LEGO contro le contraffazioni cinesi: e non solo

Purtroppo non è solo un luogo comune: il mercato cinese ha la tendenza a copiare/contraffare tutto ciò che è altamente vendibile e che può essere copiato/contraffatto. Ed è una cosa talmente “nella norma” che ormai ci si combatte quotidianamente in tutti i campi del collezionismo. Dai Funko pop, alle figures, dai Transformers, fino ad arrivare al caso più recente: contraffazione di mattoncini LEGO.

lego falsi

Come si può ben vedere dall’immagine, distinguere il fake dall’originale è pressocché impossibile e, solo qualche tempo fa, in pochi avrebbero mai pensato che persino LEGO sarebbe stata colpita con una tale precisione. E basta davvero guardare le foto scattate da MOCOZone per capire che anche l’esperto fra gli esperti farebbe la sua gran fatica a individuare la mela marcia.

fake lego

Le differenze sono davvero impercettibili, ma gli specialisti LEGO che hanno analizzato i mattoncini contraffatti hanno anche confermato che non si tratta di prodotti realizzati dal Gruppo. Tuttavia, nonostante il fatto sia ormai di dominio pubblico, risulta ancora estremamente difficile per gli appassionati individuare le differenze e la brillantezza dei colori rimane, forse, ancora oggi, l’unico indizio su cui far leva. Il principale indiziato per per questa operazione di copia è la Lepin, un’azienda cinese specializzata proprio nella riproduzione dei mattoncini LEGO e, nonostante precedenti scontri, a quanto pare ci sono nuovi stabilimenti attivi e pronti a lavorare a pieno regime.

Purtroppo battaglie di questo genere si stanno intensificando sempre di più, andando a colpire ogni prodotto collezionabile. I funko pop, forse, sono tra i più contraffatti, anche se, almeno per il momento, risulta ancora abbastanza semplice distinguere una copia cinese (e falsa!) da una originale.

Ed anche la Hasbro ha avuto il suo bel da fare per combattere contro le contraffazioni di uno dei brand più amati, ossia quello dei Transformers. È di circa un anno fa, infatti, l’ultima battaglia affrontata e vinta proprio in un tribunale cinese e, allora, la stessa Hasbro promise che quella sarebbe stata solo la prima delle tante vittorie che sarebbero seguite per fermare il mercato nero del collezionismo. Per quel caso, tre imputati furono dichiarati colpevoli, tra cui due persone (senza nome specificato) che sono state incarcerate e multate e una società (non identificata) che è stata anch’essa multata e chiusa.

D’altronde, sembra che la promessa sia stata mantenuta. È di pochi giorni, infatti, la notizia di un’altra battaglia vinta contro una famosa azienda cinese, la Weijiang con sede a Shantou, nella provincia del Guangdong. L’azienda aveva una fabbrica di 8.300 metri quadrati e impiegava circa 130 lavoratori, producendo oltre 1.500 contraffazioni al giorno, per poi venderle in diverse parti del paese allo stesso prezzo della controparte.

transformers

Come si può ben capire da questi esempi, purtroppo, questa è una di quelle battaglie che non avrà mai fine. Si può cercare di arginare il problema ma, purtroppo, rimarrà per sempre qualcosa contro cui combattere. E quindi, sempre più spesso, spetterà al collezionista “purista” darsi da fare per cercare di individuare le differenze fra un prodotto autentico ed uno falso.

Fonti: https://mp.weixin.qq.com/s/gCpE8VnC_ZpGQ5TRWaQSZQ?fbclid=IwAR12k5DfuNTvGvSDd8_BeH6CPEUJatSqKcU9lVrng2lov0PQeoPWS8iTHmo – https://www.allspark.com/2020/07/chinese-transformer-knockoff-company-weijiang-shutdown/

Paola.

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