Continua il lavoro di Disney di riportare sullo schermo i suoi più grandi classici rivisitati in chiave moderna e, soprattutto, live action. Questa volta è toccato a Lilli e il vagabondo, tuttavia, in tal caso, c’è stata una novità: il film, infatti, non è stato distribuito in sala ma usato come una delle punte di lancio della nuova piattaforma streaming Dinsey Plus (di cui parliamo esaustivamente qui). Senza fare spoiler (per chi non avesse mai visto il cartone originale), il live action ha apportato piccoli cambiamenti al prodotto cui si è ispirato. Cambiamenti che, forse, al momento si sono resi necessari…
Ricordiamo insieme la storia di Lilli e il Vagabondo
Lilli (doppiata da Tessa Thompson e, nella versione italiana, da Letizia Scifoni) è un cavalier king che vive con una giovane coppia (T. Mann e K. Clemons): viziata e coccolata, la piccola è al centro del mondo dei propri padroni. Le cose per lei, però, cambiano con l’arrivo di un bebè in casa, cambiamento che la cagnolina non riesce a capire, soprattutto quando viene lasciata sola in compagnia della crudele zia Sarah (Y. Nicole), poco avvezza alla presenza in casa di un cane e subito pronta a metterle una museruola.
Proprio come nel Classico del 1955, Lilli scappa dalla zia spaventata e si ritrova da sola e completamente sperduta. A venirle in aiuto Biagio (doppiato da Justin Theroux e, nella versione italiana, da Simone D’Andrea), il “vagabondo” del titolo, un cane randagio abituato a cavarsela in ogni situazione. I due, dapprima solo amici poi legati da un sentimento sempre più profondo, esploreranno gli angoli più belli della città, da una gita in battello a vapore fino ad un ristorante italiano dove divideranno un piatto di spaghetti con le polpette.
Insieme al vagabondo, Lilli scoprirà l’ebrezza di vivere in libertà, ma anche i lati più negativi di non avere un padrone, come il rischio costante di essere catturati dall’accalappiacani e di essere rinchiusi in canile.
Rispetto al film d’animazione, come avevo anticipato, i cambiamenti sono minimi e riguardano, per lo più, l’evitare categoricamente ogni elemento di discriminazione razziale: dall’intermezzo dei gatti siamesi, agli stessi padroni dei fortunati cagnolini che vivono nei quartieri alti di una fiabesca New Orleans agli inizi del ‘900. D’altronde, proprio come nel mondo dei cani, l’unica vera differenza è tra chi ha una famiglia e chi no, tra chi ha una casa e chi vive alla giornata.
Una dimensione da sogno, quindi, che contrasta ancora di più con i pochi momenti forti del film. L’abbandono di Biagio o il cane che viene portato via dalla sua gabbia per essere abbattuto colpiscono in pieno, con estrema potenza perché, per un attimo, ci distolgono dalla fiaba per ricordarci quanto quella tristezza sia tremendamente reale.
Per ciò che riguarda l’animazione, invece, è evidente quanto il budget a disposizione fosse di tutt’altra entità rispetto agli altri remake live action come Il Re Leone o Il libro della giungla, ma comunque il risultato ottenuto è senz’altro soddisfacente.
Per di più, dietro a questo film si cela anche una bellissima storia di riscatto che riguarda il protagonista maschile, ossia Biagio, un simil-terrier salvato da un rifugio antiaereo del New Mexico per poi essere adottato da Mark Forbes, addestratore vicino a Hollywood che ha preso parte alla realizzazione del live-action.
È stato Brigham Taylor, produttore del remake di Lilli e il vagabondo, a volere che il film non fosse realizzato in computer grafica, come accaduto invece per Il Re Leone. Da qui, la decisione di utilizzare dei cani veri per le riprese. Intervistato da People, Brigham ha dichiarato:
Nulla può sostituire la reazione che si ottiene quando si fissano gli occhi di un vero cane. Una volta che abbiamo iniziato a rivolgere la nostra attenzione al casting dei cani che sarebbero stati i protagonisti ci siamo detti: “Dobbiamo salvare quanti più cani possibile”.
Una vera, piccola perla, quindi, per i bambini ma anche (e soprattutto) per gli adulti, che nasconde centinaia di significati sottintesi. La fortuna di avere una famiglia che ti ama, il tesoro inestimabile di una casa a cui tornare e nella quale sentirsi al sicuro, il valore unico di una carezza rincuorante prima di addormentarsi… Sono ricchezze per noi uomini ma, per un cane, è tutto ciò che di più bello ci possa essere al mondo.
Questo film ci ricorda quanto importante sia non tradire la loro fiducia, di ascoltarli e soffermarsi qualche istante in più sui loro occhi, di quanto il loro amore per noi sia struggente e del tutto sconfinato. Citando il Classico disney più dolce di sempre, sembra quasi che tutto non possa che finire che un sorriso perché, nonostante il male incurabile del mondo, ci sarà sempre un cane ad accoglierci festoso sulla porta:
C’è una sola cosa che tutto il denaro del mondo non potrà mai comprare: lo scodinzolio di un cane.
Paola.
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