bisogna essere grati a chi ci ha arrecato un beneficio. I dieci comandamenti portano con fierezza “onora il padre e la madre”, Dante ci riporta nell’Inferno dove i traditori dei benefattori sono menzionati nel Canto XXXV, nella Giudecca che porta il nome del traditore per eccellenza. Ci costerebbe trenta denari nominarlo. Aiutare il prossimo ed essere grato di chi ti ha aiutato è la strada per trovare la pace.
Quinta Legge di Natura: La compiacenza, sforzarsi di adattarsi agli altri. Considerata dai ragazzi, solitamente, una debolezza, in realtà l’empatia è un punto di forza. Scientificamente provato che in un mondo globale e digitalizzato, nel quale il contatto umano scompare sempre più lasciando il posto al contatto telematico, una persona empatica può essere un buon leader, un amico carismatico, affermarsi nella vita e nel lavoro. Facciamo a gara a chi è più empatico, non a chi ha il telefono migliore!
Sesta Legge di Natura: Perdonare le offese passate di coloro che si pentono e lo chiedono. Particolarmente ostica per chi ha un orgoglio troppo pronunciato, perdonare il prossimo aumenta gli ormoni della felicità e aiuta a combattere la depressione. Fare volontariato e perdonare i propri “nemici” sono concetti simili che vanno a braccetto. “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Settima Legge di Natura: Nelle vendette bisogna mirare alla correzione di chi ha arrecato offesa e all’esempio per gli altri, non accanirsi guardando al male passato. Il concetto di “vendetta” e “correzione” vanno di pari passo con il potere di coercizione dello stato ideale, secondo Hobbes, che deve mirare a rieducare i suoi cittadini autori di crimini. D’altronde, anche il movimento illuminista portò avanti la rieducazione dei detenuti e la contrarietà alla punizione corporale e la pena di morte.
Ottava Legge di Natura: Contro l’oltraggio, non si deve manifestare odio o disprezzo verso qualcuno. Un vero manifesto antirazzista datato 1600, la carta costituzionale italiana disciplina l’uguaglianza dei cittadini davanti allo stato e nella società, nella globalizzazione l’apertura delle frontiere porta come rigetto una chiusura mentale di buona parte della popolazione autoctona.
Nona Legge di Natura: Contro la superbia; ognuno deve riconoscere l’altro come uguale a sé per natura. Va a braccetto con l’ottava legge, l’epoca del narcisismo individualista, la formazione degli “Egomostri” come spiega il filosofo Fusaro, induce una voglia naturale di voler primeggiare in competizione con i mezzi di comunicazione di massa “colpevoli”, secondo il superbo, di permettere a chiunque di esprimersi.
Decima Legge di Natura: Contro l’arroganza, nello stato civile nessuno può chiedere che gli sia riservato un diritto che agli altri non è garantito. Lo sfruttamento di raccomandazioni, in una logica meritocratica, o lo sfruttamento delle materie prime di uno stato da parte di un altro, sono da considerarsi forme di arroganza.
Undicesima Legge di Natura: L’Equità, chi giudica deve essere equo. Condanna la corruzione, chi giudica non deve essere legato a nessuno dei contraenti, e tantomeno ottenere benefici da una sentenza. Il corrotto non deve più esercitare.
Dodicesima Legge di Natura: Le cose comuni, che non possono essere divise, devono essere godute in comune. Il concetto di “bene comune” inteso come fonte di ricchezza materiale e spirituale per la comunità di riferimento, nell’epoca del cosmopolitismo e dello snaturamento delle radici culturali dei popoli, è un valore da non sottovalutare.
Tredicesima Legge di Natura: Per attribuire un bene che non può essere goduto in comune si deve ricorrere alla sorte. L’istituto giuridico dell’assegnazione dei beni tramite sorteggio è superato, tuttavia questa consuetudine vige nell’assegnazione di oggetti o trofei in situazione di parità meritoria.
Quattordicesima Legge di Natura: Primogenitura o priorità nell’acquisizione del possesso. L’assegnazione di beni può essere di natura cointestataria, cioè in mano a più persone. Tuttavia, lo sfruttamento di un bene è disciplinato dalla legge ed essa stessa stabilisce modi e soggetti giuridici autorizzati a godere di un bene specifico.
Quindicesima Legge di Natura: Ai mediatori di pace devono essere concessi salvacondotti. Secondo il diritto internazionale, un’ambasciata è considerata un enclave dello stato di appartenenza nel territorio che la ospita, pertanto è soggetta all’immunità. L’ambasciatore e il corpo diplomatico, oltre che l’ambasciata stessa, in caso di aggressione, determinano l’ostilità fra gli stati in questione. Un’ambasciata può offrire asilo a chi lo richiede. La contemporaneità delle leggi di Hobbes è sorprendente…
Sedicesima Legge di Natura: Le parti che hanno una controversia si devono sottomettere al giudizio dell’arbitro. Lo Stato deve assolvere il suo naturale diritto di esecutore materiale della legge suprema, universale, del rispetto dell’ inviolabilità degli individui. Se un condannato si rifiuta di risarcire la vittima di un torto per cui è prevista una sanzione pecuniaria, attualmente lo stato può pignorare i suoi beni per un valore corrispettivo. La via legale per un condannato di sfuggire all’inquisizione è, nel sistema giudiziario italiano, rappresentata dalla speranza di essere assolto in uno dei tre gradi di giudizio. Rientra nel rispetto dei patti fra gli uomini di reciproca difesa rispettare la sentenza di un giudice.
Diciassettesima Legge di Natura: Nessuno può essere giudice in una causa in cui è coinvolto. “Per quanto vi sentiate assolti, siete lo stesso coinvolti” cantava Fabrizio De André. Un giudice non può giudicare sé stesso e tanto meno un suo parente, rientra nell’imparzialità dell’applicazione dell’ordine sociale. Un giudice fazioso rende il processo, espressione della potenza dello stato, una farsa.
Diciottesima Legge di Natura: Non può essere giudice uno che abbia un interesse nella vittoria di una delle parti. Un caso molto particolare è riservato alla giustizia privata e al delitto d’onore, istituti giuridici aboliti, che porterebbero l’attuale sistema al Far West.
Diciannovesima Legge di Natura: In una controversia di fatto (che riguarda se un fatto sia avvenuto o no), il giudice, in mancanza di altri argomenti, deve dar credito a una terza persona, o a una quarta ecc… Per questo motivo i reati di falsa testimonianza, calunnia e favoreggiamento sono puniti dalle leggi, per impedire ai testimoni di abusare della loro posizione di ago della bilancia nelle controversie e indurre il giudizio in errore. Serve per prevenire la collusione.
Abbiamo voluto trattare la filosofia hobbesiana per raccontarvi come 19 Leggi di Hobbes, stabilite quattrocento anni fa, siano ancora utili nel campo del Diritto, della Politica, della Filosofia, dell’Etica, della Cittadinanza, dell’Uguaglianza e della Pace. In un mondo in costante digitalizzazione, dobbiamo cominciare a riscoprire i classici letterari del passato per guardare al futuro.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.