Come da titolo vorremmo farvi capire quanto bisogna prendere sul serio “Lo straordinario mondo di Gumball”. È importante.
Lo straordinariamente serio mondo di Gumball
The Amazing World of Gumball , è una serie animata, creata da Ben Bocquelet e diretta da Mic Graves per Cartoon Network e va preso tremendamente sul serio. Racconta delle avventure di Gumball, un gattino Blu, e della sua famiglia nella cittadina di Elmore.
Basta guardarne una puntata per capire che c’è qualcosa di diverso dalle altre opere. Passando sull’ovvia qualità d’animazione che tira in ballo modelli 3d, fotografie reali, stop motion e pupazzi, ci si deve soffermare sulle gag e sulla sceneggiatura tessute per tenere in piedi la trama dell’episodio.
Certo, forse vi stiamo parlando di qualcosa che sapete già, in fondo basta cogliere una delle decine di citazioni per sentirsi parte di qualcosa più grande, per sentirsi addosso “l’occhiolino” degli autori di Gumball che ci dice “sappiamo che hai capito, abbiamo capito che tu hai capito”.
Ma vorremmo portarvi un esempio della finezza stilistica e della profondità culturale dell’opera: un esempio che si traduce in una sottilissima citazione totalmente incomprensibile per chiunque non abbia una ampia conoscenza della cultura pop e di certo senza alcuna possibilità di essere colte da dei bambini. Tra le centinaia con Conan il Barbaro, Le Colline hanno gli occhi, Ritorno Al Futuro, Final Fantasy, questa, secondo noi, è una delle più eleganti.
A sottolineare il fatto che Gumball può essere letto a diversi livelli, ma comunque non è semplicemente un “cartone per bambini” e lo diciamo fieri questo, non solo come scusa del fatto che continuiamo a guardarlo anche noi. Un po’ anche come scusa.
La citazione nel 26esimo episodio
La ventiseiesima puntata della quarta stagione è una sorta di Musical dedicato all’amore. Gumball e Darwyn cercano di spiegare il delicato sentimento a Bobert (il Robot) che, ovviamente, ha difficoltà a comprendere.
La puntata si dipana in piccoli corti ciascuno interpretato da un personaggio di Elmore che tenta di spiegare cosa è l’amore. Il più esaustivo, per noi, è comunque quello fra Nicole e Richard.
Ma smielaggini a parte, nell’ultimo corto, Richard ricompare e finisce in prigione ed è proprio poco prima che “Il Fantastico Mondo di Gumball” si mette in mostra silenziosamente.
Il grosso coniglio Rosa incontra il giudice che lo manderà in cella, niente più che quattro secondi nei quali un martello viene battuto sul tavolo, ma per alcuni quei quattro secondi sono più che sufficienti.
Eccolo, è lui, l’enorme deretano spara escrementi della sequenza “the trial” del film dei Pink Floyd – The Wall del 1982 diretto da Alan Parker.
Come si sa la pellicola è la trasposizione del concept album The Wall, realizzato nel 1979. Quanti bambini in età scolare credete che lo sappiano?
The Trial è il culmine della pellicola e mostra il protagonista Pink che tira le somma della sua esistenza per decidere se abbattere il muro che si è costruito oppure viverci per sempre nella pazzia.
Ed è proprio il giudice/deretano (con tanto di scroto penzolante che in Gumball diventa un innocente mento) a decretare la sentenza. Questo è Gumball.
Un attimo che ti prende e trasporta nella tua cultura, pochi istanti che permettono a un genitore di sedersi a fianco di suo figlio e spiegargli dei Pink Floyd. Una spinta verso la voglia di condividere e divulgare.
Per questo Gumball va preso tremendamente sul serio.
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